Il colosso per Carrara che mi mancò di scolpire
Nell’aprile del 1505 me ne andai sulle cave di Carrara assieme ad un paio di fidati servitori per cercare i marmi da scolpire per il complesso monumentale di Giulio II.
Otto mesi arrampicato sulle Alpi Apuane aspettando che i cavatori estraessero dal cuore di quelle montagne ciò che faceva al mio caso. Tanti mesi di inoperosità mi pesarono assai e iniziai a lavorare di fantasia.
Mi venne l’idea di scolpire direttamente sui marmi ancora ancorati a quelle montagne, un colosso paragonabile per grandezza a quello di Rodi che potesse essere visto a grande distanza. Se solo avessi avuto più tempo forse lo avrei realizzato. Le sfide impossibili erano il mio pane quotidiano.
Ma dovetti tornare a Roma al cospetto di Giulio II per mostrargli le carrate di marmo che avevo scelto per la tua tomba. Il Vasari fa menzione di queste mie fantasie nelle “Vite” con queste parole:
“ hebbe molti capricci di fare in quelle cave, per lasciar memoria di sé…, statue grandi invitato da que’ massi. Gli venne voglia di fare un Colosso, che da lungi apparisse a’ naviganti. Et certo l’harebbe fatto se ‘l tempo bastato gli fusse, o l’impresa per la quale era venuto, l’havesse concesso. Del che un giorno lo sentii molto dolere. Or cavati e scelti que’ marmi, che li parvero a bastanza, condotti che gli ebbe alla marina, et lasciato un suo, che gli facesse caricare, egli a Roma se ne tornò. Et perciò che s’era alcuni giorni fermo in Firenze, trovò, quando giunse, che una parte n’era arrivata a Ripa.”
Il vostro Michelangelo Buonarroti che oggi dedica la giornata ai cavatori di Carrara e a tutti problemi che hanno avuto in questo ultimo periodo.

Photo credit unknow
