Il lavoro nel bacino marmifero di Seravezza e la mia collaborazione con Donato Benti
L’angoscia di non poter condurre a termine gli incarichi presi m’arroventava l’animo quasi fossi un ferro di cavallo battuto sull’incudine di un maniscalco.
Papa Leone X de’ Medici m’aveva di fatto obbligato ad andare a cercar marmi nelle pertinenze di Seravezza per dar forma alla facciata della Basilica di San Lorenzo, a Firenze. Mio malgrado e dopo diversi mesi di tentennamenti dovetti obbedire, non ebbi altra scelta.

L’ignoto mi aspettava. Oramai conoscevo molto bene sia i cavatori di Carrara che quei bacini marmiferi mentre le cave di Seravezza mi erano sconosciute ancora.
Andai incontro a difficoltà enormi ma un po’ me l’aspettavo. “Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che lascia, e non sa quel che trova” recita non a caso il noto adagio.
Nel 1518 contrattai con un atto ufficiale rogato dal notaio Giovanni di Poalo Badessi nove scalpellini, quasi tutti di Settignano e uno del paese di Azzano: Bastiano di Angelo Benedecto, più noto come Angelotto.
In un tempo di cinque anni avrei dovuto cavare tutti i marmi necessari per la facciata di San Lorenzo. Marmi “da cavare et sbozare nella montagna et iurisditione della terra di Peitrasanta…in loco decti Finochiaia, sive Transvaserra… et dirimpetto et riscontro il loco decto alla Cappella“.
In quel periodo m’avvalsi della collaborazione dello scultore fiorentino Donato Benti che da tempo aveva scelto come residenza la cittadina di Pietrasanta. Era lui che si occupava di mandare avanti i lavori di estrazione quando, per tener testa a tutti gli impegni che m’ero preso, dovevo assentarmi per periodi più o meno lunghi.
Fu quello uno dei momenti più difficili e impegnativi della mia vita. Stipulavo accordi, firmavo contratto con i cavatori e gli scalpellini e dovevo tener testa a tutte le difficoltà del caso, arrabbiandomi un giorno sì e l’altro anche con chi lavorava con me.
“Monterò subito a chavallo e anderò a trovare el chardinale de’ Medici e el Papa, e dirà loro el facto mio, e qui lascierò la impresa e ritorneronmi a Charrara che ne son pregato chome si prega Cristo. Questi scharpellini che io menai di chostà non si intendono niente al mondo nè delle chave nè de’ marmi…”.
Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
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Work in the marble basin of Seravezza and my collaboration with Donato Benti
The anguish of not being able to complete the tasks I had undertaken burned my soul as if I were a horseshoe beaten on a blacksmith’s anvil.
Pope Leo X de’ Medici had in fact forced me to go and look for marble in the Seravezza area to shape the facade of the Basilica of San Lorenzo, in Florence. Despite myself and after several months of hesitation I had to obey, I had no other choice.
The unknown awaited me. By now I knew both the Carrara quarrymen and those marble basins very well while the Seravezza quarries were still unknown to me.
I encountered enormous difficulties but I was somewhat expecting it. “He who leaves the old road for the new knows what he leaves, and does not know what he finds” is the well-known adage.
In 1518 I contracted with an official deed drawn up by the notary Giovanni di Poalo Badessi nine stonecutters, almost all from Settignano and one from the town of Azzano: Bastiano di Angelo Benedecto, better known as Angelotto.
In a period of five years I had to excavate all the marbles needed for the facade of San Lorenzo. Marbles “to be excavated and hewn in the mountain and jurisdiction of the land of Peitrasanta… in the place called Finochiaia, sive Transvaserra… and opposite and opposite the place called the Chapel”.
During that period I availed myself of the collaboration of the Florentine sculptor Donato Benti who had long chosen the town of Pietrasanta as his residence. It was he who took care of carrying out the extraction work when, to keep up with all the commitments I had taken on, I had to be absent for more or less long periods.
That was one of the most difficult and demanding moments of my life. I made agreements, signed contracts with the quarrymen and the stonecutters and I had to face all the difficulties of the case, getting angry every other day even with those who worked with me.
“I will immediately mount my horse and go to see the Cardinal de’ Medici and the Pope, and I will tell them my deed, and here I will leave the business and return to Charrara because I am begged as one begs Christ. These schaarpellini that I led of this do not understand anything in the world neither about keys nor about marbles…”
For the moment, yours ever Michelangelo Buonarroti greets you, making an appointment with you in the next posts and on social media.
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