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Il Vittoriano: storia e curiosità

Il Vittoriano è uno dei monumenti nazionali più grandi e noti di Roma ma sono poco conosciute alcune sue caratteristiche fondamentali per comprenderne il significato.

Situato nel cuore della Roma antica, si collega alla zona più moderna mediante le strade a raggiera che hanno inizio da Piazza Venezia. Monumento amato e odiato che con la sua forma e il suo candore si è aggiudicato nel corso degli anni vari nomignoli come torta nunziale o macchina da scrivere.

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Pensate che per realizzare questa moderna opera fu espropriato e abbattuto l’intero quartiere medievale. Fu in questa occasione che la mia casa in Via Macel de’ Corvi venne rasa al suolo salvando la facciata e trasferendola in un’altra zona di Roma. La chiesa seicentesca di Santa Rita invece fu smontata pezzo per pezzo e ricostruita accanto al Teatro Marcello: un lavoro meticoloso e che richiese tempi lunghi.

Il Vittoriano: il suo significato e la costruzione

Fu l’architetto Giuseppe Sacconi ad aggiudicarsi il concorso per la realizzazione dei Vittoriano. La sua idea era quella di realizzare una struttura ispirata all’antichità che potesse abbracciare idealmente chiunque la vedesse. Un’idea non originalissima visto che il Bernini con il colonnato di San Pietro aveva avuto un’idea simile ma migliore qualche secolo prima di lui.

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Il complesso fu edificato dopo la morte di Re Vittorio Emanuele II e prende il nome proprio da lui. Il termine Vittoriano infatti non si riferisce a qualche vittoria ma bensì al nome del re, padre della patria che ha riunito l’Italia. Fu innalzato per onorare il periodo risorgimentale e sta a simboleggiare l’unità della nazione e la libertà degli italiani.

Ci vollero 50 anni per realizzarlo. I primi espropri del quartiere medievale ebbero inizio nel 1885 e il grande monumento fu ultimato nel 1935. L’inaugurazione venne fatta però nel 1911 in occasione del 50 anni dell’Unità d’Italia ma ancora sarebbero serviti molti anni per portare a termine l’opera.

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A dominare l’intero monumento c’è la scultura equestre in bronzo dorato di Vittorio Emanuele II mentre in secondo piano, ai suoi lati, si vedono le due quadrighe, simbolo di vittoria. Proprio come sopra gli antichi archi trionfali, l’architetto Sacconi volle posizionare queste imponenti opere in bronzo sul Vittoriano.

E’ assai difficile rendersi conto dell’imponenza di queste opere dal basso ma sono davvero grandi e ben dettagliate. Avendo la possibilità di vederle da vicino si potrebbero apprezzare finanche i muscoli e i tendini tesi dei cavalli in corsa. Pensate che un uomo in piedi non arriva nemmeno all’altezza del ginocchio dei quadrupedi.

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Il colonnato

Alle spalle di Vittorio Emanuele II c’è il colonnato con le sedici colonne che personificano sedici regioni italiane, scolpite da altrettanti scultori fra il 10909 e il 1910. Ai lati del colonnato ci sono due strutture del tutto paragonabili ai tempi classici realizzate sempre in marmo botticino.

Per il Vittoriano si preferì infatti optare per questo tipo di marmo proveniente dalle zone di Brescia piuttosto che per il travertino locale. Unica eccezione sono le due colonne trionfali alte sette metri in marmo Porta Santa breccia, sormontate dalle Vittorie alate in bronzo sopra il globo.

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Vi ho accennato prima che nel Vittoriano sono rappresentate solo 16 regioni italiane sia nel numero delle colonne che nelle sculture in alto.

Come mai solo sedici? Ebbene, erano quelle che agli inizi formavano il Regno d’Italia. Ancora mancavano la Valle d’Aosta accorpata al Piemonte, il Friuli che era assieme al Veneto e il Molise inglobata negli Abruzzi. Ancora non facevano parte dell’Italia il territori del Trentino Alto Adige e del Venezia Giulia, ancora appartenenti all’Impero Astro Ungarico.

Le sculture alla base

Il Vittoriano è una sorta di libro aperto che racconta storie diverse. Alla base sono posizionate sculture alte sei metri ciascuna che simboleggiano i valori ideali degli italiani. Quali sono? Pensiero, azione, sacrificio, diritto, forza e concordia.

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Il Monumento al Milite Ignoto

La grande scalinata centrale porta direttamente dinnanzi al Monumento al Milite Ignoto. Chi era questo milite? un soldato italiano sconosciuto caduto durante la I Guerra Mondiale che viene sorvegliato con un picchetto d’onore 24 ore al giorno. Quel soldato simboleggia più di un milione di caduti per difendere la libertà del nostro Paese.

I militari di picchetto appartengono a corpi diversi e devono rimanere immobili per un’ora dopodiché viene effettuato il cambio guardia.

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Ai lati del sepolcro sono presenti due grandi bracieri sempre accesi che vennero donati dagli italiani all’estero agli inizi del Novecento. A sorvegliare sul Milite Ignoto c’è la grande scultura della Dea Roma affiancata da numerose allegorie.

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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