Leonardo da Vinci: la Vergine delle Rocce di Londra con dubbi e certezze sull’attribuzione
La Vergine delle Rocce conservata alla National Gallery di Londra è una delle opere più discusse e affascinanti attribuite a Leonardo da Vinci.
Realizzata tra il 1495 e il 1499 a olio su tavola di pioppo e poi rielaborata tra il 1506 e il 1508, rappresenta la seconda versione del celebre soggetto realizzato per la Confraternita dell’Immacolata Concezione di Milano.
Stato di conservazione e caratteristiche tecniche
La tavola, composta da più assi verticali è in ottimo stato di conservazione. I margini laterali hanno bordi pittorici integri, mentre in alto e in basso la pittura arriva fino al bordo originale, con tracce dell’antica cornice. Rispetto alla versione del Louvre, mostra ampie parti non completate, come la mano sinistra dell’angelo, e numerosi pentimenti che testimoniano una fase creativa complessa.
La testa del Bambino infatti era inizialmente più alta e orientata verso l’osservatore mentre la posizione delle gambe di Gesù e della testa di Giovanni venne modificata in corso d’opera. Anche la mano sinistra della Vergine subì più di un ripensamento.
Altro dettaglio non da poco. Le impronte digitali di Leonardo da vinci, risultano visibili negli strati inferiori di colore e confermano l’intervento diretto dell’artista perlomeno nella fase iniziale.
Attribuzione: Leonardo o bottega?
C’è poco da fare: il dipinto non è una semplice copia della versione parigina. Le analisi tecniche mostrano un primo strato pittorico attribuibile a Leonardo, mentre nelle successive rielaborazioni molti studiosi riconoscono la mano di Ambrogio de Predis, suo collaboratore diretto.
Secondo studi recenti, parte del paesaggio roccioso e della vegetazione potrebbe essere opera di Marco d’Oggiono. I documenti d’archivio e le indagini diagnostiche suggeriscono sia stata possibile una collaborazione diretta tra Leonardo e Ambrogio de Predis, supportata anche dalla richiesta della Confraternita del 27 aprile 1506 di completare l’opera iniziata dal maestro e proseguita dall’allievo.
Datazione della Vergine delle Rocce londinese
La maggior parte degli storici dell’arte colloca l’esecuzione tra il 1495 e il 1499, con una fase conclusiva documentata tra il 1507 e il 1508, quando furono registrati gli ultimi pagamenti che chiusero il lungo contenzioso con la Confraternita.
L’uso di un cartone originale di Leonardo, confermato da studi tecnici, indica un coinvolgimento diretto dell’artista nella concezione dell’opera.
Resta complessa l’interpretazione dei documenti successivi al 1503, che potrebbero riferirsi sia alla prima sia alla seconda versione. Un documento del 1508 menziona inoltre una possibile copia eseguita da Ambrogio de Predis, forse identificabile con la tavola londinese, anche se questa ipotesi rimane aperta.
Provenienza e storia collezionistica
Dopo la conclusione della disputa legale, la Vergine delle Rocce era certamente nella cappella della Confraternita di San Francesco almeno dal 1508, accanto ai due angeli dipinti da Ambrogio de Predis. Vi rimase per tutto il XVI e XVII secolo.
Nel 1781 fu trasferita all’ospedale di Santa Caterina della Ruota e nel 1785 venne acquistata dal pittore inglese Gavin Hamilton.
Esposta a Londra già nel 1786, passò poi nelle collezioni Lansdowne e Suffolk, fino a essere acquistata nel 1880 dalla National Gallery, dove è tuttora conservata.
Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
Leonardo da Vinci: The Virgin of the Rocks in London: Questions and Certainties Regarding Its Attribution
The Virgin of the Rocks, housed in the National Gallery in London, is one of the most controversial and fascinating works attributed to Leonardo da Vinci. Created between 1495 and 1499 in oil on poplar wood and later reworked between 1506 and 1508, it represents the second version of the famous subject created for the Confraternity of the Immaculate Conception in Milan.
Conservation Status and Technical Characteristics
The panel, composed of several vertical panels, is in excellent condition. The side edges have intact painted edges, while at the top and bottom the painting reaches the original edge, with traces of the old frame. Compared to the Louvre version, it features large unfinished sections, such as the angel’s left hand, and numerous pentimenti, testifying to a complex creative phase.
The Child’s head was initially higher and oriented toward the viewer, while the position of Jesus’ legs and John’s head were modified during the work. The Virgin’s left hand also underwent several reworkings.
Another notable detail: Leonardo da Vinci’s fingerprints are visible in the lower layers of paint, confirming the artist’s direct intervention, at least in the initial phase.
Attribution: Leonardo or workshop?
There’s little to be done: the painting is not a simple copy of the Parisian version. Technical analyses show an initial pictorial layer attributable to Leonardo, while in subsequent reworkings, many scholars recognize the hand of Ambrogio de Predis, his direct collaborator.
According to recent studies, part of the rocky landscape and vegetation may be the work of Marco d’Oggiono. Archival documents and diagnostic tests suggest a direct collaboration between Leonardo and Ambrogio de Predis, further supported by the Confraternity’s request of April 27, 1506, to complete the work begun by the master and continued by his student.
Dating of the London Virgin of the Rocks
Most art historians place the execution between 1495 and 1499, with a documented final phase between 1507 and 1508, when the final payments were recorded, concluding the long dispute with the Confraternity.
The use of an original cartoon by Leonardo, confirmed by technical studies, indicates the artist’s direct involvement in the work’s conception.
The interpretation of documents after 1503 remains complex, as they could refer to either the first or second version. A document from 1508 also mentions a possible copy by Ambrogio de Predis, perhaps identifiable with the London panel, although this hypothesis remains open.
Provenance and Collection History
After the legal dispute was concluded, the Virgin of the Rocks was certainly in the chapel of the Confraternity of Saint Francis by at least 1508, alongside the two angels painted by Ambrogio de Predis. It remained there throughout the 16th and 17th centuries.
In 1781, it was transferred to the hospital of Santa Caterina della Ruota and in 1785 was purchased by the English painter Gavin Hamilton.
Exhibited in London as early as 1786, it later passed into the Lansdowne and Suffolk collections, until it was acquired in 1880 by the National Gallery, where it remains today.
For now, yours truly, Michelangelo Buonarroti bids you farewell and invites you to join him in future posts and on social media.

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Sempre opere meravigliose quelle che ci proponi con i tuoi post 👏👏👏👏👍👍👍👍 buon sabato 😉😊👍
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grazie di cuore
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