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2 gennaio 1425: fu commissionata al Ghiberti la Porta del Paradiso

In quel gelido 2 gennaio del 1425 fu commissionata al Ghiberti la terza porta del Battistero di San Giovanni di Firenze, quella che viene tradizionalmente chiamata la Porta del Paradiso.

L’opera fu affidata all’artista dall’Arte di Calimala, a solo un anno di distanza dal termine della seconda porta del Battistero mentre il programma iconografico delle formelle invece fu affidato a Leonardo Bruni.

Dalle Storie di San Giuseppe. In alto a destra Giuseppe viene tirato su dal pozzo e poi venduto agli Ismaeliti mentre al centro si vede il granaio del Faraone. In basso a sinistra Beniamino viene accusato di aver rubato la coppa d’argento e infine in alto a destra Giuseppe si rivela ai suoi fratelli
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Ci vollero 27 anni per portare a termine quel grandioso lavoro e il Ghiberti era ben consapevole di aver realizzato un vero e proprio capolavoro tanto da scrivere nei suoi Commentari “è la più singolare opera che io abbia prodotta: e con ogni arte e misura et ingegno è stata finita”.

Ma perché viene chiamata Porta del Paradiso?

Secondo il Vasari fui io a chiamare per la prima volta la porta in questo modo facendo una sorta di gioco di parole: tanto era bella che sarebbe stata degna del Paradiso ma non solo.

Paradisium era anche la zona d’onore immediatamente davanti al duomo di Santa Maria del Fiore, dov’era appunto collocato quel portone in bronzo dorato.

Elle son tanto belle che starebbon bene alle porte del Paradiso

Così mi fece pronunciare in merito il Vasari nelle Vite
Dalle storie di Mosè. A sinistra si nota l’accampamento del popolo d’Israele al di là del mar Rosso mentre in alto c’è la montagna con Giosuè e in basso il popolo eletto spaventato
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La Porta del Paradiso è senza dubbio quella più nota del Battistero di San Giovanni. E’ ripartita in 10 riquadri rettangolari ordinati su cinque file. Ciascuno di essi è decorato da tondi contenenti le teste dei profeti. Tutti i riquadri raccontano scene prese dall’Antico Testamento.

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La firma del Ghiberti

Il Ghiberti volle che la paternità di questo capolavoro fosse ben visibile a tutti. Così pensò bene di inserire un suo autoritratto in un una delle teste laterali e di incidere proprio lì vicino le parole [Opus] Laurentii Cionis de Ghibertis / mira[bile] arte fabricatum.

La firma del Ghiberti sulla porta e a sinistra la testa del Ghiberti stesso
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La Porta del Paradiso fu messa a dura prova dallo scorrere del tempo, dalle guerre, da interventi sbagliati e fu quella che subì i danni maggiori durante il terribile alluvione del 1966. Successivamente fu la prima ad essere restaurata e sistemata a partire dal 23 giugno del 2012 all’interno del Museo del Duomo all’interno di una teca.

Oggi si può ammirare all’interno del museo, sormontata come in origine dal gruppo scultoreo originale del Sansovino con il Battesimo di Gesù del 1502 e l’Angelo aggiunto a fine Settecento di Spinazzi.

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La prossima volta che vi capiterà di ritrovarvi davanti alla copia della Porta del Paradiso del Battistero fate caso a una cosa curiosa: è affiancata da due colonne in porfido.

Sono quelle donate che Pisa donò a Firenze come ringraziamento per l’aiuto che la città aveva prestato per combattere gli infedeli in una battaglia alle Baleari risalente al 1115.

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Prima di salutarvi vi propongo un interessante libro che vi racconta per filo e per segno la storia della Porta del Paradiso del Ghiberti: dalle origini fino all’ultimo importante restauro a cui è stata sottoposta, diretto da Annamaria Giusti e durato più di vent’anni.

Il volume dal titolo “Porta Del Paradiso. Ghiberti”, introdotto da Simonetta Brandolini d’Adda e Cristina Acidini, è a cura di Gary Radke e Annamaria Giusti e­ propone le immagini dopo il restauro, ma rievoca anche la storia dell’opera, le sue vicissitudini e rilegge con attenzione le storie bibliche incise nelle sue formelle. Lo trovate QUA.

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

January 2, 1425: Ghiberti was commissioned to design the Gates of Paradise

On that freezing January 2, 1425, Ghiberti was commissioned to design the third door of the Baptistery of San Giovanni in Florence, which is traditionally called the Door of Paradise.

The work was entrusted to the artist by the Arte di Calimala, just a year after the completion of the second door of the Baptistery, while the iconographic program of the panels was instead entrusted to Leonardo Bruni.

It took 27 years to complete that grandiose work and Ghiberti was well aware of having created a real masterpiece so much so that he wrote in his Commentaries “it is the most singular work that I have produced: and with every art and measure and ingenuity it’s over.”

But why is it called Heaven’s Gate?

According to Vasari, it was I who called the door for the first time in this way, making a sort of play on words: it was so beautiful that it would have been worthy of Heaven but not only.

Paradisium was also the area of honor immediately in front of the cathedral of Santa Maria del Fiore, where that gilded bronze door was located.

They are so beautiful that they would fit well at the gates of Paradise

This is how Vasari made me pronounce on the matter in the Lives

The Porta del Paradiso is undoubtedly the best known of the Baptistery of San Giovanni. It is divided into 10 rectangular boxes arranged in five rows. Each of them is decorated with roundels containing the heads of the prophets. All the panels tell scenes taken from the Old Testament.

Ghiberti’s signature

Ghiberti wanted the authorship of this masterpiece to be clearly visible to everyone. So he thought it well to insert his self-portrait in one of the lateral heads and to engrave the words [Opus] Laurentii Cionis de Ghibertis / mira [bile] arte fabricatum right next to it.

The Gate of Paradise was put to the test by the passage of time, by wars, by wrong interventions and it was the one that suffered the most damage during the terrible flood of 1966. It was subsequently the first to be restored and arranged starting from 23 June of the 2012 inside the Cathedral Museum inside a display case.

Today it can be admired inside the museum, surmounted as originally by the original sculptural group by Sansovino with the Baptism of Jesus from 1502 and the Angel added at the end of the eighteenth century by Spinazzi.

The next time you happen to find yourself in front of the Baptistery’s copy of the Porta del Paradiso, pay attention to a curious thing: it is flanked by two porphyry columns. These are the donated ones that Pisa gave to Florence as thanks for the help that the city had lent to fight the infidels in a battle in the Balearic Islands dating back to 1115.

For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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