10 marzo 1521: lo scioglimento del contratto per la facciata della Basilica di San Lorenzo
Dopo tante tribolazioni e giornate troppo pesanti da sopportare per un uomo solo, il 10 marzo del 1521 papa Leone X de’ Medici rescisse il contratto per la facciata della Basilica di San Lorenzo, a Firenze.
La chiesa finanziata dalla famiglia Medici così rimase senza la sua bella facciata di marmo e ancora oggi ne è priva.
La storia di quella facciata è lunga e complessa. Ebbe inizio il 30 novembre del 1515, quando papa Leone X de’ Medici fece il suo ritorno trionfale a Firenze, la città che lo aveva visto nascere e diventar grande. Arrivò con tutta la corte al seguito e una schiera di cardinali che pareva non finisse più. Per l’occasione Firenze era stata addobbata con grande fasto e dinnanzi alla basilica di San Lorenzo era stata creata una facciata effimera.
Jacopo Sansovino e Andrea del Sarto avevano lavorato giorni e giorni per dare alla chiesa un aspetto regale. Il pontefice vedendo la basilica così bella, poco dopo indisse un concorso pubblico per la realizzazione di una facciata in marmo.
Nel dicembre del 1516 presentai al papa il mio progetto per la realizzazione della facciata. Non ve la sto a far lunga ma fatto sta che alla fine la sua realizzazione fu affidata a me. Leone X però mi obbligò ad andare a cercare i marmi che mi servivano nelle cave di Seravezza, allora sotto la giurisdizione di Pietrasanta.
Lì iniziarono le tribolazioni. Furono anni durissimi con fortune alterne ma in quei luoghi avrei fatto volentieri a meno di andarci. A Carrara erano da lungi abituati a lavorare con misure più grandi e l’accesso al mare era decisamente meno complesso. In quel di Seravezza mi dovetti far carico di realizzare anche la strada per far arrivare i marmi fino al mare e mi trovai a fare i conti pure con il materiale che mi mancava.
Il 18 Aprile 1518 scrissi una lettera al mi’ fratello Bonarroto nella quale gli spiegavo tutta la mia delusione e l’intenzione di tornarmene in quel di Carrara: “…monterò subito a cavallo e anderò a trovare el cardinale dei Medici e al papa e dirò loro el fatto mio e qui lascerò l’impresa e ritornerommi a Carrara, chè son pregato come si prega Cristo…“.
Quando le cose poco a poco iniziavano a farsi meno complesse e riuscivo finalmente a vedere qualche risultato tangibile, il papa decise di sciogliere quel contratto procurandomi una delusione non da poco, compensata poi con la commissione della Sagrestia Nuova.
“Non gli mecto ancora a conto il modello di legname della facciata detta, che io gli mandai a Roma; non gli mecto ancora a conto il tempo di tre anni che i’ ò perduti in questo; non gli mecto a conto che io sono rovinato per detta opera di San Lorenzo; non gli metto a conto il vituperio grandissimo de l’avermi condotto qua per far detta opera, e poi tòrmela ….. non gli mecto a conto la perdita»
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

March 10, 1521: the dissolution of the contract for the facade of the Basilica of San Lorenzo
After so many tribulations and days too heavy for a single man to bear, on 10 March 1521 Pope Leo X de’ Medici rescinded the contract for the facade of the Basilica of San Lorenzo in Florence.
The church financed by the Medici family thus remained without its beautiful marble facade and still lacks it today.
The history of that facade is long and complex. It began on November 30, 1515, when Pope Leo X de’ Medici made his triumphal return to Florence, the city that had seen him born and become great. He arrived with the whole court in tow and a group of cardinals that seemed to go on forever. For the occasion, Florence had been decorated with great splendor and an ephemeral facade had been created in front of the basilica of San Lorenzo.
Jacopo Sansovino and Andrea del Sarto had worked day after day to give the church a regal appearance. The pontiff, seeing the basilica so beautiful, shortly after announced a public competition for the construction of a marble facade.
In December 1516 I presented my project for the construction of the facade to the pope. I won’t make you long but the fact is that in the end its realization was entrusted to me. However, Leo X forced me to go and look for the marbles I needed in the quarries of Seravezza, then under the jurisdiction of Pietrasanta.
There the tribulations began. They were very hard years with mixed fortunes but I would have gladly done without going to those places. In Carrara they had long been accustomed to working with larger sizes and access to the sea was decidedly less complex. In that of Seravezza I also had to take charge of building the road to get the marbles to the sea and I also found myself having to deal with the material that I was missing.
On April 18, 1518 I wrote a letter to my brother Bonarroto in which I explained to him all my disappointment and my intention to return to Carrara: “…I will immediately get on my horse and go to find the Cardinal de Medici and the Pope and I will tell my business and here I will leave the enterprise and return to Carrara, for I am prayed as Christ prays…“.
When things gradually began to become less complex and I was finally able to see some tangible results, the pope decided to dissolve that contract, causing me a significant disappointment, which was later compensated for with the commission of the New Sacristy.
“Non gli mecto ancora a conto il modello di legname della facciata detta, che io gli mandai a Roma; non gli mecto ancora a conto il tempo di tre anni che i’ ò perduti in questo; non gli mecto a conto che io sono rovinato per detta opera di San Lorenzo; non gli metto a conto il vituperio grandissimo de l’avermi condotto qua per far detta opera, e poi tòrmela ….. non gli mecto a conto la perdita»
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