I fratelli Ghirlandaio mi pagavano pure
Forse ai vostri tempi sarei stato considerato un bimbetto prodigio. Il mi babbo mi voleva a tutti i costi far studiar grammatica perché secondo lui solo così avrei trovato un lavoro da omo serio. Invece nulla, non ne volevo sapere nemmeno a son di botte. Lui mi ci mandò per forza ma ero più testa dura di lui: volevo scolpire, disegnare, imparare a macinare i colori.
Ebbene, alla fine vinsi io e mi mandò a bottega da Domenico e Davide di Tommaso di Currado Bigordi, meglio noti alle cronache come i fratelli Ghirlandaio. Proprio in quel frangente stavano lavorando agli affreschi di Santa Maria Novella a Firenze.
In genere i bimbetti come me mica venivano pagati: l’insegnamento che apprendevano era tutta la loro ricompensa!
Invece io venivo pagato, poghino ma venivo pagato. Era un onore non da poco visto che i Ghirlandaio godevano di un’ottima fama. Il primo aprile del 1488 il mi babbo stipulò un contratto con i due sottoscrivendo che avrei dovuto fare quello che mi comandavano e sarei rimasto fino a quando non avessi imparato perbene i rudimenti della pittura. Quanto mi davano? 24 fiorini spalmati in tre anni. Non sarà stato tanto ma mi pareva una gran fortuna.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti che con l’approssimarsi della data del su’ compleanno ha voglia di ricordare i tempi andati.
Sposalizio della Vergine realizzato dai fratelli Ghirlandaio nella Cappella Tornabuoni in Santa Maria Novella. Come macinavo bene i colori io… ah!
Probabilmente, tu sei un po’ burbero per queste cose ma a me è piaciuto nominarti lo stesso
https://rossellabuscemi.wordpress.com/2015/03/04/liebster-award/
Ciao!
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Ti ringrazio di cuore.
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