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Quand’il servo il signor d’aspra catena…

 Quand’il servo il signor d’aspra catena
senz’altra speme in carcer tien legato,
volge in tal uso el suo misero stato,
che libertà domanderebbe appena.
    E el tigre e ‘l serpe ancor l’uso raffrena,
e ‘l fier leon ne’ folti boschi nato;
e ‘l nuovo artista, all’opre affaticato,
coll’uso del sudor doppia suo lena.
    Ma ‘l foco a tal figura non s’unisce;
ché se l’umor d’un verde legno estinge,
il freddo vecchio scalda e po’ ‘l nutrisce,
e tanto il torna in verde etate e spinge,
rinnuova e ‘nfiamma, allegra e ‘ngiovanisce,
c’amor col fiato l’alma e ‘l cor gli cinge.
    E se motteggia o finge,
chi dice in vecchia etate esser vergogna
amar cosa divina, è gran menzogna.
    L’anima che non sogna,
non pecca amar le cose di natura,
usando peso, termine e misura.

Il vostro Michelangelo Buonarroti che vi augura una buona serata… oh, c’ho sempre la febbre alta…un ne posso più

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