Quel disegno considerato come un figlio
Il foglio su cui disegnai la testa di Cleopatra sul recto e sul verso, appartenne per trent’anni al mio amatissimo Tommaso de’ Cavalieri fino a quando qualcuno glielo strappò dalle mani o quasi.
Era uno di quei disegni, noti come presentation drawing, che volli disegnare appositamente per lui o che comunque volli regalargli.
In modo particolare, il disegno del recto, è molto più definito dell’altro e Giorgio Vasari considerava quella testa “una carta stupendissima”.
I miei contemporanei amavano quei miei disegni e c’è chi avrebbe fatto carte false pur di arricchire la propria collezione con la gorgone o qualsiasi altro mio schizzo, fosse anche appena accennato e meno dettagliato.
Tommaso fu costretto a regalare la testa di Cleopatra al duca Cosimo I de’ Medici nel 1562. Ero ancora vivo in quel frangente e mai avrebbe voluto separarsi da un’opera così importante non solo per il valore in danaro che aveva ma soprattutto per un legame affettivo fortissimo.
Con un groppo alla gola, soggiogato dalle fortissime pressioni del duca, inviò il foglio a Firenze. Lo fece arrivare in città assieme a una dolorosa lettera nella quale volle ribadire che privarsi della Cleopatra che gli avevo donato equivaleva alla straziante perdita di un figlio.
Prima di cedere il mio capolavoro a malincuore, il Cavalieri aveva provveduto a farlo copiare accuratamente e per il resto dei suoi giorni dovette accontentarsi di guardare quella versione su cui non avevo messo mano. Aveva affidato il lavoro a un “maestro amico suo” come si legge nella lettera del 24 gennaio del 1562 scritta da Averardo Serristori, lo sciacallo che aveva messo sulle mie tracce Cosimo I.
Il foglio in questione poi tornò a Casa Buonarroti grazie al dono fatto nel 1614 da Cosimo II.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post.

That drawing considered as a son
The sheet of paper on which I drew Cleopatra’s head on the front and back belonged to my beloved Tommaso de’ Cavalieri for thirty years until someone snatched it from his hands, or almost.
It was one of those drawings, known as presentation drawings, that I wanted to draw specifically for him or that I wanted to give him as a gift.
In particular, the drawing on the front is much more defined than the other and Giorgio Vasari considered that head “a most stupendous paper”.
My contemporaries loved those drawings of mine and there are those who would have gone to great lengths to enrich their collection with the gorgon or any other sketch of mine, even if only slightly hinted at and less detailed.
Tommaso was forced to give the head of Cleopatra to Duke Cosimo I de’ Medici in 1562. I was still alive at that time and he would never have wanted to part with such an important work not only for the monetary value it had but above all for a bond very strong affection.
With a lump in his throat, subjugated by the duke’s very strong pressure, he sent the paper to Florence. He had it arrive in the city together with a painful letter in which he wanted to reiterate that depriving himself of the Cleopatra that I had given him was equivalent to the heartbreaking loss of a child.
Before reluctantly giving up my masterpiece, Cavalieri had it carefully copied and for the rest of his days he had to content himself with looking at the version I hadn’t had a hand in. He had entrusted the work to a “master friend of his” as we read in the letter dated 24 January 1562 written by Averardo Serristori, the jackal who had put Cosimo I on my trail.
The sheet in question then returned to Casa Buonarroti thanks to the gift made in 1614 by Cosimo II.
For the moment your Michelangelo Buonarroti greets you and will meet you in the next posts.

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