Il lungo discorso funebre di Benedetto Varchi
Fu Benedetto Varchi a scrivere le mie onoranze funebri. Lo ringrazio ancora per quanto lesse dinnanzi ad una folla immensa il 14 luglio del 1564 anche se a dire il vero non mi pareva il caso di mettere nero su bianco un romanzo lungo 63 pagine.
Si, non son matto: scrisse per me 63 pagine di orazione funebre e le lesse una dopo l’altra al mio funerale. All’epoca mi parve un tantino esagerato… non credo che ad oggi esista sulla faccia della terra un oratore così prolisso.

In occasione de mio rinnovato funerale a Firenze che ancora è in corso e si protrarrà fino alla mezzanotte di quest’oggi avrei voluto riportarvi a seguire la bella orazione ma è così lunga e pesante da leggere che non m’è parso il caso di tediarvi oltremodo.
Tuttavia ve ne riporto solo un pezzetto ovvero la parte finale.
Con la fatica che il Varchi ha fatto per scrivere quel romanzo funebre, mi parrebbe un peccato non rendergli un meritato omaggio in questa occasione.
Il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta con infinita riconoscenza.

ORAZIONE FVNERALE DI M.
BENEDETTO VARCHI
Fatta, e recitata da Lui pubblicamente nell’essequie di
MICHELAGNOLO BVONARROTI
in Firenze, nella Chiesa di San
LORENZO.
Indiritta al molto Mag. & Reuerendo Monsignore
M. VINCENZIO BORGHINI
Priore degli Innocenti.
CON PRIVILEGIO
…per gli grandissimi, moltissimi, et eccellentissimi gradi, meriti, e benefizi tuoi verso
loro, verso la Patria, e verso il Mondo tutto quanto: essendo eglino come loro ufizio,
lor debito, e loro obligo tutti insieme, e ciascuno di per se studiosissimi, deditissimi, e
affezionatissimi all’eterna memoria, all’immortal fama, e alla perpetua gloria del
felicissimo, aggradevolissimo, e celebratissimo nome tuo: e si per calda, speziale,
liberale, e honorata commessione di quel giustissimo, prudentissimo, sapientissimo, e
ottimo Principe; il quale tu spirito chiaro, spirito degno, spirito egregio, spirito divino
per la sua incomparabile bontà, sapienza, prudenza, e giustizia, essendo, come tu fusti,
sommamente tenero, carnale, ubbidiente, e amorevole, amasti, come figliuolo;
honorasti come fratello; riveristi come Padre, e osservasti come amico: e finalmente,
come tuo superiore, Padrone, Signor Principe, e Duca: di giorno, di notte, il verno, la
state à ciascuna hora, col cuore, colla voce, colla mano, collo stile, e collo scarpello;
q.to ti fu Anima santa, saggia, cortese, honesta, e bella; da Dio, dalla Natura, dall’Arte,
dall’ingegno, e dallo studio: dato, donato, largito, conceduto, e permesso, per
conveniente debito, per diritta ragione, per laudabile costume, per dovuta riverenza, e
per sommma cortesia; assai piu che non puo nè comprendere intelletto, nè immaginare
fantasia, nè ritener memoria, ne raccontare lingua, ne scrivere penna; in tutti i tempi, in
tutti i luoghi, in tutti i modi, in tutti i detti, e in tutti i fatti ammirasti, pregiasti, ornasti,
magnificasti, et esaltasti.
Io ho detto


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