A Lionardo: vieni ma non portar nessuno d’impiccio e torna a casa tua presto
Nella prima metà del gennaio del 1561 il mi nipote Lionardo volentieri sarebbe venuto a trovarmi a Roma ma non esitai a scrivergli di starsene a casa sua: non era quello il momento più opportuno.
“Del venire ora qua none è tempo, perché sto in modo che sarebbe uno acrescermi noia e affanno”. E’ vero che da lungi non ero più un giovanotto ma avevo mille cose da fare nonostante a pesarmi sul groppone avevo 86 anni. Un’età da Matusalemme all’epoca, quando la vita media era di circa 50 per gli uomini che potevano avere accesso a qualche agio in più rispetto al resto della popolazione.
Prima di concludere la lettera aggiunsi che “quando sarà tempo te n’aviserò”. Insomma, lo avrei avvertito io quando sarebbe potuto venire fin da me.
Diverse settimane dopo ripresi carta e penna per dirgli l’aspettavo dopo Pasqua oppure quando gli era più comodo raggiungermi. Non esitai nemmeno un secondo a rendergli noto di non portare nessun altro con sé perché avevo qualche donna al servizio e non sarebbero bastate stoviglie, coperte e altri agi per tutti.
Mica finita qua. Precisai che non avrebbe dovuto fermarsi a Roma più di due o tre giorni al massimo. Beh insomma, dopo un così lungo viaggio avrebbe potuto riposarsi ben poco. Ma d’altro canto non potevo star dietro anche a lui: avevo diversi progetti da condurre e prosciugavano ogni mia energia.
Roma, 22 marzo del 1561
Lionardo, io t’aspecto dopo le feste, o quando t’è comodo, perché non è cosa che importi.
Fa’ d’aver buona compagnia e non menar teco gente che io abbia a tener qua in casa, perché ci ò donne e poche masseritie; e infra dua o tre dì ti potrai ritornare a Firenze, perché con poche parole ti farò intendere l’animo mio. Ai venti dua di marzo mille cinque cento sessantuno.
Michelagniolo Buonarroti in Roma. A Lionardo Buonarroti in Firenze.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
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Tipico di alcuni vecchi il non desiderare di avere intorno alcuno. Certo che, nonostante l’età già di molto avanzata, Michelangelo era ancora in forze e pieno di progetti e non pensava certo alla morte. Buon fine settimana.
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Fui così anche da giovane, ho spesso preferito starmene per conto mio. Per quel che riguarda la morte ci pensavo eccome: ho scritto versi memorabili proprio pensando alla fine dei giorni 😉 Grazie, buon fine settimana anche a lei
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