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Colpa è di chi m’ha destinato al foco

 Al cor di zolfo, a la carne di stoppa,
a l’ossa che di secco legno sièno;
a l’alma senza guida e senza freno
al desir pronto, a la vaghezza troppa;
    a la cieca ragion debile e zoppa
al vischio, a’ lacci di che ‘l mondo è pieno;
non è gran maraviglia, in un baleno
arder nel primo foco che s’intoppa.
    A la bell’arte che, se dal ciel seco
ciascun la porta, vince la natura,
quantunche sé ben prema in ogni loco;
    s’i’ nacqui a quella né sordo né cieco,
proporzionato a chi ‘l cor m’arde e fura,
colpa è di chi m’ha destinato al foco.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti che stamani ha deciso di iniziare la giornata con alcuni dei suoi appassionati e appassionanti versi

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