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Cappella Sistina: il cielo perduto di Pier Matteo d’Amelia

Seguendo un’antica tradizione iconografica, papa Sisto IV volle far dipingere la volta della Cappella Sistina con un cielo di lapislazzuli trapuntato di stelle in foglia d’oro. Per quella decorazione scelse Pier Matteo d’Amelia che, come suggerisce l’appellativo, proveniva dalla cittadina umbra di Amelia, in provincia di Terni.

Quel pittore probabilmente era stato inviato a Roma al cospetto del pontefice in carica grazie ai rapporti che lo stesso intratteneva con la potente famiglia amerina dei Geraldini, un casato talmente influente da potersi permettere di ospitare papa Sisto iv della Rovere nella propria città, all’interno di uno dei loro lussuosi palazzi.

Il cielo della Cappella Sistina di Pier Matteo d’Amelia
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Lo scintillante cielo blu non ebbe lunga vita.

Quando a causa dell’instabilità della Cappella Sistina la volta iniziò ad essere segnata con crepe larghe ed evidenti, fu necessario correre ai ripari. Dopo aver fatto porre le catene alla volta per restituirgli almeno in parte una buona stabilità, il cielo risultò fortemente danneggiato.

Le soluzioni possibili che si prospettarono dinnanzi a Giulio II, nipote e successore di Sisto IV, furono due: o tentare di riparare la decorazione preesistente colmando le lacune oppure buttare giù tutto e ricominciare da capo.

Il papa preferì la seconda opzione affidando a me l’incarico di affrescare l’intera volta della Cappella Sistina. Fu il momento in cui venne decretata la fine del cielo stellato di Pier Matteo d’Amelia ma iniziò la mia avventura della decorazione della volta.

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Di quella volta stellata oggi rimane un disegno attribuito a Pier Matteo d’Amelia custodito nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi.

Ma chi era Pier Matteo d’Amelia?

Piermatteo di Manfredi, più noto come Piermatteo d’Amelia, era nato ad Amelia nel 1448 e iniziò il suo percorso artistico nelle vesti di garzone a bottega da Filippo Lippi al fianco del quale ebbe modo di metter mano agli affreschi dell’abside del Duomo di Spoleto.

Secondo la tradizione, lo stesso Piermatteo ragazzino è individuabile in uno dei tanti personaggi che popolano gli affreschi del duomo.

Durante la sua lunga carriera ha realizzato un gran numero di dipinti nella sua terra d’origine come per esempio l’Annunciazione per il convento dell’Annunziata, oggi custodita nel museo Isabella Stewart Gardner di Boston.

Piermatteo d’Amelia, Annunciazione, Boston, Isabella Stewart Gardner Museum
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Sebbene oggi questo artista venga ricordato soprattutto per il cielo stellato della Cappella Sistina dipinto fra il 1479 e il 1480, ebbe modo di mettere mano anche agli affreschi del secondo registro, collaborando fra il 1480 e il 1481 ai grandi riquadri affrescati dal Perugino.

Piermatteo d’amelia è la figura più eminente, accanto al Perugino, della pittura umbra della seconda metà del Quattrocento

Federico Zeri

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi racconti.

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Sistine Chapel: the lost sky by Pier Matteo d’Amelia

Following an ancient iconographic tradition, Pope Sixtus IV wanted to paint the vault of the Sistine Chapel with a lapis lazuli sky quilted with stars in gold leaf. For that decoration he chose Pier Matteo d’Amelia who, as the name suggests, came from the Umbrian town of Amelia, in the province of Terni.

That painter had probably been sent to Rome in the presence of the pontiff in office thanks to the relations he maintained with the powerful Geraldini family from Amelia, a house so influential that they could afford to host Pope Sixtus IV della Rovere in their city, in one of their luxurious palaces.

That glittering blue sky didn’t last long. When, due to the instability of the Sistine Chapel, the vault began to be marked with large and evident cracks, it was necessary to run for cover. After having the chains placed at a time to give it at least partially good stability, the sky was severely damaged.

There were two possible solutions that arose before his successor Julius II: either to try to repair the pre-existing decoration by filling in the gaps or to throw everything down and start over.

The pope preferred the second option, entrusting me with the task of frescoing the entire vault of the Sistine Chapel. that was the moment in which the end of Pier Matteo d’Amelia’s starry sky was decreed but my adventure of decorating the vault began.

Of that starry vault today remains a drawing attributed to Pier Matteo d’Amelia kept in the Cabinet of Drawings and Prints of the Uffizi.

But who was Pier Matteo d’Amelia?
Piermatteo di Manfredi, better known as Piermatteo d’Amelia, was born in Amelia in 1448 and began his artistic career as a shop assistant for Filippo Lippi, alongside whom he was able to work on the frescoes in the apse of the Cathedral of Spoleto.

According to tradition, Piermatteo himself as a boy can be identified in one of the many characters that populate the frescoes of the cathedral.

During his long career he made a large number of paintings in his homeland such as the Annunciation for the Annunziata convent, now housed in the Isabella Stewart Gardner museum in Boston.

Although today this artist is remembered above all for the starry sky of the Sistine Chapel painted between 1479 and 1480, he was also able to put his hand to the frescoes of the second register, collaborating between 1480 and 1481 on the large panels frescoed by Perugino.

Piermatteo d’amelia is the most eminent figure, next to Perugino, of Umbrian painting of the second half of the fifteenth century

Federico Zeri

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