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La necessità di delegare

Mentre accumulavo sulle gambe e sul groppone anni e acciacchi, mi venivano affidati sempre più incarichi. A taluni committenti non potevo negare la mia collaborazione così dovetti imparare a delegare.

Fu una necessità di cui i miei collaboratori trassero un bel vantaggio.

Da quando fui nominato da Papa Paolo III Farnese architetto di San Pietro, nel 1547, poco a poco cambiò il modo che avevo avuto fino ad allora di gestire il lavoro.

Il progetto per San Giovanni dei Fiorentini a Roma, 1559
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A papa Farnese succedettero altri tre pontefici prima che passassi a miglior vita e ciascuno di loro non si fece troppe remore nell’assegnarmi progetti più o meno grandi. Vero è che papa Paolo IV Carafa volentieri m’avrebbe eliminato fisicamente ma è altrettanto vero che non poteva fermare i lavori della basilica di San Pietro sotto la mia direzione.

Dovetti fare i conti con quello che da solo riuscivo a fare e feci presto a capire che c’era una sola strada possibile da percorrere per tener testa a tutta quella mole di lavoro. Senza perdere tempo mi rivolsi ai collaboratori aumentando le loro responsabilità sui vari luoghi di lavoro.

Supervisori di cantieri di indiscutibile fiducia e direttori di lavori specializzati come soprastanti e capomastri erano presenti nei cantieri per dirigere gli operai secondo quello che avevo stabilito.

Il progetto per la cupola di San Pietro, 1547-1555
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Con l’avanzare dell’età ero divenuto molto abile nel gestire le commissioni e non facevo mai mancare la mia autorevolezza nei cantieri mediane i rappresentanti che di volta in volta nominavo.

Avevo messo in piedi una ristretta cerchia di collaboratori ineccepibili che durante i miei diciassette anni trascorsi da architetto pontificio al servizio di Paolo III, Giulio III, Paolo IV e Pio IV, mi aiutarono a mandare avanti i lavori.

In quello specifico cantiere mi avvalsi della collaborazione di quattro capi cantiere detti soprastanti e tre amici della Reverenda Fabbrica di San Pietro fra i quali Jacopo Meleghino fino alla sua morte avvenuta nel 1549 e il Gaeta, giusto per citarne un paio.

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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The need to delegate

As I accumulated years and aches and pains on my legs and back, more and more tasks were entrusted to me. I could not deny my collaboration to some clients, so I had to learn to delegate.

It was a necessity that my collaborators took full advantage of.

Since I was appointed architect of St. Peter’s by Pope Paul III Farnese in 1547, little by little the way I had had of managing the work changed.

Pope Farnese was succeeded by three other popes before I passed away and each of them did not hesitate too much in assigning me more or less large projects. It is true that Pope Paul IV Carafa would have willingly eliminated me physically but it is equally true that he could not stop the work on St. Peter’s Basilica under my direction.

I had to come to terms with what I was able to do on my own and I soon realized that there was only one possible way forward to cope with all that amount of work. Without wasting time, I turned to the collaborators, increasing their responsibilities in the various workplaces.

Site supervisors of indisputable trust and specialized construction managers such as superintendents and master builders were present on the sites to direct the workers according to what I had established.

With the advancing age I had become very skilled in managing commissions and I never lacked my authority in the construction sites mediating the representatives I appointed from time to time.

I had set up a small circle of impeccable collaborators who, during my seventeen years spent as a papal architect in the service of Paul III, Julius III, Paul IV and Pius IV, helped me carry on the work.

In that specific construction site, I made use of the collaboration of four site managers called soprastanti and three friends of the Reverend Fabbrica di San Pietro, including Jacopo Meleghino until his death in 1549 and Gaeta, just to name a couple.

For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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