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Ero più devoto a Cristo del papa

Ero più devoto a Cristo del papa soprattutto se il pontefice chiamato in causa era Giulio III. Ho servito tanti papi nel corso della mia lunga vita, alcuni con gran diletto, altri con meno piacere e qualcuno l’ebbi a schifo.

Dopo la morte di papa Paolo III Farnese fu eletto in conclave il cardinale Gian Maria del Monte scegliendo il nome di papa Giulio III al momento dell’incoronazione, avvenuta il 22 febbraio del 1550.

Egli è vero ch’io ho avuto grandissimo dispiacere e non manco danno dalla morte del Papa perché ho avuto bene da lui e speravo ancor meglio. E’ così piaciuto a Dio: bisogna aver pazienza.”

Così scrissi in una lettera indirizzata al mi nipote Lionardo il 20 dicembre del 1549
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Il Condivi e il Vasari raccontano quanto il nuovo papa mi fosse devoto ma considerate che in particolar modo il Condivi pubblicò proprio nel periodo del suo pontificato la mia biografia e addirittura volle dedicargliela. Probabilmente con queste cortesi e tendenziose piaggerie sperava di ottenere in cuor suo qualche prestigioso in carico ben remunerato.

Quell’omo di poca fede però io lo conoscevo già da prima che indossasse i sontuosi panni papali. Era stato uno degli intermediari per l’ultimo contratto relativo alla tomba di papa Giulio II della Rovere e non era certo nelle mie grazie così come io non ero nelle sue ma a dirla tutta non m’importava di essere ben visto da un pagano vestito da papa per il torna comodo proprio e della famiglia di appartenenza.

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Dopo l’elezione al soglio di Pietro si occupò più della vita sua che di quella dei fedeli, dedicando le sue giornate a riempirsi la pancia e a organizzare un giorno sì e l’altro pure feste e e banchetti allestiti nella vigna della sua Villa Giulia ubicata sulla Via Flaminia.

Era più spesso impegnato a discorrere con i cortigiani di cose del mondo che a occuparsi della chiesa.

Evitava di affrontare problemi semplicemente scostandoli da sé, preferendo di gran lunga la vita mondana a quella ecclesiastica.

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Della Fabbrica di San Pietro non si fece carico per nulla preferendo investire i danari nelle casse della chiesa per arricchire la villa privata. Così, a distanza di un paio d’anni dall’inizio del papato di Giulio III, iniziarono a scarseggiare le palanche per mandare avanti il cantiere della basilica.

Mio malgrado fui costretto a rallentare i lavori per la costruzione del nuovo San Pietro, allungando sempre di più i tempi di realizzazione.

Photo by Tomas Anunziata on Pexels.com
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Io e quel papa non avemmo mai un’affinità che dir si voglia: lui veniale e festaiolo, io molto più devoto a Cristo di colui che Cristo avrebbe dovuto rappresentarlo in terra.

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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I was more devoted to Christ than the pope

I was more devoted to Christ than the pope especially if the pontiff called into question was Julius III…

I have served many popes in the course of my long life, some with great pleasure, others with less pleasure and some I was disgusted with.

After the death of Pope Paul III Farnese, Cardinal Gian Maria del Monte was elected in the conclave, choosing the name of Pope Julius III at the time of his coronation, which took place on 22 February 1550.

It is true that I have had great displeasure and not least damage from the Pope’s death because I have received good from him and I hoped even better. It is so pleasing to God: one must have patience.”

So I wrote in a letter addressed to my nephew Lionardo on 20 December 1549


Condivi and Vasari tell how much the new pope was devoted to me but consider that Condivi in particular published my biography during his pontificate and even wanted to dedicate it to him. Probably with these courteous and tendentious flattery he hoped to win some prestigious, well-paid position in his heart.

However, I had already known that man of little faith before he wore the sumptuous papal robes. He had been one of the intermediaries for the last contract relating to the tomb of Pope Julius II della Rovere and he was certainly not in my good graces just as I was not in his but to be honest I did not mind being well received by a pagan dressed as a pope for his own convenience and that of his family.

After his election to the throne of Peter he occupied himself more with his own life than with that of the faithful, dedicating his days to filling his belly and organizing every other day even parties and banquets set up in the vineyard of his Villa Giulia located on the Via Flaminia.

He was more often engaged in chatting with courtiers about worldly matters than in attending to the church.

He avoided facing problems simply by pushing them away from himself, much preferring the worldly life to the ecclesiastical one.

He did not take charge of the Fabbrica di San Pietro at all, preferring to invest the money in the coffers of the church to enrich the private villa. Thus, a couple of years after the beginning of the papacy of Julius III, the palanches to carry on the construction site of the basilica began to run out.

In spite of myself, I was forced to slow down the work for the construction of the new St. Peter’s, lengthening the construction times ever more.

That pope and I never had an affinity, whatever you want to call it: he venial and reveler, I much more devoted to Christ than the one whom Christ was supposed to represent him on earth.

For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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