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Michelangelo e il Potere: dal 18 ottobre a Palazzo Vecchio

‘Michelangelo e il Potere’, dedicata a me e alle relazioni che ebbi con i personaggi più influenti della mia epoca, è la nuova mostra che aprirà i battenti al pubblico dal 18 ottobre a Palazzo Vecchio.

L’esposizione, allestita nella Sala delle Udienze e nella Sala dei Gigli con la curatela Cristina Acidini e Sergio Risaliti, propone un percorso che inizia nel periodo in cui frequentavo il Giardino di San Marco e termina con gli ultimi anni della mia vita.

Michelangelo e il Potere. Il Bruto
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Al centro della scena, nella Sala delle Udienze, c’è il Bruto che per la prima volta fa il suo ingresso a Palazzo Vecchio. Fu Donato Giannotti a commissionarmi il busto con l’intenzione di regalarlo poi al cardinale Niccolò Ridolfi. E’ di fatto un ritratto ideale del tirannicida che non può non essere visto come un manifesto politico.

Il Giannotti era tra i più potenti esponenti del gruppo di esuli fiorentini che erano rimasti fedeli alla repubblica, nemici dei Medici che tornarono a essere i padroni della città dopo il termine dell’assedio del 1530.

Scolpire il Bruto fu l’occasione per celebrare in qualche modo l’uccisione di Alessandro de’ Medici da parte di Lorenzino de’ Medici: un omicidio da sempre visto come una sorta di feroce protesta degli esuli fiorentini contro la tirannia medicea che intossicava l’anima di Firenze tutta. Non è un caso la scelta del Bruto come soggetto: proprio Lorenzino veniva appellato dai suoi contemporanei come Bruto Nuovo.

Michelangelo e il potere Palazzo Vecchio
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Il Bruto è l’unica scultura originale mia presente in mostra oltre a diverse lettere provenienti da Casa Buonarroti, i testi autografi di due poesie e uno studio relativo alla Battaglia di Cascina.

Lo studio della Battaglia è stato affiancato dalla copia a olio su tavola dipinta da anonimo della Battaglia di Anghiari di Leonardo e dalla copia della Battaglia di Cascina di Aristotile da Sangallo.

Procedendo nel percorso espositivo, si entra nella Sala dei Gigli che accoglie la gipsoteca formata da una serie di gessi arrivati in loco grazie a numerosi prestiti come la copia in gesso della Pietà Vaticana, il gesso del Bacco e quello che mi ritrae su modello del busto realizzato da Daniele da Volterra, arrivati direttamente dal laboratorio di scultura di Massimo Galleni a Pietrasanta.

Il modello in gesso del Bacco proveniente dal laboratorio di scultura di Massimo Galleni a Pietrasanta
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Ogni gesso presentato è collegato a una commissione di un qualche potente dell’epoca mia a partire dal Bacco che mi vene commissionato dal cardinale Raffaele Riario, fino al Prigione Morente e allo Schiavo Barbuto, entrambe opere realizzate per la Tomba di papa Giulio II.

Come dice Risaliti, curatore della mostra Non c’è stato artista che come Michelangelo abbia avuto nella sua vita rapporti così stretti e così continui con i potenti della terra. Da Lorenzo il Magnifico a papa Paolo III, da Giulio II, il papa guerriero, a Cosimo I, duca di Firenze, che tentò invano di far tornare Michelangelo vivente in città. La familiarità del Buonarroti con le grandi personalità del suo tempo – papi, re, illustri letterati e filosofi, principi e cardinali – è stata a dir poco inusuale e appare ai nostri occhi sorprendente.

Michelangelo però non tollerava alcun dispotismo, soprattutto l’uomo solo al comando. Non riconosceva ad altri che a Dio questa centralità, e spese gli ultimi anni della sua lunga carriera a progettare la cupola di San Pietro, in un periodo di crisi del pensiero rinascimentale e del Cattolicesimo, quando l’Europa era tormentata da conflitti sanguinari”.

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La quadreria posta dinanzi alla gipsoteca ricrea il fitto reticolo di incontri, confronti e scontri che ebbi con il potere. Si tratta di una sorta di collezione di ritratti di uomini e donne illustro che gravitano attorno al ritratto che mi fece Giuliano Bugiardini, posto al centro.

Dal ritratto di Savonarola di Fra’ Bartolomeo e di Pier Soderini attribuito a Ridolfo del Ghirlandaio al ritratto di Cosimo I in armatura di Agnolo Bronzino, da quello di Vittoria Colonna, del Cardinale Reginald Pole in conversazione con Paolo III a quello di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Innocenzo Cibo, sempre del Bugiardini.

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La mostra ‘Michelangelo è il potere’ è stata resa possibile grazie ai prestiti da prestigiose istituzioni come le Gallerie degli Uffizi, i Musei del Bargello, la Fondazione Casa Buonarroti, la Fundaciòn Colecciòn Thyssen-
BorneMisza e le Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma, per citarne giusto alcuni.

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Michelangelo frequentò persone e famiglie di potere fin da ragazzino a Firenze, continuando con papi e sovrani fino all’estrema vecchiaia: una condizione eccezionale per un artista del suo tempo e di tutti i tempi. Ma Michelangelo e il Potere significa anche altro. Fa ricordare il suo potere, quello di pronunciare opinioni e giudizi anche severi, che venivano seguiti, citati, tramandatidice Cristina Acidini, curatrice –
bastò che definisse “gabbia da grilli” la loggetta sotto la cupola di Brunelleschi, perché subito la costruzione venisse interrotta e il lavoro tolto al povero Baccio d’Agnolo”

La mostra Michelangelo e il Potere potrà essere visitata dal 18 ottobre fino al 26 dicembre 2025.

Michelangelo e il potere a Palazzo Vecchio
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Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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Michelangelo and Power: from October 18th at Palazzo Vecchio

‘Michelangelo and Power’, dedicated to me and the relationships I had with the most influential figures of my time, is the new exhibition that will open its doors to the public from October 18th at Palazzo Vecchio.

The exhibition, set up in the Sala delle Udienze and in the Sala dei Gigli with the curators Cristina Acidini and Sergio Risaliti, offers a journey that begins in the period in which I frequented the Garden of San Marco and ends with the last years of my life.

At the center of the scene, in the Sala delle Udienze, is the Brutus who enters Palazzo Vecchio for the first time. It was Donato Giannotti who commissioned the bust with the intention of later giving it to Cardinal Niccolò Ridolfi. It is in fact an ideal portrait of the tyrannicide that cannot but be seen as a political manifesto.

Giannotti was among the most powerful exponents of the group of Florentine exiles who had remained faithful to the republic, enemies of the Medici who returned to being the masters of the city after the end of the siege of 1530.

Sculpting the Brutus was an opportunity to celebrate in some way the killing of Alessandro de’ Medici by Lorenzino de’ Medici: a murder that has always been seen as a sort of ferocious protest by the Florentine exiles against the Medici tyranny that was poisoning the soul of all of Florence. The choice of the Brutus as a subject is no coincidence: Lorenzino himself was called the New Brutus by his contemporaries.

The Brutus is the only original sculpture of mine present in the exhibition in addition to several letters from Casa Buonarroti, the autographed texts of two poems and a study relating to the Battle of Cascina.

The study of the Battle was accompanied by the oil on panel copy painted by an anonymous artist of Leonardo’s Battle of Anghiari and by the copy of the Battle of Cascina by Aristotile da Sangallo.

Continuing along the exhibition route, you enter the Sala dei Gigli which houses the plaster cast gallery consisting of a series of plaster casts that arrived on site thanks to numerous loans such as the copy of the Vatican Pietà that arrived from Massimo Galleni’s sculpture workshop in Pietrasanta.

Each plaster cast presented is linked to a commission from some powerful person of my time, starting from the Bacchus that was commissioned by Cardinal Raffaele Riario, up to the Dying Prisoner and the Bearded Slave, both works created for the Tomb of Pope Julius II.

As Risaliti, curator of the exhibition, says, “There has been no artist like Michelangelo who in his life had such close and continuous relationships with the powerful of the earth. From Lorenzo the Magnificent to Pope Paul III, from Julius II, the warrior pope, to Cosimo I, Duke of Florence, who tried in vain to have Michelangelo return to the city while still alive. Buonarroti’s familiarity with the great personalities of his time – popes, kings, illustrious men of letters and philosophers, princes and cardinals – was unusual to say the least and appears surprising to us.

Michelangelo, however, did not tolerate any despotism, especially a man alone in command. He did not recognize this centrality in anyone but God, and spent the last years of his long career designing the dome of St. Peter’s, in a period of crisis in Renaissance thought and Catholicism, when Europe was tormented by bloody conflicts”.

The picture gallery placed in front of the plaster cast gallery recreates the dense network of meetings, confrontations and clashes that I had with power. It is a sort of collection of portraits of illustrious men and women that gravitate around the portrait that Giuliano Bugiardini made of me, placed in the center.

From the portrait of Savonarola by Fra’ Bartolomeo and Pier Soderini attributed to Ridolfo del Ghirlandaio to the portrait of Cosimo I in armor by Agnolo Bronzino, from that of Vittoria Colonna, of Cardinal Reginald Pole in conversation with Paul III to that of Leo X with Cardinals Giulio de’ Medici and Innocenzo Cibo, also by Bugiardini.

The exhibition ‘Michelangelo is Power’ was made possible thanks to loans from prestigious institutions such as the Uffizi Galleries, the Bargello Museums, the Fondazione Casa Buonarroti, the Fundaciòn Colecciòn Thyssen-
BorneMisza and the Gallerie Nazionali d’Arte Antica in Rome, to name just a few.

“Michelangelo frequented people and families of power since he was a boy in Florence, continuing with popes and sovereigns until extreme old age: an exceptional condition for an artist of his time and of all times. But Michelangelo and Power also means something else. It reminds us of his power, that of pronouncing opinions and even severe judgments, which were followed, cited, passed down – says Cristina Acidini, curator –
It was enough for him to define the loggia under Brunelleschi’s dome as a “cricket cage”, for the construction to be immediately interrupted and the work taken away from poor Baccio d’Agnolo”.

The exhibition Michelangelo and Power can be visited from October 18th until December 26th 2025.

For now, yours ever Michelangelo Buonarroti bids you farewell, making an appointment to see you in the next posts and on social media.

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