Il Giudizio Universale e quell’arazzo mancato
Oggi vi racconto una storia curiosa poco nota relativa a un arazzo che avrebbe dovuto completare il mio Giudizio Universale. Ebbene si, ci fu l’intenzione di realizzare una spalliera stretta e lunga per decorare la parte più bassa della parete, un po’ come accadde qualche anno prima sotto papa Leone X con il primo registro della Sistina e gli arazzi disegnati da Raffaello.
Sedetevi comodi che vi racconto questa storia dal principio, tenendo con una mano la quarta tazza di caffè del giorno mentre l’altra la tengo libera per scrivere.
Dopo l’inaugurazione dei Giudizio Universale avvenuta durante le solenni celebrazioni della vigilia di Ognissanti del 1541, il pontefice papa Paolo III Farnese decise di far sistemare nell’altezza compresa fra il pavimento rialzato e il mio affresco, un arazzo tessuto in seta e oro.
Con il mio consenso, affidò quel lavoro a Perin del Vaga Perino del Vaga. Avrebbe dunque dovuto preparare il modello da tessere per completare la parete d’altare.
«con il consenso di Michelangelo, fecero che Perino cominciò una tela dipinta della medesima grandezza, dentrovi femmine e putti e termini che tenevono festoni, molto vivi, con bizzarrissime fantasie…»
Giorgio Vasari

Perino si mise al lavoro iniziando a dipingere quel modello nel 1542. Ideò un buon numero di elementi ornamentali raccordati con festoni, ghirlande e cornici. Le figure presenti avevano un puro scopo ornamentale e l’artista le realizzò sull’esempio dei miei dipinti, soprattutto della volta. In pratica quel dipinto che poi avrebbe dovuto essere tessuto nelle Finandre, avrebbe esaltato il mio Giudizio e rifinito la parte sottostante, compresa fra le due porte.
E’ un vero peccato che quel progetto poi sia finito in una bolla di sapone. Chissà, forse furono i venti di censura che aleggiavano nell’aria prima ancora che aprisse il Concilio di Trento a far sospendere quell’impresa. La collocazione immediatamente dietro l’altare di una spalliera tessuta con bizzarre fantasie dopo dure le dure polemiche che avevano scatenato i miei nudi, parve probabilmente inopportuna.
Sarebbe stato come gettare benzina sul fuoco acceso dai bigotti e dai moralisti che poco avevano di morale.

La tela dipinta da Parin Del Vaga finì rimase fra le stanze del Belvedere, dove era stato dipinto. Non si sa come, dopo qualche anno l’opera fu ritrovata a Imola e lì la acquistò il cardinale Bernardino Spada che la riportò a Roma.
Il cardinale nel suo Palazzo Spada, fece realizzare appositamente uno studiolo per collocare quell’opera. Mentre la parte più bassa della stanza fu rivestita con pregiate essenze, la tela fu posizionata in alto. I due artisti Andrea Gennaroli e François Perrier proseguirono il lavoro del Vaga lungo le altre pareti dello studiolo in modo da creare un fregio unico.

Sembra che dietro il progetto di quel nuovo studiolo realizzato per accogliere quella spalliera mancata per la Sistina, ci fosse niente meno che il grande Gian Lorenzo Bernini.
Il libro
Se volete conoscere meglio questa curiosa storia e approfondire la produzione artistica di Perino del Vaga, pittore alla corte papale di Paolo III Farnese, vi consiglio il libro “Perino Del Vaga per Michelangelo. La Spalliera del Giudizio Universale nella Galleria Spada” che trovate QUA.
In questo volume curato da Barbara Agosti e silvia Ginzburg, edito da Officina Libraria, viene proposta un’analisi approfondita sulla spalliera che avrebbe dovuto completare la decorazione della parete dell’altare della Cappella Sistina.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
The Last Judgment and that missing tapestry
Today I tell you a curious little-known story about a tapestry that was supposed to complete my Last Judgment. Well yes, there was the intention of creating a narrow and long back to decorate the lower part of the wall, a bit like what happened a few years earlier under Pope Leo X with the first register of the Sistine Chapel and the tapestries designed by Raphael.
Sit back as I tell you this story from the beginning, holding the fourth cup of coffee of the day in one hand while the other is free to write.
After the inauguration of the Last Judgment which took place during the solemn celebrations of All Saints’ Eve in 1541, the Pope Paul III Farnese decided to have a silk and gold tapestry woven in the height between the raised floor and my fresco.
With my consent, he entrusted that job to Perin del Vaga Perino del Vaga. He would therefore have had to prepare the pattern to be woven to complete the altar wall.
«with Michelangelo’s consent, they had Perino begin a painted canvas of the same size, containing females and putti and figures holding festoons, very lively, with very bizarre fantasies…»
Giorgio Vasari
Perino set to work starting to paint that model in 1542. He devised a good number of ornamental elements connected with festoons, garlands and frames. The figures present had a purely ornamental purpose and the artist created them following the example of my paintings, especially of the vault. In practice that painting which then should have been woven in Finland, would have exalted my Judgment.
It’s a real shame that that project ended up in a soap bubble. Who knows, perhaps it was the winds of censorship that were hovering in the air even before the opening of the Council of Trent that caused that enterprise to be suspended. The placement immediately behind the altar of a backrest woven with bizarre patterns after the harsh controversies that my nudes had unleashed probably seemed inopportune. It would have been like throwing fuel on the fire lit by bigots and moralists who had little morals.
The canvas painted by Parin Del Vaga ended up staying in the rooms of the Belvedere, where it had been painted. We don’t know how, after a few years the work was found in Imola and there it was bought by Cardinal Bernardino Spada who brought it back to Rome.
The cardinal in his Palazzo Spada had a small study specially built to house that work. While the lower part of the room was covered with precious essences, the canvas was positioned at the top. the two artists Andrea Gennaroli and François Perrier continued Vaga’s work along the other walls of the study in order to create a unique frieze.
It seems that none other than the great Gian Lorenzo Bernini was behind the project for that new study built to house the missing backrest for the Sistine Chapel.
For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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