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Tutti a voler cose mie ma…

Volevano tutti lavori da me. Erano disposti a fare carte false e a sborsare un sacco di danari per una scultura, un dipinto, una fusione o un disegno. Ero carico di lavoro e non ce la facevo star dietro a tutti e poi a dire il vero nemmeno mi interessava più di tanto accontentarli, sia chiaro.

Per cercare di ottenere ciò che volevano, non solo mi proponevano di fare ciò che desiderassi ma addirittura passavano attraverso i miei amici con la speranza di aver più fortuna.

Mica potevo star dietro a tutti. Era un continuo ricevere lettere come quella che voglio mostrarvi oggi. Il cardinale Grimano s’era messo in testa di ottenere qualcosa indovinate di chi? Di mio, tanto per cambiare. Così chiese a Bartolommeo Angelini di metterci una parola buona…

Roma, 27 giugno del 1523

Carissimo Michelangelo,

è più tempo nonn v’ò schritto, ché no m’è ochorso, nonnistamte che sempre v’abbi nel quore, e averò finch’arò vita.

Ma trovamdomi pochi giorni fa chol cardinale Grimano, venimo a ragionamento di voi, dove mi preghò vi schrivessi e vi preghassi che fussi chomtemto farli quel quadretto per uno studiolo, chome di gia v’adimandò, et dice li promettesti; e rimette in voi della materia della famtasia, ho pittura ho getto et schultura, quel ch’è più chomodo a voi, quel facciate, e che del prezzo la rimetterà in voi, che quel tamto l’adimanderete, tamto vi darà, et amchora sopra di più restarvi hoblighatissimo.

Però, charo Michelamgniolo, perch’io desidero farvi bene e chompiacervi, e alsì a llui, quamdo e’ vi sia chomodo, del paghamento lassatene a me la chura, che vi farò paghare chostà li danari, e quamto adimanderete.

E certamente desidera tamto aver qualchosa di vostra mano, quamto desidera la propia salute. Però, semdovi chomodo il rispondermi dell’animo vostro, me ne farete simghular piacere, richordandovi che sempre sonno vostro et nonn desidero altro che chompiacervi e che mi chomandiate. Che Iddio in sanità vi chomservi.

Di nuovo nonn so che dirvi. Siamo al presente chom pocha ho niente di peste, Iddio grazia; et voi, per l’amore vi porto, vi chomforto a lo stare a bona ghuardia, che Iddio inn sanità vi chomservi.

Vostro Bartholommeo Angielini in Roma. Allo suo carissimo Michelamgelo Bonarroti schultore in Fiorenza.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi racconti

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