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Due volte a Bologna per chieder danari al papa

Vi voglio raccontare di quando mi toccò andare due volte di seguito, a cavallo, fino a Bologna per chiedere al papa i soldi che mi doveva per affrescare la volta della Cappella Sistina.

Era il luglio del 1510 quando ultimai di affrescare la prima parte della volta. Arrivato che ero alla metà dei lavori, papa Giulio II partì alla volta di Modena che era stata appena riconquistata dal papato il 18 agosto dello stesso anno.

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Quel che mi fece arrabbiare non fu la sua voglia di guerreggiare che ben conoscevo ma il fatto che non avesse dato disposizione alcuna in merito ai pagamenti da fare a me ai suoi più stretti collaboratori.

Mi venne in mente ancora una volta di andarmene di lì e lasciare tutto com’era. Non sarebbe stata la prima volta.

“… e questo è che io reto avere cinque cento ducati di pacto facto guadagniati, e altrectanta me ne doveva dare el papa per metere mano all’altra parte dell’opera, e llui s’è partito di qua e non m’a lasciato ordine nessuno, i’ modo che mi trovo sanza danari, nè sso quello m’abbia a fare…”, scrissi il 5 settembre 1510 al mi babbo, pensando anche alla salute del mi fratello Buonarroti, sempre più cagionevole.

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Partii per Firenze poco dopo e poi mi diressi verso Bologna perchè Giulio II nel frattempo da Modena era partito per quella città.

Nei primi giorni del 1511 ero già tornato a Roma ma non potevo rimettermi al lavoro. Il papa mi doveva soldi che mi servivano per comprare anche i colori. Come potevo lavorare così?

Ripartii alla volta di Bologna per chiedere ancora una volta a Giulio II che mi pagasse quanto dovuto e non rimisi mano al lavoro della volta fino a quando il papa, il 26 giugno del 1511, non tornò a Roma.

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“In questo tempo, quasi finita la volta el Papa ritornò a Bolognia, ond’io v’andai dua volta per danari che io avevo avere, e non feci niente, e perde’ tucto questo tempo finchè ritornò a rRoma.

Ritornando a rRoma mi missi a far chartoni per decta opera, cioè per le teste e per le faccie actorno di decta capella di Sisto e sperando aver danari e finire l’opera non potecti mai octenere niente”; così raccontai in una lettera quell’andare e venire da Bologna a Giovan Francesco Fattucci.

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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Twice in Bologna to ask the Pope for money

It was July 1510 when I finished frescoing the first part of the Sistine vault. When I was halfway through the work, Pope Julius II left for Modena which had just been reconquered by the papacy on 18 August of the same year.

What made me angry was not his desire to fight which I knew well but the fact that he had not given any instructions regarding the payments to be made to me and his closest collaborators.

Once again it occurred to me to leave there and leave everything as it was. It wouldn’t have been the first time.

“… e questo è che io reto avere cinque cento ducati di pacto facto guadagniati, e altrectanta me ne doveva dare el papa per metere mano all’altra parte dell’opera, e llui s’è partito di qua e non m’a lasciato ordine nessuno, i’ modo che mi trovo sanza danari, nè sso quello m’abbia a fare…”,

I wrote to my father on 5 September 1510, also thinking about the health of my brother Buonarroti, who was increasingly frail.

I left for Florence shortly after and then headed towards Bologna because Julius II in the meantime had left Modena for that city.

In the first days of 1511 I had already returned to Rome but I could not get back to work. The pope owed me money which I also needed to buy the colours. How could I work like this? So I left for Bologna to once again ask Julius II to pay me what was due and I didn’t get back to work on the vault until the Pope returned to Rome on 26 June 1511.

“In questo tempo, quasi finita la volta el Papa ritornò a Bolognia, ond’io v’andai dua volta per danari che io avevo avere, e non feci niente, e perde’ tucto questo tempo finchè ritornò a rRoma. Ritornando a rRoma mi missi a far chartoni per decta opera, cioè per le teste e per le faccie actorno di decta capella di Sisto e sperando aver danari e finire l’opera non potecti mai octenere niente”

so I told Giovan Francesco Fattucci about coming and going from Bologna in a letter.

For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you and will meet you in future posts and on social media.

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