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Un trattato di anatomia tradotto in scultura: il David

“Guarda la che mani grandi però che gl’ha scolpito”…”la testa, hai visto che testa gigante rispetto al torso?” “ma quel coso lì piccino? Non poteva farlo un po’ più grande?” Oltre alle varie lodi che sento ogni singolo giorno uscire dalle bocche delle persone che entrano nella Tribuna del David, c’è chi si lancia in affermazioni poco lusinghiere che fra le altre cose non stanno né in cielo né in terra.

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A quelli che criticano la scultura ritenendola poco proporzionata vorrei dire di guardarla meglio: il David è perfetto e non ha niente che sia fuori misura.

Il David nel corso dei secoli è stato analizzato, scrutato, controllato e studiato in mille modi diversi. Poteva mancare forse una rigorosa osservazione da parte di esperti in anatomia? Ovvio che no. I due medici specialisti Pietro Antonio Bernabei e Massimo Gulisano furono incaricati dall’oramai smantellato Polo Museale Fiorentino di studiare dal vero le anatomie sia di questo capolavoro che di altre opere mie come ad esempio il Crocifisso di Santo Spirito.

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photo credit aurelio Amendola
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Gli studi sul David venivano effettuati in notturna ovvero dopo che la Galleria chiudeva i battenti al pubblico. In poco tempo venivano montati i ponteggi attorno al Gigante e i due studiosi potevano palpare con mano ogni singolo dettaglio del marmo come se fosse una mistione reale di carne, ossa, tendini e vene.

La relazione depositata da Bernabei e Gulisano rivela particolari solitamente non notati da chi si trova al cospetto del David. Facile rimanere ammaliati dalla sua bellezza, dalla sua imponenza, dal fatto di essere stato scolpito in un unico blocco dalle dimensioni colossali ma conoscendo la sua perfezione anatomica a fondo si può rimanere quasi scioccati.

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Il David che scolpii io, a differenza del ragazzino narrato nella Bibbia,  è un giovanotto che ha un’età stimabile fra i venti e i trent’anni circa. Un giovane in ottime condizioni di salute, ben nutrito, con una costituzione assai robusta e caratterizzato da uno sviluppo scheletrico armonico. I tratti somatici del volto rimandano col pensiero alle popolazioni balcaniche o al limite slavo-balcaniche. Ha tratti mascolini ben marcati come le spalle larghe rispetto ai fianchi e l’assenza di accumuli adiposi.

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Le mani spesso considerate da molti dopo la prima occhiata sproporzionate,  in realtà non lo sono. Le mani infatti sono poco meno lunghe dell’avambraccio rispettando i classici canoni antropometrici. Stessa cosa vale per il pene e i testicoli che hanno dimensioni adeguate che rientrano nella norma. Il testicolo sinistro ha dimensioni maggiori dell’altro come prevede la norma anatomica. Il David non è circonciso eppur è di origine israelitica.

Le strutture muscolari sono riprodotte in maniera impeccabile: il volto assume un’espressione quasi di aggressività mediante la contrazione del muscolo procerus e del corrugatore delle sopracciglia abbinati al dilatatore delle narici.

I muscoli del collo sono rappresentati in modo corretto: ci sono i due sternocleidomastoidei con il sinistro più contratto che rende possibile la rotazione del capo.

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Insomma, tutti i muscoli scolpiti presentano contrazioni consone alla posizione e allo stato di tensione del Gigante di marmo. Non c’è dettaglio di vene o tendini che sia impreciso e non descrittivo della situazione nella quale si trova il David. Un capolavoro anatomico da far impallidire il più esperto degli anatomisti. Al David spetta di diritto l’essere un trattato di anatomia tradotto in scultura.

Sembra quasi una persona reale resa di marmo dopo lo sguardo pietrificante di Medusa.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e la perfezione indiscutibile delle sue anatomie.

dal film Michelangelo Infinito

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