Nelle terre del marmo con Montanari
Ieri pomeriggio sono andato alla presentazione di Tomaso Montanari del libro “NELLE TERRE DEL MARMO“ a Pietrasanta.
Certo che sentir parlare di marmo dopo la tragedia che s’era consumata in mattinata non è il massimo ma fa pensare e tanto. D’altro canto il marmo è quello lì: quello che ti fa arrampicare con i mezzi su per le montagne tutti i giorni, che ti fa mettere il pane sul tavolino per te e i tuoi figli e quello che a un tratto ti toglie dal mondo senza se e senza ma.
Premessa d’obbligo a parte Montanari ha spiegato ogni sezione del libro in maniera impeccabile con la sua professionalità e capacità di spiegare a tutti in maniera semplice anche i concetti meno facili da capire.
“NELLE TERRE DEL MARMO” è stato curato da Aldo Galli e Antonio Brtelletti e raccoglie una serie di ricerche molto interessanti effettuate da un gran numero di storici dell’arte. Quanto ha influito il marmo sullo sviluppo locale, sulle relazioni internazionali, sull’arrivo di scultori e sullo sviluppo della scultura sia in loco che un po’ nel resto d’Europa? Ecco, il libro cerca di dare risposte attendibili a tutte queste domande. Il sottotitolo del libro -scultori e lapicidi da Nicola Pisano a Michelangelo- rende bene l’idea di quale periodo storico è stato preso in considerazione. Gli autori sperano di poter stampare un secondo volume nel prossimo futuro che comprenda un periodo successivo ovvero da Michelangelo fino a Canova che qui ha passato un po’ di tempo: era un caro amico di un egittologo che a Seravezza viveva.
Montanari ha citato più volte Jhon Ruskin e mai a sproposito. Ruskin era un raffinato scrittore e poeta ma anche uno storico dell’arte che aveva visto molto più in là del suo naso intuendo quello che sarebbe accaduto nei decenni a seguire. Ruskin in un suo libro mise in relazione le pietre di Venezia con i cittadini di Venezia e in fondo è davvero così un po’ ovunque. Il marmo non solo ha influito sul lavoro e sullo sviluppo di molti paesi e paesini dell’Alta Versilia e di Carrara ma ha in qualche modo ne ha forgiato il carattere. “Il paesaggio è il volto amato della patria” scriveva Ruskin.
Sto sudando sette camicie per caricare sul blog un video che ho fatto a Montanari mentre parlava proprio di me, sul finire della presentazione. Mi piacerebbe proporvelo ma vediamo se questo trabiccolo di vecchio computer riesce a sopportarne il peso.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti.