Quando pensai di rifugiarmi in Francia, scappando dalla morte
Il 21 di settembre del 1529, accompagnato dal mio assistente Antonio Mini, da Rinaldo Corsini e dall’orefice Piloto, partii a cavallo alla volta di Venezia per poi proseguire alla volta della Francia.
Ma perchè me ne andai senza dir nulla a nessuno?
L’idea di andarmene m’era balenata in mente mentre ero impegnato con le fortificazioni di San Miniato. Ero tornato da una manciata di giorni da Ferrara ma non volli permanere oltre a Firenze: l’aria s’era fatta irrespirabile e si capiva che di lì a poco qualcosa di terribile sarebbe accaduto.
Non era necessario essere dei veggenti: bastava osservare ciò che stava accadendo, con attenzione.
Pochi giorni dopo il mio arrivo a Venezia, presi carta e penna per scrivere a Giovan Battista Palla: “Io partì senza far motto a nessuno degli amici miei e molto disordinatamente; e benchè io, come sapete, volessi a ogni modo andare in Francia, e che più volte avessi chiesto licenza, e non avuta, non era però che io non fossi resoluto senza paura nessuna, di vedere prima el fine della guerra”.
La lettera prosegue. Raccontai al Palla come uno strano individuo, mentre ero a lavorare ai bastioni di San Miniato, mi disse all’orecchio che “non era da star più a voler campar la vita”. Venne con me a casa, pranzammo assieme e poi mi preparò una cavalcatura per andarmene via dalla città.
Ora la faccenda pare assai strana anche solo a immaginarsela. Probabilmente al Palla gli raccontai quello che volevo sapesse, nulla di più.
Non ero un illuso e non è da escludere che m’ero accorto del doppio gioco di Malatesta Baglioni, capitano generale dei fiorentini che già meditava il tradimento. M’aveva a schifo ancor più da quando m’ero messo a fortificare uno dei lati più favorevoli all’irruzione degli Imperiali.
M’avrebbe volentieri fatto ammazzare senza pensarci troppo. Così partii in fretta e furia temendo più che altro per la mia vita senza però oltrepassare le alpi come avevo inizialmente intenzione di fare.
Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
When I thought of taking refuge in France, escaping from death
On September 21, 1529, accompanied by my assistant Antonio Mini, Rinaldo Corsini and the goldsmith Piloto, I left on horseback for Venice and then continued towards France. But why did I leave without saying anything to anyone?
The idea of leaving had flashed in my mind while I was busy with the fortifications of San Miniato. I had returned from Ferrara a few days ago but I didn’t want to stay any longer in Florence: the air had become unbreathable and it was clear that something terrible would happen shortly thereafter. It was not necessary to be a seer: it was enough to observe what was happening carefully.
A few days after my arrival in Venice, I took pen and paper to write to Giovan Battista Palla: “I left without saying a word to any of my friends and very disorderly; and although, as you know, I wanted to go to France in any case, and had asked for permission several times, and not received it, it was not that I was not resolved without any fear, to see the end of the war first”.
The letter continues. I told Palla how a strange individual, while I was working on the ramparts of San Miniato, he whispered to me that “there was no longer any point in trying to survive”. He came with me to the house, we had lunch together and then he prepared a mount for me to leave the city.
Now the matter seems very strange even to imagine it. At Palla I probably told him what I wanted him to know, nothing more.
I was not deluded and it cannot be excluded that I had noticed the double game of Malatesta Baglioni, captain general of the Florentines who was already contemplating betrayal. It disgusted me even more since I had started to fortify one of the sides most favorable to the invasion of the Imperials.
He would have gladly had me killed without thinking too much. So I left in a hurry, fearing more for my life than anything else, without however crossing the Alps as I had initially intended to do.
For the moment, your always Michelangelo Buonarroti greets you and will meet you in the next posts and on social media.

Sostienici – Support Us
Se questo blog ti piace e ti appassiona, puoi aiutarci a farlo crescere sempre più sostenendoci in modo concreto condividendo i post, seguendo le pagine social e con un contributo che ci aiuta ad andare avanti con il nostro lavoro di divulgazione. . ENGLISH: If you like and are passionate about this blog, you can help us make it grow more and more by supporting us in a concrete way by sharing posts, following social pages and with a contribution that helps us to move forward with our dissemination work.
8,00 €
-
La Madonna con Bambino del Sassoferrato: capolavoro del Natale tra classicismo e spiritualità
🇮🇹Il dipinto del Natale che vi propongo oggi è la Madonna con Bambino che le porge un frutto di Giovanni Battista Salvi, più noto come il Sassoferrato. La Vergine appare trasognata, assorta in un pensiero intimo, mentre porge alla luce il lato destro del volto… 🇬🇧The Christmas painting I’m featuring today is the Madonna and…
-
Bartolo Cattafi: fra libro di poesia e libro d’arte. La recensione
Nuova lettura. Bartolo Cattafi fra libro di poesia e libro d’arte di Silvia Frailes, pubblicato da Olschki Editore, esplora il legame unico tra poesia e arti visive. Cattafi non è solo poeta: i suoi libri diventano vere opere d’arte, dove parola, immagine e forma dialogano…
-
La Madonna della Scala: il mio primo capolavoro
🇮🇹La Madonna della Scala, custodita oggi di consueto a Casa Buonarroti, è la mia prima opera scultorea arrivata fino ai vostro giorni. Avevo sedici anni quando terminai di metter mano a quello stiacciato che imita ma oltrepassa lo stile di Donatello… 🇬🇧The Madonna della Scala, now housed as usual at Casa Buonarroti, is my first…

















