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Fallire è umano: anch’io sbagliai

Vissi a lungo e quindi, mio malgrado, vidi tante persone a me care lasciare questa terra. In pochi anni dovetti dire addio alla carissima Vittoria Colonna nel 1547 e a due dei miei fratelli: Giovan Simone nel 1548 e Sigismondo nel 1555

Sempre nel 1555, anno in cui Dio parve voler portarsi via le persone che più mi erano vicine, anche il mio caro Urbino, al secolo Francesco Amadori, morì dopo aver trascorso venticinque anni assieme a me.

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Fu un duro momento quello. Lutti a non finire e non solo.

Nonostante i calcoli ai reni che mi facevano dannare, l’età e gli acciacchi, continuavo a lavorare a pieno ritmo, soprattutto a progetti architettonici. Fra questi lavori c’è anche il restauro del Ponte Rotto a Roma, o Ponte Santa Maria che dir si voglia.

Il Vasari racconta che fu Paolo III ad affidarmi quell’incarico ma dopo la sua morte, i chierici di Camera mi tolsero la commissione per metterla nelle mani di Nanni di Baccio Bigio. Sempre il caro Giorgio narra che il Bigio tolse il travertino dal ponte per rivenderlo e che poi il ponte così indebolito cedette nella piena del 1557.

Ora come vi ho detto più volte, quello che narra il Vasari non sempre corrisponde esattamente alla verità e in qualche occasione ha manipolato le storie per mettere in luce o, al contrario, infamare i differenti protagonisti delle vicende.

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Un verbale del 6 agosto del 1548 attesta che in effetti quel restauro venne affidato a me e un anno dopo, nell’autunno del 1549, il cantiere era già terminato e chiuso. Avevo quindi messo in sicurezza il ponte ben prima della morte di papa Paolo III Farnese e non ci fu nessuno che mi tolse quel lavoro.

Il Vasari racconta una storia diversa per girarla a mio favore.

Il restauro del Ponte Rotto non fu certo uno dei miei migliori progetti tanto he qualche anno dopo, nel 1551, fu necessario che qualcuno ci rimettesse mano.

Indovinate chi? Esatto, proprio Nanni di Baccio si occupò di rinforzare ulteriormente il ponte e nemmeno gli venne in mente di togliere i travertini e venderli a chissà chi.

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

To fail is human: I was wrong too

I lived a long time and therefore, in spite of myself, I saw many people dear to me leave this earth. In a few years I had to say goodbye to dear Vittoria Colonna in 1547 and to two of my brothers: Giovan Simone in 1548 and Sigismondo in 1555

Also in 1555, the year in which God seemed to want to take away the people closest to me, my dear Urbino, born Francesco Amadori, also died after having spent twenty-five years with me.

Despite the kidney stones that made me damned, age and ailments, I continued to work at full speed, especially on architectural projects. Among these works there is also the restoration of the Broken Bridge in Rome, or Ponte Santa Maria, if you prefer.

Vasari recounts that it was Paul III who entrusted me with that task but after his death, the clerics of the Camera deprived me of the commission and placed it in the hands of Nanni di Baccio Bigio. Again dear Giorgio narrates that Bigio removed the travertine from the bridge to resell it and that then the bridge thus weakened gave way in the flood of 1557.

Now as I have told you several times, what Vasari narrates does not always correspond exactly to the truth and on some occasions he has manipulated the stories to highlight or, on the contrary, defame the different protagonists of the events.

A report dated 6 August 1548 attests that in fact that restoration was entrusted to me and a year later, in the autumn of 1549, the construction site was already finished and closed. I had therefore secured the bridge well before the death of Pope Paul III Farnese and there was no one who took that job away from me.

Vasari tells a different story to turn it in my favor. The restoration of the broken bridge was certainly not one of my best projects, so much so that a few years later, in 1551, it was necessary for someone to get back to it.

guess who? That’s right, Nanni di Baccio took care of further strengthening the bridge and it didn’t even occur to him to remove the travertines and sell them to who knows who.

For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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