Ancora son conteso fra Carrara e Pietrasanta
E’ strano e a tratti ridicolo il fatto che a distanza di 500 anni ancora Carrara e Pietrasanta continuino a tirarmi per la giacchetta contendendosi la mia permanenza in loco. Non è difficile capire come andarono le cose e perchè dovetti spostarmi su Pietrasanta e Seravezza. Fui obbligato dal pontefice e non avevo possibilità di scelta. I carrarini s’arrabbiarono con me e in quel di Pietrasanta non ci cavai un ragno dal buco. Quest’anno a Seravezza voglion festeggiare la prima volta che arrivai in loco: son passati 500 anni da allora. Il fatto che non ci volessi stare e che mi ci mangiai il fegato lì pare che poco interessi e spesso viene omesso con poetiche interpretazioni del tutto arbitrarie.
Vi riporto la lettera che mi scrisse il cardinale Giulio de’ MEdici per conto di Papa Leone X. In queste righe in pratica mi suggerisce non solo di rimanere a Pietrasanta ma anche di non lamentarmi tanto per non fare una cattiva pubblicità ai territori di nuova pertinenza del papa. Poi alla fine avevo ragione io: da lì ricavai ben poco e comunque nulla di quel marmo usai per le opere mie tutt’oggi visibili. A ciascuno il suo mestiere: che il papa faccia il papa e io il mio…ma così a leone X non gli ci potevo rispondere anche se eravamo stati seduti allo stesso tavolo e avevamo mangiato nella casa di suo padre gomito a gomito, come se fossimo fratelli.
Vi riporto la lettera integrale…
Roma, 2 febbraio 1517
Spectabilisnoster charissime, havemo recepute le vostre et mostrole ad Nostro Signore; et considerato li vostri progreddi tutti seguire in favore delle cose di Carrara, ne havete dato admiratione non pichola ad Sua Sanctità et ad noi, perchè non risponde al dire vostro quello che intendemo da Iacopo Salviati, quale è stato in sul loco delle cave et marmi di Pietrasancta con multi maestri intelligenti et ne referisce esservi marmi in quantità grandissima, bellissimi et comodi al condurre; il che essendo, ci dà qualche suspitione che vogliate, per qualche vostro comodo, troppo favorire li marmi di Carrara et torre la riputatione alli di Pietrasancta. Il che certo non doverresti fare, attento la fede havemo sempre il voi havuta.
Per il che vi dicemo che, postposto omni respetto, la Sanctità di Nostro Signore vole per omni modo che in tutte le opere che si ha ad fare, et per Sancto Pietro et per Sancta Reparataet per la facciata di Sancto Lorenzo, si piglino li marmi di Piectrasanta et non li altri, per le cause soprascripte, et maximeche ancora s’intende che saranno di minore spesa che quelli di Carrara. Ma quando bene fussino di maggiore, vole ad onni modo Sua Sanctità che così si faccia, per indrizzare et aviare questo maneggio di Pietrasanctaper l’utile pubblico della città.
Per tanto vedete di exequire quando vi havemo ordinato et non mancare, perchè quando altrementi facessi, sarebbe contro la voglia di Sua Sanctità et nostra, et havremo causa di dolori di voi grandemente. Domenico nostro ve ne debbe scrivere el medesimo: rispondetene a llui quanto vi ochorre et presto, levandovi alla mente omni pervicacia. Et bene valete.
Romae, II Februarii MDXVII
Vester Iulius cardinalis de Medicis
Spectabili viro Michaelangelo Bonaroto, sculptori nostro harissimo, Iulius, Sancte Marie in Domnica diaconus cardinalis de Medicis, Bononie et cet. legatus.
Questo è il ritratto che Raffaello fece al pontefice Leone X de’ Medici
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