Il papa e il cardinale che volevano vedere i miei disegni
Al mio amato Tommaso de’ Cavalieri regalai mirabili disegni fra i quali la Punizione di Tizio che oggi appartiene alla Royal Collection di Windsor. Quel disegno assieme agli altri che fino al momento gli avevo erano particolarmente ambiti dai potenti del tempo tanto che persino il cardinale de’ Medici e il papa vollero vederli.
In una lettera Tommaso mi scrisse raccontandomi che il pontefice in carica assieme al cardinale rimasero affascinati da quei disegni tanto che il cardinale volle far riprodurre Tizio e Ganimede nel cristallo da maestro Giovanni.
Ma chi erano quei due influenti personaggi? Il papa in questione era Clemente VII de’ Medici mentre il cardinale era Ippolito de’ Medici. Ippolito s’era innamorato perdutamente di Giulia Gonzaga, la contessa di Fondi. Lei però non voleva saperne niente di lui anche perché si vociferava fosse molto più attratta dalle donne che dagli uomini. Giulia era così affascinante che anche Solimano il Magnifico provò a farla rapire ma con scarsissimi risultati.
A seguire ci riporto la lettera integrale che mi scrisse Tommaso in questa occasione.

Roma, 6 settembre del 1533
Unico signor mio, alli giorni passati ebbi una delle vostre a me gratissima, sì come per intendere il vostro star bene e sì ancora per esser certo che la vostra tornata sia brieve; e assai me increbbe el non posserli respondere.
Pur mi conforto che, intesa la cagione, mi harrete per iscuso che il giorno ch’io l’ebbi mi era venuto un vomito sì fatto, accompagnato con una febre, che io hebbi a morire; e certo, se non era quella, che alquanto mi risuscitò, io morivo. Poi, Dio gratia, son stato sempre bene. Hora, havendomi misser Bartollomeo portato un sonetto da parte vostra, mi è parso fare il debito mio circa il scrivere.
Forse tre giorni fa io ebbi il mio Fetonte assai ben fatto, e àllo visto il Papa, il cardinal de’ Medici e ugnuno. Io non so già per qual causa sia desiderato di vedere. Il cardinal de’ Medici à voluti veder tutti li vostri disegni, e sonnogli tanto piaciuti che voleva far fare quel Titio e ‘l Ganimede in cristallo; e non ò saputo far sì bel verso che non habbia fatto far quel Titio, e ora il fa maestro Giovanni.
Assai ò fatto a salvare il Ganimede. L’altro giorno feci la vostra imbasciata a fra’ Sebastiano, e ve si ricomanda per mille volte. Non altro, se non pregarvi che tornate.Di Roma, a dì 6 de settembre.Di Vostra Signoria affettionato Thomao Cavaliere. A l’eccellentissimo e suo da magior honorando messer Michelagnelo Buonarruoti.In Fiorenza.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi racconti

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