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Il Cristo della Minerva: fra scarpette, coronazioni e censure che vanno e vengono

Il Cristo Portacroce ne ha dovuti attraversare di secoli e vicende fino ad arrivare ai vostri giorni. Ubicato da lungo nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva, a Roma, è stato protagonista di diversi dibattiti, vere e proprie aggressioni materiali e censure bigotte, eliminate e poi rimesse al loro posto come se niente fosse.

Oggi lo vedete con un brutto panno che gli copre il pisello ma che ne lascia scoperte le chiappe.

L’opera ebbe la mala sorte di essere dotata di un panneggio più ampio, posizionato lì in epoca remota, non molto tempo dopo che il Cristo fu svelato al pubblico.

Foto storica scattata prima del 1910
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Era sempre vivo papa Clemente VII de’ Medici e pure io ovviamente quando la scultura fu panneggiata. In quell’epoca il panno in bronzo era molto più voluminoso e addirittura invadeva lo spazio dinnanzi alla Croce.

Ma non è finita lì. Tempo dopo la mia opera fu dotata di un piattello sul capo: una sgraziata aureola che invece di omaggiare Nostro Signore, lo rendeva ancor più goffo di quanto avessero fatto l’Urbano e il Frizzi.

La devozione dei fedeli al Cristo Portacroce era molta. Non c’era persona che passasse di lì che non sfiorasse con le mani il suo piede destro.

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Sfregamento dopo sfregamento il piede si stava logorando sempre di più e fu necessario proteggere quell’arto con una scarpetta di metallo.

Aureola, scarpetta e panneggio rimasero fino agli inizi del Novecento ma, fra il 1910 e il 1911, l’opera viene liberata da ogni sciocco e inutile orpello.

Quanto rimase la scultura senza cose aggiunte a caso? Fino a quando non fu deciso di rimettere un brutto panneggio, più piccolo e meno invasivo del precedente ma sempre osceno.

Foto storica di Gargiolli , 1910-1911
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Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta nella speranza che quel cencio di bronzo venga riposso quanto prima.

The Christ of Minerva: between shoes, coronations and censorships that come and go

Christ Carrying the Cross had to go through centuries and vicissitudes up to your days. Located for a long time in the Basilica of Santa Maria sopra Minerva, in Rome, he has been the protagonist of various debates, real material attacks and bigoted censures, eliminated and then put back in their place as if nothing had happened.

Today you see him with an ugly cloth that covers his penis but leaves his buttocks uncovered. The work had the bad luck of being fitted with a larger drapery, placed there in remote times, not long after Christ was unveiled to the public.

Pope Clement VII de’ Medici was still alive and so was I obviously when the sculpture was draped. At that time the bronze cloth was much more voluminous and even invaded the space in front of the Cross.

But it didn’t end there. Some time later my work was equipped with a plate on the head: an ungainly halo which instead of paying homage to Our Lord, made it even more awkward than Urbano and Frizzi had done.

The devotion of the faithful to Christ Carrying the Cross was great. There wasn’t a person who passed by who didn’t touch his right foot with their hands.

Rubbing after rubbing, his foot was wearing out more and more and it was necessary to protect that limb with a metal shoe.

The halo, slipper and drapery remained until the beginning of the twentieth century but, between 1910 and 1911, the work was freed from all silly and useless frills.

How long was the sculpture without random additions? Until it was decided to replace an ugly drapery, smaller and less invasive than the previous one but still obscene.

For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you in the hope that that bronze rag will be replaced as soon as possible.

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