Davicte cholla frombae io collarcho: ecco il significato
Davicte cholla fromba e io collarcho, così annotai a margine di un foglio in cui sono presenti due studi per il David. Si vede una figura intera e un braccio destro.
Vista la postura è ipotizzabile che lo studio per il David in piedi sia quello in bronzo che mi fu commissionato nel 1502 dalla Signoria con l’intenzione di regalarlo al favorito del re di Francia, il maresciallo di Gié Pierre de Rohan.
Quel David era assai diverso rispetto al gigante in marmo che oggi potete ammirare alla Galleria dell’Accademia di Firenze. Era sì nudo ma aveva un turbante che gli copriva il capo. Mentre in una mano stringeva la fionda, nell’altra teneva una sacca con le pietre e con il piede destro schiacciava la testa di Golia oramai vinto.
Il disegno del braccio destro invece è relativo al David in marmo di Carrara.
La nota al lato Davicte cholla fromba e io collarcho ha dato adito nel corso dei secoli a differenti interpretazioni sebbene al momento, a mio avviso, la più plausibile rimanga solamente una.
C’è chi sostiene come Clements che siano un primo abbozzo dei versi che poi sarebbero stati incisi sul piedistallo del David in bronzo, oggi perduto
Pecchiai sostiene invece che quell’arco nominato potrebbe essere quello di Amore quasi come se lo stesso dio pronunciasse quelle parole.
L’ipotesi interpretativa più accreditata è però quella che ha a che fare con un confronto diretto fra l’arma con cui i giovane David sconfisse Golia, ovvero la fromba e quella che adoperai io per per vincere la materia, alias l’arco.
L’arco non dovete intenderlo come quello che serve per tirare le frecce ma bensì è il trapano ad arco per “straforare il marmo tanto con arte“ come scrisse il Vasari facendo riferimento alla Pietà Vaticana. Era lo strumento che noi scultori s’adoperava per forare il marmo e penetrare in profondità. Avete presente i riccioli del David o i suoi occhi? Ecco, per riuscire a entrare così a fondo nella materia dovetti usare giocoforza il trapano ad arco.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
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