Vai al contenuto

Cappella Sistina: ecco quali sono i primi elementi che affrescai

Vi siete mai chiesti da dove iniziai ad affrescare la volta della Cappella Sistina? Ve lo racconto io cominciando dal principio.

I primi elementi che tracciai sull’intonaco furono i due tratti di cornice che comprendono la scena del Diluvio Universale.

Annunci

Ultimati quelli passai a realizzare il Diluvio ma non quello che vedete oggi bensì una prima versione non più apprezzabile perché io stesso volli farla buttare a terra.

“Fatto il quadro del Diluvio, se gli cominciò l’opera a muffare, di maniera che appena si scorgevan le figure” racconta il Vasari. Probabilmente adoperai un’intonaco troppo umido che con il passare dei giorni invece che essiccare come avrebbe dovuto fare, causò l’insorgenza di muffe sulla superficie pittorica, rovinando il lavoro.

Non tutto però fu perduto. Proprio la prima parte che avevo realizzato non mostrò alterazioni significative e volli fosse mantenuta.

Annunci

La sequenza delle giornate che è stata riscontrata durante il grande restauro diretto da capo restauratore Colalucci, dimostra che quel primo lavoro cominciai a farlo all’interno del campo della scena e non dal bordo, come di consueto.

Ebbene, quella zona che testimonia ancora adesso quella prima stesura, corrisponde al gruppo di persone che affollano l’isolotto, formato dalle prime sei giornate di lavoro.

Cosa che in pochi sanno è che quella porzione la dipinsi in gran parte a secco, a tempera, tecnica che poi abbandonai per il resto della scena dopo il rifacimento. Insomma, feci demolire tutto il resto della scena mantenendo solo l’isolotto in buone condizioni.

Annunci

Procedendo con il lavoro evitai di dipingere a secco il più possibile ma per un periodo limitato continuai a usare pigmenti stesi a secco come per esempio il minio che ricompare anche nei rossi del Sacrificio di Noè.

Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

© Riproduzione riservata

Annunci

Sistine Chapel: here are the first elements I frescoed

Have you ever wondered where I started frescoing the vault of the Sistine Chapel? I’ll tell you about it, starting from the beginning.

The first elements I traced on the plaster were the two sections of the frame that include the scene of the Great Flood.

Once those were finished, I moved on to create the Flood, but not the one you see today, but a first version that is no longer appreciable because I myself wanted to have it thrown to the ground.

“After I painted the picture of the Flood, the work began to mold, so that the figures could barely be seen,” Vasari said. I probably used plaster that was too damp, which over the days, instead of drying as it should have, caused mold to form on the painted surface, ruining the work.

However, not everything was lost. The first part I had created did not show any significant alterations and I wanted it to be kept.

The sequence of days that was found during the great restoration directed by the head restorer Colalucci, shows that I began to do that first work inside the field of the scene and not from the edge, as usual.

Well, that area that still bears witness to that first draft, corresponds to the group of people who crowd the islet, formed by the first six days of work.

What few people know is that I painted that portion mostly dry, in tempera, a technique that I then abandoned for the rest of the scene after the remake. In short, I had the rest of the scene demolished, keeping only the islet in good condition.

Proceeding with the work I avoided painting dry as much as possible but for a limited period I continued to use pigments spread dry such as minium that also appears in the reds of Noah’s Sacrifice.

For the moment, yours ever Michelangelo Buonarroti bids you farewell, making an appointment with you in the next posts and on social media.

© Reproduction reserved

Sostienici – Support Us

Se questo blog ti piace e ti appassiona, puoi aiutarci a farlo crescere sempre più sostenendoci in modo concreto condividendo i post, seguendo le pagine social e con un contributo che ci aiuta ad andare avanti con il nostro lavoro di divulgazione. . ENGLISH: If you like and are passionate about this blog, you can help us make it grow more and more by supporting us in a concrete way by sharing posts, following social pages and with a contribution that helps us to move forward with our dissemination work.

10,00 €

  • La Madonna con Bambino del Sassoferrato: capolavoro del Natale tra classicismo e spiritualità

    🇮🇹Il dipinto del Natale che vi propongo oggi è la Madonna con Bambino che le porge un frutto di Giovanni Battista Salvi, più noto come il Sassoferrato. La Vergine appare trasognata, assorta in un pensiero intimo, mentre porge alla luce il lato destro del volto… 🇬🇧The Christmas painting I’m featuring today is the Madonna and…

  • Bartolo Cattafi: fra libro di poesia e libro d’arte. La recensione

    Nuova lettura. Bartolo Cattafi fra libro di poesia e libro d’arte di Silvia Frailes, pubblicato da Olschki Editore, esplora il legame unico tra poesia e arti visive. Cattafi non è solo poeta: i suoi libri diventano vere opere d’arte, dove parola, immagine e forma dialogano…

  • La Madonna della Scala: il mio primo capolavoro

    🇮🇹La Madonna della Scala, custodita oggi di consueto a Casa Buonarroti, è la mia prima opera scultorea arrivata fino ai vostro giorni. Avevo sedici anni quando terminai di metter mano a quello stiacciato che imita ma oltrepassa lo stile di Donatello… 🇬🇧The Madonna della Scala, now housed as usual at Casa Buonarroti, is my first…

Annunci

Leave a Reply