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Il giardino di Villa Reale di Marlia e le sue sorprese

Come sapete ogni tanto me ne esco dalla mia dimora eterna alla ricerca delle bellezze di casa nostra. Girovagando in auto mi sono ritrovato davanti alla cancellata della Villa Reale di Marlia, in provincia di Lucca.

Già dall’esterno si sente il rumore delle sue fontane zampillanti e le piante che si vedono oltre le mura regalano una bella sensazione di fresco. Non potevo resistere oltre: sono entrato e adesso vi racconto la mia passeggiata lunga più di due ore fra zampilli, giardini all’italiana e alla spagnola, limoni e camelie, grotte e salici piangenti.

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La storia

Il nucleo storico di questa villa era stato fatto edificare dal Duca di Tuscia ma nel corso degli anni la palazzina fu acquisita da mercanti e banchieri che la ampliarono. Quando i proprietari Buonvisi caddero in disgrazia, i loro beni furono venduti e così la Villa tornò ad essere disponibile sul mercato.

Ci pensò la sorella di Napoleone, Elisa Bonaparte Baciocchi, a comprare villa e giardino nel 1806. Innamorata di questo luogo, commissionò numerosi interventi per arricchire la villa e impreziosire il grande parco.

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La principessa di Lucca pretese che il parco prendesse un’impronta più inglese. Lo fece arricchire con giochi d’acqua, viali, sculture, conche di limoni e preziose camelie.

Quando il principato di Lucca divenne Ducato, nel 1814, Villa Reale divenne la residenza estiva di Carlo Ludovico di Borbone e della sua corte. Nel corso degli anni la proprietà cambiò di proprietario diverse volte fino ad arrivare nelle mani del conte e della contessa Pecci-Blunt nella prima metà del Novecento.

Recentemente, nel 2015 è stato avviato dagli attuali proprietari un importante programma di restauro che ha coinvolto sia la villa che il giardino.

Gli odorosi mandarini amari
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La cappella di San Francesco Saverio

Fra il profumo intenso dei mandarini amari, mi sono ritrovato davanti alla Cappella di San Francesco Saverio dove hanno trovato sepoltura le famiglie dei Borbone e Capua, Pecci e Blunt.

La cappella vista dall’esterno pare assai modesta ma è entrando che si vede la sua vera grandezza. A rapire lo sguardo è la grande opera scultorea in marmo che vittoria Augusta di Borbone volle commissionare in memoria dei suoi genitori allo scultore di Carrara Alessandro Lazzerini.

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Al centro si vede il letto di morte su cui giace Penelope. Ai suoi piedi l’allegoria della Carità con il bambino che dorme fra le braccia e dall’altra parte un angelone stante tiene in mano la fiaccola della vita oramai spenta. Più in alto la Fede e la Speranza stanno sedute a destra e a sinistra dello stemma dei Borbone.

Sulla cima del cenotafio, quasi fosse un marinaio che sull’albero di maestra ha appena avvistato terra, se ne sta Carlo Ferdinando di Borbone vestito da ammiraglio. Sono stato assai fortunato nel poter vedere questa cappella: è stata aperta al pubblico solamente quest’anno dopo essere stata sottoposta a un importante intervento di restauro.

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La Palazzina dell’Orologio

Al termine di un lungo viale alberato m’è comparsa davanti la Palazzina dell’Orologio, fatta costruire dagli Orsetti a cavallo fra il Seicento e il Settecento. Sulla facciata campeggia la meridiana e immediatamente sopra si vede l’orologio a sei ore.

photo by @renatabandelloni
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La cosa ganza è che questa palazzina è collegata tramite un percorso sotterraneo alla Villa e ancora oggi questo percorso esiste anche se al momento non è aperto al pubblico.

photo by @renatabandelloni

Il giardino dei Limoni e la peschiera

Il Giardino dei Limoni e la peschiera fanno parte delle modifiche barocche effettuate nel Seicento dai fratelli Orsetti. Impossibile non lasciarsi affascinare dalle oltre 200 piante di agrumi ricche di frutti, sistemate nei grandi vasi di terracotta. Come fanno a sopravvivere alle rigide temperature invernali? Nessun segreto particolare: vengono semplicemente spostate all’interno delle limonaie poco distanti.

Appena si entra in questa porzione di giardino ci si trova davanti alla scrosciante Fontana delle Tre Sirene. Da qua si ha una vista spettacolare sulla peschiera dominata dalle allegorie dell’Arno e del Serchio: i due fiumi toscani scolpiti nel marmo di Carrara.

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Immediatamente dietro la peschiera popolata da qualche pescione che arriva a bordo vasca non appena sente parlottare, fa la sua comparsa la Leda col Cigno, incastonata in una nicchia di tufo. La leda si sorregge sulle teste dei delfini che fanno sgorgare l’acqua.

photo by @renatabandelloni. Il foulard lo trovate QUA
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Come vi ho accennato all’inizio, nel giardino della Villa Reale di Marlia le fontane e gli zampilli non si contano tanto son numerosi. In questa stagione nella quale il caldo ancora si fa sentire sulla pelle, è un vero piacere sostare davanti a zampilli e cascate refrigeranti.

Il Teatro di Verzura

Fra le zone del giardino più sorprendenti c’è il Teatro di Verzura: il più antico di tutta Europa. Fu fatto realizzare dagli Orsetti fra il 1664 e il 1670.

Le siepi di tasso formano delle vere e proprie pareti con tanto di finestre. Intagliata nel verde c’è anche il podio del direttore d’orchestra e la buca nella quale doveva posizionarsi il suggeritore.

La vista che si ha dal palcoscenico è sorprendente. Posizionato in leggera pendenza per consentire alla platea un’ottima visione su ciò che viene rappresentato, consente di vedere il viale che si trova davanti con la fontana zampillante e la scultura dell’Autunno.

Photo by @renatabandelloni
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Su questo palco s’è esibito niente meno che Paganini e adesso che è stato restaurato, chissà quanti altri artisti è pronto ad accogliere.

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Il teatro dell’acqua

Altra zona assai suggestiva del giardino della Villa Reale è il grandioso Teatro d’Acqua, realizzato proprio alle spalle della Villa. L’acqua sgorga dalla grotta artificiale posta in alto, realizzata con pietre calcaree.

Fra le piante di alloro e leccio, si intravedono quattro nicchie che accolgono Giove, Adone, Saturno e Pomona. L’acqua arriva alla grande vasca sottostante attraverso le bocche dei mascheroni di pietra.

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L’acqua che vedete in questa vasca poi viene convogliata fino al lago situato più a valle, attraverso un canale costeggiato dalle numerose camelie. Vi devo confessare che piante di camelie così grandi non m’era capitato di vederle in tutta la vita. Adesso non è il periodo della loro fioritura però ho provato a immaginarmele ricche di fiori bianchi, rosa, rossi: mi sa proprio che tornerò a vederle.

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Il Giardino Spagnolo

Il Giardino Spagnolo è opera dell’architetto Jacques Gréber. fu progettato nel 1924 e si trova nei presso della Villa del Vescovo. Le fontane sono alimentate dai canaletti che scorrono a vista. Qualche ranocchietto salta qua e là mentre grandi piante di ibisco e rose rampicanti colorano queste geometrie tipiche dei giardini spagnoli.

Se aguzzate la vista riuscite a vedere anche qualche ninfea in fiore.

La grotta di Pan

Passeggiando fra i viali e i giardini del parco mi son trovato al cospetto della Grotta di Pan. Sapete, è il più antico ninfeo di tutte le ville della lucchesia e pare sia stato edificato niente di meno che dal grande Buontalenti.

Realizzato fra il 1570 e il 1580 fu dedicato al dio dei pastori e delle campagne: Pan per l’appunto. È il luogo più fresco di tutto il giardino ed è decorato con ciottoli bianchi e neri, tufo e pietre lisce.

Dentro la grotta ci sono le sculture di Pan e due figure antropomorfe. All’interno ci sono giochi d’acqua che di tanto in tanto vengono azionati ma per mia sfortuna al momento erano spenti.

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Il lago

Alla fine del giardino, nella zona più bassa, ci si trova davanti al lago. Non è solo un elemento decorativo assai bello da vedere ma è fondamentale per le riserve idriche nei mesi più caldi dell’anno. Infatti, quando il torrente Fraga che alimenta tutte le fontane, riduce drasticamente la sua portata, grazie alle pompe idrauliche viene prelevata l’acqua necessaria facendola arrivare nella zona più alta del parco.

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Il lago fu realizzato da Jacques Gréber su commissione della famiglia Pecci Blunt nel 1924. Circondato da salici regala refrigerio e ristoro anche agli uccelli di passaggio. Mentre ero li spaparanzato sulle sue rive ho visto alzarsi in volo una coppia di aironi cinerini.

Le sculture di Vulcano, Ercole e Demetra guardano dalla parte opposta del lago la spettacolare vista che si ha su Villa Reale.

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Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti e il suo alter ego vi salutano dandovi appuntamento alla prossima meraviglia italiana. Mi raccomando, non perdete l’occasione di visitare questo meraviglioso giardino ricco di sorprese, fontane e pregiate varietà di piante e fiori.

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