Il male che giova e il bene che nuoce
Oggi piove e d’andare a spasso per Firenze con l’ombrello non ne ho alcuna voglia. Mi son messo a scartabellare fra le lettere che scrissi e ho trovato questa qua. E’ la lettera che scrissi a Papa Clemente VII in merito ai lavori che stavo effettuando per la realizzazione della Sagrestia Nuova del San Lorenzo. Oramai la lanterna era stata issata e mancava la realizzazione della palla che volli fosse fatta a facce per differenziarla dalle altre.
Firenze 31 Dicembre 1525
Beatissimo padre,
perché e’ mezi spesse volte sono chagione di grande schandoli, però i’ ò preso ardire di schrivere senza quegli a Vostra Santità circha le sepulture qua di San Lorenzo.
Io dicho che non so qual si sia meglio, o ‘l mal che giova, o ‘l ben che nuoce; io son certo, così pazo e cattivo com’io sono, che se io fussi stato lasciato seguitare chome avevo chominciato, che e’ marmi per dette opere a questa ora ci sarebon tucti, e chon mancho spesa assai che non s’è fatto insino a ora, bozzati al proposito, e sarebbon chosa mirabile, chome degli altri che io ci ò chondocti.
Ora, io ne vego qua condotti una certa quantità, che io non so chome e’ si sieno al proposito, né sso quello che si facci là dove si chavano, e vego la [chosa] andare molto a lLunga; però, se nulla avenissi che non piacessi a Vostra Santità, io mi schuso chon quella, che non ci avendo alturità, non mi pare anche averci cholpa, e priego quella che, volendo che io facci chosa nessuna, che non mi dia nell’arte mia uomini sopra chapo, e che mi presti fede e diemi libera chommessione, e vedrà quello che io farò e il chonto che a quella io renderò di me.
La lanterna qua della chapella di decto San Lorenzo, Stefano l’à finita di mecter sù e schopertola, e piace universalmente a ognuno, e chosì credo farà a Vostra Santità. Facciàn fare la palla, che viene alta circha un braccio e io ò pensato, per variarla dall’altre, di farla a faccie, che credo che arà gratia; e chosì si fa.