Niente di più del necessario
Che non abbia mai condotto uno stile di vita dissoluto è cosa nota. Sì, sì…la solita tiritera vi sento recitare: ero tirchio e spendere non mi piaceva. Mah, nel corso dei secoli ciascuno ha puntato il dito, criticato, giudicato e fatto i suoi ragionamenti sulla mia maniera di intendere la mia quotidianità.
Tutto sommato poco m’importava di vivere nel lusso sfrenato. Avrei potuto farlo eccome già fin dagli esordi della carriera. Ma non ero Raffaello e nemmeno sarebbe stato da buon cristiano vivere nello sfarzo, vi pare?
Anche il mi’ babbo s’arrabbiava perché non facevo il signore. Non mi concedevo niente che non fosse strettamente necessario. Angosciato mi scrisse in una lettera tutte le sue preoccupazioni riguardo alle condizioni in cui vivevo. Con il senno di poi posso dire che forse avevo ragione io: campai fino quasi a novant’anni e ai miei tempi era un’età eccezionale. Quanti se ne andarono prima di me fra gli agi che i danari posson dare!…
…la miseria è chattiva, però che è vizio che dispiace a Dio e alle grandi gienti del mondo, et inoltre ti farà male all’anima e al chorpo; e mentre se’ giovane sopporterai qualche tempo chotesto disagio, ma chome mancha la virtù della giovinezza, si schuopre poi delle malattie et infermità che essi sono ingienerate per chotesti disagi e per vivere male e chon miseria….
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi quasi quotidiani racconti
in fondo fosti ben più ricco di genio, ricchezza che assolutamente a pochi è concessa; altre ricchezze a confronto son ben poca cosa…
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