Dante che guarda Firenze dal sagrato di Santa Croce
Dante sorveglia Firenze dal sagrato della Basilica di Santa Croce con il suo sguardo severo e accigliato com’a dire: “M’avete esiliato e ora mi celebrate con tutti gli onori? Gente ingrata”.
La scultura in marmo di Carrara ha il capo cinto d’alloro e sostiene con la mano destra la Divina Commedia. Ai suoi piedi si vede un aquila con me ali semi spiegate, allegoria della giustizia. Il basamento è caratterizzato da riquadri di marmo rosso di Verona e dall’iscrizione del 1865.
Agli angoli fanno la loro comparsa i quattro leoni che con una zampa sollevata tengono lo scudo sul quale sono incisi i altrettanti nomi di opere dantesche.
Lo zoccolo in bardiglio è interamente decorato con gli stemmi affiancati di quaranta diverse città.
La scultura celebrativa di Dante fu realizzata da Enrico Pazzi nel 1865, in occasione della nascita del poeta. L’opera ebbe una lunghissima gestazione tanto che per portarla a termine ci vollero 14 lunghi anni. In realtà il Pazzi aveva già proposto questo monumento alla città di Ravenna che la rifiutò per i costi elevati di realizzazione. Lo scultore non si diede per vinto e la ripropose a Firenze.
Per trovare i fondi necessari per la sua realizzazione, nel 1857 venne formato un comitato per la raccolta dei danari. Furono tanti quelli che diedero il loro prezioso contributo e fra i personaggi noti si annoverano niente meno che Giuseppe Verdi e Alessandro Manzoni.
La destinazione scelta per l’opera fu il centro di Piazza di Santa Croce. Venne inaugurata il 14 maggio del 1865 in concomitanza con le celebrazioni del 600° anno dalla nascita di Dante. Il momento solenne fu onorato dalla presenza di Re Vittorio Emanuele II.
Il terribile alluvione del 1966 coinvolse anche l’opera che ebbe la necessità di essere restaurata. Dopo il restauro accurato si scelse di cambiare collocazione all’opera sistemandola sul sagrato della Basilica dove ancora oggi ci guarda tutti dall’alto in basso.
I libri
Quest’anno, 2021, si celebrano i 700 anni dalla morte di Dante e oltre alle varie iniziative in corso come la mostra online degli Uffizi, sono usciti interessanti libri dedicati al Sommo Poeta.
Fra i più interessanti c’è quello di Alessandro Barbero che ci porta indietro fino al tempo in cui Dante ha vissuto. Cosa significava essere ragazzi prima e poi adulti nel suo tempo? Un interessante analisi ben scritta e illuminante per certi versi. Il libro lo trovate QUA.
Un altri libro che ho il piacere di consigliarvi è quello di Aldo Cazzullo: A riveder le stelle. Dante, il poeta che inventò l’Italia. L’autore ci porta a una lettura più attenta e ragionata della Divina Commedia per comprendere qualcosa in più sulla nascita della nostra identità nazionale e per essere consapevoli di chi siamo e di quanto valiamo. Il libro lo trovate QUA.
Se ancora non avete avuto modo di leggere per intero la Divina Commedia, vi consiglio di farlo vivamente. E’ parte della nostra storia e senza dubbio merita di essere conosciuta. Difficile comprendere la grandezza di Dante senza aver letto i suoi versi. L’edizione che vi propongo è super economica e la trovate QUA.
Per il momento il vostri Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post

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Bell’ articolo interessante sulla storia della statua dedicata a Dante. Grazie anche per i libri consigliati. Conosco sia Barbero che Cazzullo, sono convinta che i loro libri saranno davvero molto piacevoli da leggere. Un approfondimento interessante. Ti lascio qui una poesia che scrissi il 13 settembre 2018 anniversario della sua morte avvenuta il 13 settembre del 1321. Spero tu gradisca e perdoni la mia sfacciataggine. Un caro saluto. Isabella
A DANTE
Se debbo a te pensare
Sommo Poeta,
ti vedo chino
a scrivere
con la tua penna d’oca,
serio e pensieroso.
Tu,
fiero cittadino,
orgoglioso fiorentino,
pronto a raccontar
della tua vita,
di quell’ amor vivificante
per donna Beatrice,
del tuo triste esilio,
lontano dall’amata Firenze.
A te
Sommo Poeta,
padre della nostra lingua italiana,
uomo dal grande rigore morale,
uomo di grande fede,
va la nostra riconoscenza
per esser stato capace
di scrivere
nella lingua del ”volgo”,
l’opera che il mondo tutto
giustamente
ci invidia.
Isabella Scotti 11 gennaio 2017
testo : copyright legge 22 ottobre 1941 n° 633
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