Il Crocifisso di Santo Spirito: l’autopsia che sorprese i medici
Quando ci si trova dinnanzi al Cristo di Santo Spirito si ha l’impressione di ritrovarsi al cospetto di un ragazzino in Croce morto da poco. E’ molto di più di una semplice impressione però e vi racconto perché.
Il Cristo che scolpii nel legno di tiglio adoperando sgorbie di varie grandezze e uno scalpello largo, un tempo era posizionato al di sopra dell’altare maggiore della basilica di Santo Spirito, laddove oggi si trova il ciborio in marmo posizionato lì nel 1600.
Scolpii l’opera per il priore Niccolò di Giovanni di Lapo Bichielli, o Nicholao secondo la dizione del Quattrocento come ringraziamento per avermi consentito di accedere all’obitorio dell’ospedale del complesso agostiniano con lo scopo di dissezionare i cadaveri e studiarne dal vero lo scheletro, muscolatura e tendini.
Nel 1999, ai due medici Antonio Bernabei e Massimo Gulisano, fu chiesto di eseguire una sorta di autopsia visiva su questa mia opera. Mano a mano che procedevano con lo studio, rimasero sbalorditi per la precisione anatomica di quel corpo.
Gli sembrava fosse un calco dal vero e non una scultura in legno di un ragazzino di quattordici anni morto da pochissime ore che ancora non aveva raggiunto la rigidità cadaverica.
Il ventre mostrava le deformazioni caratteristiche delle ore immediatamente successive al decesso di un ragazzo in buona salute e di conseguenza morto improvvisamente.
“La precisione assoluta con la quale sono riprodotti i particolari anatomici, perfino i più insignificanti, tanto da dare talora l’impressione di un calco da cadavere fresco”
I medici Bernabei e Gulisano
Dopo il restauro condotto da Barbara Schleicher in cui sono state rimosse anche la vernice settecentesca, il corpo del Cristo ha ritrovato il suo incarnato livido, quasi trasparente.
I capelli non sono in legno ma li realizzai modellando un impasto di mestica a stucco e stoppa. In corrispondenza del pube, al centro del petto e sotto le ascelle, dipinsi la leggera peluria tipica di un ragazzo qualsiasi di quattordici anni.
Le gocce di sangue rigano il volto del Cristo crocifisso a partire dalla zona della fronte, martoriata dalla corona di spine. Un tempo il Cristo mio aveva sia la la corona di spine che probabilmente il panno a coprirgli il pube ma andarono perduti nel corso dei secoli.
Osservate con attenzione i lineamenti del volto del Cristo: saranno gli stessi tratti delicati, con quel mento stretto, che avranno poi la Madonna della Pietà Vaticana e il Cristo esanime che sostiene.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
The Crucifix of Santo Spirito: the autopsy that surprised the doctors
When you find yourself in front of the Christ of the Holy Spirit, you have the impression of finding yourself in the presence of a little boy on the Cross who died recently. It is much more than a simple impression, however, and I’ll tell you why.
The Christ that I sculpted in linden wood using gouges of various sizes and a large chisel was once positioned above the high altar of the Basilica of Santo Spirito, where today is the marble ciborium positioned there in the 1600s.
I sculpted the work for the prior Niccolò di Giovanni di Lapo Bichielli, or Nicholao according to the fifteenth-century diction as a thank you for allowing me access to the hospital morgue of the Augustinian complex with the aim of dissecting the corpses and studying their skeleton from life , muscles and tendons.
In 1999, the two doctors Antonio Bernabei and Massimo Gulisano were asked to perform a sort of visual autopsy on this work of mine. As they proceeded with the study, they were amazed at the anatomical precision of that body.
It seemed to him to be a cast from life and not a wooden sculpture of a fourteen-year-old boy who had been dead for a very few hours and had not yet reached cadaverous rigidity.
The belly showed the characteristic deformations of the hours immediately following the death of a boy in good health and consequently dead suddenly.
“The absolute precision with which even the most insignificant anatomical details are reproduced, so as to sometimes give the impression of a fresh cadaver cast”
Doctors Bernabei and Gulisano
After the restoration carried out by Barbara Schleicher in which the eighteenth-century paint was also removed, the body of Christ has found its livid, almost transparent complexion.
The hair is not made of wood but I made it by modeling a mixture of putty and tow. In correspondence with the pubis, in the center of the chest and under the armpits, I painted the light down typical of any fourteen-year-old boy.
The drops of blood line the face of the crucified Christ starting from the area of the forehead, battered by the crown of thorns. Once my Christ had both the crown of thorns and probably the cloth to cover his pubis but they were lost over the centuries.
Look carefully at the features of Christ’s face: they will be the same delicate features, with that narrow chin, which the Madonna of the Vatican Pietà and the lifeless Christ who supports will then have.
For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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