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Bargello: aprono al pubblico le nuove sale del Medagliere e della scultura Barocca

Questa mattina sono state presentata al Museo Nazionale del Bargello le nuove sale del Medagliere e della Scultura Barocca all’interno delle quali sono esposte nelle teche una selezione di 240 medaglie, 22 conii, un raro punzone provenienti dall’antico medagliere mediceo-lorenese e un nucleo di importanti sculture barocche.

Proprio in questa sala sono esposti il ritratto di Costanza Bonarelli di Gian Lorenzo Bernini, i bronzi di Soldani Benzi e Piamontini, alcuni dei modelli in cera recentemente donati al museo dal marchese Ginori Lisci.

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Il riallestimento, che segue quelli già realizzati nella Sala degli Avori, nella Cappella della Maddalena, in Sagrestia e nella Sala della Scultura Medioevale e quelli in corso nella Sala Islamica e nella Sala delle Maioliche, la cui conclusione è prevista per la primavera 2024, si inseriscono nel serrato programma di grandi lavori, partito nel 2016 in tutti i Musei del Bargello.

Il progetto è mirato alla valorizzazione, secondo aggiornati criteri museografici e storiografici, della straordinaria collezione di medaglie del Bargello che conta oltre 10mila pezzi e delle sculture sei-settecentesche in materiali diversi, opere dei massimi esponenti del Barocco romano e toscano, da Gian Lorenzo Bernini e Francesco Mochi Alessandro Algardi, da Giovanni Battista Foggini a Giuseppe Piamontini e Massimiliano Soldani Benzi

Photo Nicola Neri, Courtesy Musei del Bargello
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Medaglie, ritratti marmorei, ma anche bronzetti e bozzetti, in cera e in terracotta, opere tutte più note agli studi che al grande pubblico, di primaria importanza culturale e artistica all’interno del patrimonio italiano.

Il Medagliere e Sala Barocca:  il percorso del nuovo allestimento

Le due sale furono inserite nel percorso museale già nel 1932, quando fu allestita la collezione di bronzetti. Poco dopo vi furono sistemate le medaglie, ma le sale furono chiuse al pubblico per molti decenni.

Il Medagliere così come la vediamo oggi ospita alcuni degli esemplari più rilevanti, dal Quattrocento all’Ottocento, tra i tanti custoditi nel Museo, che può vantare una raccolta di oltre diecimila pezzi, tra le più ricche e pregiate collezioni al mondo.

Photo Nicola Neri, Courtesy Musei del Bargello
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Al centro della sala, due vetrine celebrano rispettivamente la medaglia fusa rinascimentale e le medaglie medicee, queste ultime in rapporto diretto con la serie di medaglioni in porfido di Francesco del Tadda che decorano la sommità di una delle pareti.

Le vetrine storiche sono poi rispettivamente dedicate a quattro diversi nuclei tematici, con medaglie papali, ritratti di artisti e letterati, rovesci con architetture e una selezione di medaglie fuse del barocco toscano. Per la prima volta in assoluto, accanto alle medaglie sono esposti anche alcuni coni e un punzone, di cui pure il Bargello possiede un’importantissima raccolta, utili a fornire ai visitatori spunti sulle tecniche di produzione medaglistica.

Alle spalle della cera di Mochi e della rispettiva medaglia, che già introducono alla successiva Sala Barocca, la parete di fondo accoglie infine una selezione di medaglie straniere in oro, emblematiche degli intensi rapporti diplomatici intrattenuti dalla famiglia Medici, mentre in una vetrina apposita sono esposti due medaglioni in bronzo dorato di Jacopo Bonacolsi detto ‘L’Antico’, capolavori della plastica fusa rinascimentale.

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La Sala della scultura barocca alla corte dei Medici si apre con la celeberrima Costanza Bonarelli del Bernini che nel 1645 fu donata probabilmente dallo stesso scultore al cardinale Giovan Carlo de’ Medici (1611-1663), confluendo così nelle collezioni fiorentine e venendo subito esposto nella Galleria delle statue degli Uffizi, accanto al Bruto di Michelangelo.

Il ritratto fu trasferito al Bargello nel 1873, divenendo oggetto di frequenti spostamenti nelle sale, vista la difficoltà di allestire un emblematico ritratto barocco in un contesto di capolavori prevalentemente rinascimentali. Il ritratto, divenuto celeberrimo, illustra lo sviluppo dei rapporti tra scultori del barocco romano e quello fiorentino, capitolo indispensabile ma finora assente nelle scelte museografiche del principale museo di scultura italiana al mondo.

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Per dare conto dell’attenzione al dato naturale di primo Seicento, una vetrina è stata dedicata al cosiddetto ‘scorticato’, primo modello anatomico in cera del corpo umano, che fu realizzato a seguito di ripetute sessioni di studio dal vivo compiute da Cigoli presso l’Ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova, di cui sono testimonianza vari disegni preparatori. A metà Seicento l’opera fu acquisita da Francesco Fontani, cortigiano della granduchessa di Toscana Vittoria della Rovere (1622-1694), per essere poi venduta al cardinale Leopoldo de’ Medici (1617-1675). La cera è affiancata dal bel bronzetto di Giovanni Battista Foggini, che documenta la fortuna del pezzo, da cui furono tratte nei secoli numerose copie.

Sono pure nuovamente esposti alcuni bozzetti in terracotta e in cera, in deposito da diversi decenni, tra cui il bozzetto in terracotta per il monumento funebre di papa Innocenzo XI Odescalchi, acquistati dallo Stato italiano agli inizi del Novecento per il Bargello, con una nuova consapevolezza nel campo della tutela e la volontà di creare un Museo della scultura di respiro più ampio. La scultura del Barocco romano ebbe un’influenza fondamentale sugli artisti toscani, anche grazie all’istituzione nel 1673, ad opera di Cosimo III, di un’Accademia fiorentina a Roma, pensata proprio per favorire l’aggiornamento dei pittori e degli scultori attivi alla corte medicea. Il mecenatismo di Cosimo III determinò il rifiorire del bronzetto fiorentino e favorì, sulla scorta di Algardi, il locale ritorno in auge della scultura a rilievo. Un singolare busto, forse raffigurante il cardinale Giovan Carlo de’ Medici, attribuito recentemente a Giovanni Gonnelli, detto “il cieco di Gambassi”, rappresenta una rarissima sopravvivenza di ritratto in terra cruda ed è esposto per la prima volta al pubblico. Il San Luigi di Francia di Giuseppe Piamontini, tra i più importanti bronzetti barocchi conservati al Bargello, e parte della celebre serie di dodici bronzetti commissionati dall’Elettrice Palatina per i suoi appartamenti di Palazzo Pitti, trova una nuova collocazione in questa sala.

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In quest’occasione sono inoltre esposti per la prima volta al pubblico quattro dei modelli in cera, recentemente donati al Bargello dal marchese Leonardo Lorenzo Ginori Lisci, in dialogo con la collezione permanente del Museo. L’originalissimo Vaso con il Trionfo di Nettuno, ideato da Massimiliano Soldani Benzi nel 1721, e derivato dalle forme vendute nel 1744 al Marchese Carlo Ginori dal figlio dello scultore, Ferdinando, e il grande rilievo in cera di Giovan Battista Piamontini, con il Massacro degli Innocenti, da un modello di Giuseppe Piamontini. Inoltre sono esposti l’Apollo e Dafne, mutuato dal celeberrimo capolavoro del Bernini, e La morte di San Benedetto, da un modello di Massimiliano Soldani Benzi. 

La donazione dell’importante corpus di cere consente di illustrare l’interesse del marchese Carlo Ginorifondatore della prestigiosa Manifattura nel 1737, la prima in Italia, a plasmare il cosiddetto “oro bianco” che fin dai primissimi anni di attività acquistò numerose forme dalle botteghe dei principali scultori fiorentini, perché fossero poi utilizzate nella produzione di porcellane, dando così impulso ad una produzione scultorea originalissima e nuova forza al prestigio della scultura barocca fiorentina, che diventò ricercatissima nelle corti italiane ed europee.Sculture, bozzetti e medaglie si intrecciano così in un coro polifonico, in cui materiali e tecniche diverse esemplificano la sontuosità della produzione fiorentina barocca.

Photo Nicola Neri, Courtesy Musei del Bargello
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Sono molto lieta che anche questo progetto, al quale abbiamo lavorato per quasi cinque anni, sia arrivato alla conclusione entro il 2023 – ha dichiarato il Direttore Paola D’Agostino – Il progetto è stato tutto sviluppato con le competenze e i saperi dei funzionari e dipendenti interni al Ministero della Cultura, ringrazio per tutti l’architetto Maria Cristina Valenti, ora in pensione, ma che con me l’ha fortemente voluto. Il progetto ha inoltre beneficiato di varie fonti di finanziamento in una virtuosa sinergia tra pubblico e privato. Grazie alla prestigiosa collaborazione scientifica con la Scuola Normale Superiore di Pisa per la curatela dell’allestimento e della ricerca sulle medaglie, tipologia artistica in genere ostica al grande pubblico, si può meglio comunicare ai visitatori il valore della medaglia, vero e proprio strumento di promozione e comunicazione sociale del tempo. La nuova sala dedicata alla scultura barocca fiorentina alla corte dei Medici illustra gli sviluppi della scultura toscana dopo la morte del Giambologna e l’intenso rapporto che gli scultori toscani, anche grazie al ruolo centrale di Cosimo III dei Medici, ebbero con il barocco romano.

Paola d’Agostino, direttrice dei Musei del Bargello

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