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Il Mosè e l’interpretazione di Freud

Era il 1914 quando sulla rivista Imago fu pubblicato un saggio di Sigmund Freud nel quale metteva nero su bianco le sue considerazioni psicologiche sul mio Mosè.

L’intenzione di Freud non era quella di studiare la figura del patriarca ma bensì quella di descrivere le proprie sensazioni dinnanzi all’opera che avevo scolpito diversi secoli prima.

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L’articolo iniziava con un punto d’osservazione singolare ovvero il nodo della barba che il Mosè forma con la mano sinistra. Freud lo interpretò come il sopravvento della ragione sulla rabbia. Gli parve che l’iracondo Mosè riuscisse a tenere sotto controllo la sua ira nel momento in cui vidde il suo popolo in preda all’idolatria.

Certamente Freud pensò a un Mosè diverso da quello che corrisponde alla tradizione biblica, assai iracondo e infiammato spesso dalla passione. La cosa ganza è che in successione poi descrisse i movimenti che il patriarca avrebbe compiuto fino a trovarsi nella posa che gli diedi secondo il suo modo di vedere e interpretare.

Foto credit Andrea Jemolo
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A seguire vi propongo uno stralcio di quel trattato:

” Così vediamo che le tavole della legge che Mosè tiene in mano sono sottosopra, esse sono capovolte e in equilibrio su uno spigolo. Perché Michelangelo le scolpì in tale posizione ? Cominciamo a sospettare che le tavole siano arrivate all’attuale posizione in seguito ad un movimento precedente e che questo movimento sia stato conseguenza dello spostamento della mano destra , da noi ipotizzato , e che a sua volta abbia costretto la mano a indietreggiare di nuovo . I movimenti della mano e delle tavole si possono coordinare così: dapprima Mosè quando era tranquillamente seduto portava le tavole perpendicolarmente sotto il braccio destro . La mano destra ne stringeva i bordi, i bordi inferiori e trovava una presa nella prominenza della parte interiore . Il fatto che portarle sottosopra rendesse più facile trasportarle spiega a sufficienza il perché sono sottosopra. Poi venne il momento in cui la tranquillità di Mosè fu disturbata dai rumori , egli volse la testa in direzione dei rumori e quando vide il triste spettacolo , sollevò il piede pronto ad alzarsi , lasciò la presa precedente sulle tavole con la mano che immerse nella barba , come per dirigere un impeto d’ira verso di sé, le tavole così restarono affidate alla pressione del braccio , che doveva premerle contro il fianco .Ma questo sostegno non era sufficiente così le tavole cominciarono a scivolare in avanti verso il basso . Il bordo superiore che era stato tenuto orizzontalmente cominciava ad inclinarsi in avanti e in giù, il bordo inferiore privato del sostegno si adagiò sul sedile di pietra con lo spigolo anteriore .

Ancora un attimo e le tavole avrebbero ruotato intorno al nuovo punto di sostegno . Avrebbero colpito il suolo con il bordo che si trovava in alto e sarebbero andate in frantumi .Per impedire questo la mano destra si ritirò , lasciò andare la barba , una parte della quale venne involontariamente portata indietro senza volere , ma arrivò in tempo sul bordo superiore delle tavole e le trattenne per l’angolo posteriore che ora era diventato il più alto . Così l’aria forzata dell’insieme : mano – tavole rovesciate – barba , si può spiegare con un movimento precipitoso ( dovuto all’ira per ciò che videro i suoi occhi ) della mano e le sue naturali conseguenze ..

Foto di Andrea Jemolo
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Il Mosè che abbiamo ricostruito non si alzerà , non getterà lontano le tavole , ciò che Michelangelo ha rappresentato non é l’inizio di una azione violenta dovuta all’ira ma ciò che resta di una serie di movimenti già conclusi . In un primo tempo Mosè voleva agire , alzarsi in piedi ,e vendicarsi , ma ora la tentazione è vinta , e resterà seduto , immobile , con la sua collera raggelata e il suo dolore misto al disprezzo . Non butterà via le tavole della legge perché è per salvarle che ha dominato la sua rabbia tenendo sotto controllo la sua passione .

Nel dare sfogo alla sua rabbia le tavole stavano per cadere e rompersi questo evento lo riportò immediatamente alla calma , egli si ricordò della sua missione e per essa rinunciò ai suoi propositi e ai suoi sentimenti . Tratto da Il Mosè di Michelangelo di Freud.

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Il libro

Se volete leggere tutta l’analisi psicologica che Freud fece del mio Mosè, vi propongo il piccolo volume Il Mosè di Michelangelo che trovate QUA.

Se invece preferite un libro che vi raccotni per filo e per segno sia la storia del mio Mosè che del resto della Tomba che mi commissionò Giulio II, Michelangelo, il marmo e la mente scritto da Christoph Luitpold Frommel con i meravigliosi scatti di Andrea Jemolo, è quello che fa al caso vostro.

Il questo libro l’autore ripercorre dall’inizio alla fine tutta la storia della Tomba di Giulio II che mi impegnò la mente e il corpo per una quarantina d’anni. Come ebbi modo di affermare in diverse occasioni, quella commissione fu la tragedia della mia vita. Lo trovate QUA

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti con i suoi racconti e le sue proposte per il momento vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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