Il Parco Mediceo di Pratolino
Il Parco Mediceo di Pratolino è stato riconosciuto patrimonio UNESCO assieme alle altre Ville e Giardini Medicei nel 2013. Riferendosi proprio al fascino di questo parco scrisse nel Cinquecento filosofo francese Michel de Mointagne: “la bellezza e la ricchezza di questo luogo non si possono rappresentare con la scrittura”.
In realtà la Villa Medicea di Pratolino originale fu demolita nel 1820. Proprio così anche se potrà sembrarvi assurdo: i Lorena ordinarono all’ingegnere Joseph Fritsch di far saltare in aria l’edificio con il tritolo. Così ridussero in macerie una delle più belle e ricche ville medicee cinquecentesche.

Successivamente quello che era rimasto fu acquistato dalla famiglia russa dei Demidoff che decisero di ristrutturare e ingrandire l’edificio rimasto in piedi delle paggerie.
Anche il parco nel corso dei secoli ha subito diverse modifiche anche importanti ma ciò nonostante rimane uno dei più grandi e interessanti di tutta la regione Toscana.
La storia
Fu Francesco I de’ Medici ad affidare la realizzazione della Villa a fra il 1569 e i 1571 a Bernardo Buontalenti. L’opera costò al duca 782mila scudi: cifra incredibile che non era nemmeno stata raggiunta per la realizzazione degli Uffizi.
La villa, stando a quanto riportano le cronache dell’epoca, era una delle più belle della famiglia Medici ma come accennato prima fu letteralmente distrutta nel 1820 dai Lorena.
La struttura e le opere del giardino
Il Parco Mediceo di Pratolino è caratterizzato dalla presenza di due distinti giardini all’italiana nella zona tipicamente medicea circondata però da un giardino in stile inglese realizzato con gli interventi ottocenteschi sia dei Lorena che dei Demidoff.

Nonostante le modifiche, tutt’oggi il giardino propone ai visitatori opere realizzate dal Buontalenti come la Cappella, la grotta di Cupido, le scuderie, le Gamberaie e la Villa Paggeria.
Oggi il Parco di Pratolino è meta ambita per chi vuole rilassarsi nel suo bosco o passeggiare tranquillamente magari osservando le differenti specie di fauna e flora che lo abitano. Pensate che ospita antiche querce, cedri, ippocastani e alberi monumentali che hanno secoli di storia sulle loro spalle.
Il Colosso dell’Appennino
Sicuramente la scultura più interessante di tutto il parco è il Colosso dell’Appennino realizzata nel 1580 da Jean de Boulogne noto con il nome italianizzato di Giambologna. Un gigante di 14 metri che ha un aspetto a metà fra quello umano e una conformazione rocciosa, messo a guardia dello stagno davanti a sé.
La parte più bassa dell’opera è formata da una grotta di forma esagonale alla quale si può avere accesso attraverso una scala che porta fino alla testa del gigante. La scultura è decorata con spugne e formazioni di calcare dalle quali fuoriusciva l’acqua che ricadeva nella vasca.

Il drago è un’aggiunta seicentesca, realizzato da Giovan Battista Foggini. Davanti al gigante c’era il grande prato circondato da ben ventisei sculture antiche mentre alle sue spalle c’era l’intricato labirinto realizzato con le piante di alloro.
Un datato adagio recita: Giambologna fece l’Appennino ma si pentì d’averlo fatto a Pratolino. In effetti se quest’opera fosse stata posizionata in qualche piazza a Firenze avrebbe ottenuto una maggiore notorietà come d’altro canto si sarebbe meritata vista la sua magnificenza.
Orari di apertura
Il Parco di Pratolino ha riaperto i cancelli al pubblico il 6 di giugno e rimarrà accessibile fino al 25 ottobre. Attualmente apre al pubblico il Venerdì, il Sabato e la Domenica dalle 8 del mattino fino alle 20. I gruppi possono accedere solo previa prenotazione.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti con i suoi racconti e le sue proposte di visita per questa estate.

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