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La Scultura del giorno: Venere e Adone di Canova

La scultura del giorno che vi propongo oggi è Venere e Adone scolpita da Antonio Canova fra il 1789 e il 1794.

L’artista iniziò a mettere mano al gruppo senza alcuna commissione a sostenerne le spese ma poi fu acquistato dal facoltoso genovese Giovan Domenico Berio di Salza il quale volle posizionarlo all’interno del tempietto che aveva fatto edificare nel giardino del proprio palazzo a Napoli, in via Toledo.

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La scultura fu molto apprezzata e riscosse un enorme successo fra chi ebbe modo di vederla tanto che Canova, in una lettera che scrisse successivamente a Falier, volle scrivergli di quanto fosse stata apprezzata.

Quando Berio morì nel 1820, Venere e Adone furono acquistati dal colonnello Guillame Favre durante un’asta e, in quell’occasione, Canova volle effettuare senza essere pagato delle modifiche minime sul panneggio di Venere.

L’opera in marmo di Carrara oggi è custodita presso il Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra mentre il modello in gesso è custodito presso il Museo Gypsoteca canova di Possagno.

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Canova diede forma all’immortale Venere e al mortale Adone, due giovani di straordinaria bellezza. Lui verrà poi ucciso durante una sessione di caccia da un cinghiale che gli fu scatenato contro da Ares, geloso della sua vicinanza a Venere.

I due amanti sono immortalati per sempre nel marmo in un momento di intimità. Si guardano l’un l’altro con dolcezza, avvolto da un idillio amoroso. Venere accarezza il volto di Adone e non sa che di lì a poco lo perderà in quella caccia fatale.

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Il loro però sembra già un addio. Lei si appoggia al corpo di lui, fermo e stante come una colonna.

Solo girando attorno alla scultura si riesce a scorgere una terza figura che fa parte del gruppo: il cane da caccia di Adone, simbolo di fedeltà ma anche compagno di avventure del giovane mortale.

Guardando bene la mano destra di Adone, noterete la presenza di un dardo. Ovidio nelle Metamorfosi non racconta con quale arma il giovane avesse affrontato il cinghiale ma così volle immaginarla Canova.

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Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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Sculpture of the day: Venus and Adonis by Canova

The sculpture of the day that I propose to you today is Venus and Adonis sculpted by Antonio Canova between 1789 and 1794.

The artist began to work on the group without any commission to support its expenses but then it was purchased by the wealthy Genoese Giovan Domenico Berio di Salza who wanted to place it inside the small temple he had built in the garden of his palace in Naples, in via Toledo.

The sculpture was much appreciated and enjoyed enormous success among those who had the opportunity to see it, so much so that Canova, in a letter he subsequently wrote to Falier, wanted to write to him about how much it had been appreciated.

When Berio died in 1820, Venus and Adonis were purchased by Colonel Guillame Favre during an auction and on that occasion Canova wanted to make, without being paid, minimal changes to the drapery of Venus. The work in Carrara marble is now kept at the Musée d’Art et d’Histoire in Geneva while the plaster model is kept at the Gypsoteca Canova Museum in Possagno.

Canova gave shape to the immortal Venus and the mortal Adonis, two young men of extraordinary beauty. He will then be killed during a hunting session by a wild boar that was unleashed against him by Ares, jealous of his proximity to Venus.

The two lovers are forever immortalized in marble in a moment of intimacy. They look at each other sweetly, wrapped in a loving idyll. Venus caresses Adonis’ face and she doesn’t know that soon she will lose him in that fatal hunt.

However, theirs already seems like a goodbye. She leans against his body, still and erect like a pillar.

Only by turning around the sculpture is it possible to see a third figure that is part of the group: Adonis’ hunting dog, a symbol of loyalty but also an adventure companion of the young mortal.

Looking carefully at Adonis’ right hand, you will notice the presence of a dart. In the Metamorphoses Ovid does not tell what weapon the young man used to face the boar but that is how Canova wanted to imagine it.

For the moment, yours truly Michelangelo Buonarroti greets you and will meet you in future posts and on social media.

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