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La scultura del giorno: quel cigno sul monumento funebre scolpito dal Pampaloni a Lucca

La scultura del giorno che vi propongo oggi è il monumento funebre dedicato a Lazzaro Papi che si trova nella Basilica di San Frediano a Lucca, scolpito da Luigi Pampaloni nella prima metà dell’Ottocento.

Una figura femminile col capo cinto d’alloro e con una veste drappeggiata, tiene in mano una tromba mentre con il braccio opposto cinge il busto che ritrae il Papi. Sul sarcofago compare un mirabile lavoro di ornato che sorprende per la sua complessità.

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Il sepolcro fu realizzato dall’artista imitando liberamente lo stile di Canova. Sulla lapide si legge un epitaffio che volle scrivere Pietro Giordani: “Lazzaro Papi – Colonnello per gli inglesi nel Bengala – poi lodato scrittore di versi e di storia – in tenue fortuna per molta prudenza e bontà – riverito ed amato – visse anni LXXI – gli fecero il monumento gli amici”.

Vicino al mirabile cigno che sembra sonnecchiare, si vedono dei libri e sulla copertina di uno di essi compare la scritta Militon. Papi fu infatti il traduttore dello stesso Militon e autore di una storia della Rivoluzione francese.

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Il monumento ideato e scolpito dal Pampaloni volle celebrare la memoria del Papi omaggiandolo con tutti quei simboli in grado di ricordare la sua esistenza.

Ma chi era e cosa fece Lazzaro Papi per meritarsi un simile monumento?

Lazzaro Papi fu una figura poliedrica e affascinante del suo tempo: scrittore, storico, militare e viaggiatore italiano. La sua vita fu un susseguirsi di esperienze avventurose e di impegno intellettuale.

Nato nel piccolo borgo di Pontito, vicino a Pescia, in un territorio allora parte della Repubblica di Lucca, Lazzaro Papi intraprese inizialmente studi ecclesiastici presso il seminario di Lucca. Tuttavia, la sua indole vivace e il desiderio di esplorare il mondo lo portarono presto ad abbandonare la carriera religiosa.

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Il viaggio in India

La sua vita prese una svolta avventurosa quando si arruolò nell’esercito napoletano. Successivamente, la sua carriera militare lo condusse lontano dall’Italia, fino in India.

Qui, prestò servizio come colonnello nei Bengal Lancers, un corpo di cavalleria al servizio degli inglesi, durante le guerre contro Tippoo Sahib, il sultano del regno di Mysore.

Papi comandò un significativo contingente di lancieri e si distinse per il suo valore e le sue capacità militari.

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Il suo soggiorno in India non fu solo un’esperienza militare però. Era infatti arrivato lì nel 1792 come medico al seguito di Ferdinando III di Toscana. Il suo servizio gli permise di entrare in contatto con la cultura, la società e la natura del subcontinente indiano.

Ebbe modo di viaggiare e di osservare da vicino usi e costumi locali. Un episodio significativo della sua permanenza in India fu quando divenne medico di corte del Rajah di Travancore, riuscendo a salvarlo da una grave infezione di gangrena. Le sue osservazioni e riflessioni su questa esperienza furono raccolte nelle sue “Lettere sulle Indie Orientali”.

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Insomma, se vi capiterà di entrare nella Basilica di San Frediano a Lucca, non perdete l’occasione di visitare questo interessante moumento funebre scolpito con maestria dal Pampaloni. Vi consiglio di osservare con attenzione soprattutto il cigno e quei libri sfogliati da poco.

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Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui socia.

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Sculpture of the day: the funeral monument of Papi sculpted by Pampaloni

The sculpture of the day that I propose to you today is the funeral monument dedicated to Lazzaro Papi that is located in the Basilica of San Frediano in Lucca, sculpted by Luigi Pampaloni in the first half of the nineteenth century.

A female figure with her head crowned with laurel and wearing a draped dress, holds a trumpet in one hand while with the opposite arm she encircles the bust that portrays Papi.

The tomb was created by the artist freely imitating the style of Canova. On the tombstone you can read an epitaph that Pietro Giordani wanted to write: “Lazzaro Papi – Colonel for the English in Bengal – then praised writer of verses and history – in tenuous fortune for much prudence and kindness – revered and loved – lived LXXI years – his friends made the monument for him”.

Near the wonderful swan that seems to be dozing, you can see some books and on the cover of one of them the writing Militon appears. Papi was in fact the translator of Militon himself and the author of a history of the French Revolution.

The monument designed and sculpted by Pampaloni wanted to celebrate the memory of Papi by paying homage to him with all those symbols capable of recalling his existence.

But who was Lazzaro Papi and what did he do to deserve such a monument?

Lazzaro Papi was a multifaceted and fascinating figure of his time: an Italian writer, historian, soldier and traveler. His life was a succession of adventurous experiences and intellectual commitment.

Born in the small village of Pontito, near Pescia, in an area then part of the Republic of Lucca, Lazzaro Papi initially undertook ecclesiastical studies at the seminary of Lucca. However, his lively nature and desire to explore the world soon led him to abandon his religious career.

The journey to India

His life took an adventurous turn when he enlisted in the Neapolitan army. Subsequently, his military career took him far from Italy, all the way to India. Here, he served as a colonel in the Bengal Lancers, a cavalry corps in the service of the English, during the wars against Tippoo Sahib, the sultan of the kingdom of Mysore. Papi commanded a significant contingent of lancers and distinguished himself for his valor and military skills.

His stay in India was not only a military experience, however. He had arrived there in 1792 as a doctor in the retinue of Ferdinand III of Tuscany. His service allowed him to come into contact with the culture, society and nature of the Indian subcontinent. He had the opportunity to travel and observe local customs and traditions up close. A significant episode of his stay in India was when he became court physician to the Rajah of Travancore, managing to save him from a serious gangrene infection. His observations and reflections on this experience were collected in his “Letters on the East Indies”.

In short, if you happen to enter the Basilica of San Frediano in Lucca, do not miss the opportunity to visit this interesting funerary monument masterfully sculpted by Pampaloni. I advise you to carefully observe especially the swan and those books recently leafed through.

For the moment, the always your Michelangelo Buonarroti bids you farewell, making an appointment with you in the next posts and on social media.

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