Il 5 maggio 1821 muore Napoleone. Ecco i libri a lui dedicati
Il 5 maggio del 1821 Napoleone Bonaparte morì in esilio sull’Isola di Sant’Elena nel tardo pomeriggio. Su quell’isola sperduta nell’Atlantico lo avevano confinato gli inglesi sei anni prima. Aveva 51 anni e ad ucciderlo fu tumore allo stomaco.
Fondatore del Primo Impero francese e discusso protagonista della prima fase della storia contemporanea europea, la sua morte scosse l’opinione pubblica. Alessandro Manzoni gli dedicò un’ode divenuta celeberrima, componendola di getto in tre giorni. Nonostante il grande ostacolo imposto dalla censura austriaca, quei versi faranno il giro del mondo e saranno tradotti in numerose lingue.
Ei fu. Siccome immobile,
Dato il mortal sospiro,
Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita
La terra al nunzio sta…
Nell’occasione della ricorrenza della morte di Napoleone, voglio proporvi alcuni interessanti libri a lui dedicati. Da dove comincio? Difficile da dirsi visto che alla sua controversa figura sono stati dedicati fiumi di carta.
Napoleone
“La morte non è niente; ma vivere sconfitti e privi di gloria è morire ogni giorno“ sosteneva Napoleone.
Il libro che vi propongo scritto da Luigi Mascilli Migliorini è uno dei capisaldi della letteratura a lui dedicata. Questa è la versione aggiornata del volume, con un capitolo in più, uscito in occasione bicentenario della morte.
Mascilli Migliorini ha vinto il vincitore del Grand Prix della Fondation Napoléon con quest’opera letteraria. Un libro affascinante ed esaustivo che ha contributo alla conoscenza di una delle più appassionanti figure della storia. Ricco di aneddoti e con fonti autorevoli, narra la storia di Napoleone nel quadro storico in cui ha vissuto e operato.
Il libro Napoleone lo trovate QUA.
Napoleone il Grande
Napoleone “ci ha mostrato che cosa può fare una semplice creatura umana, come noi, in un arco di tempo così breve” scrive Andrew Roberts, l’autore del libro Napoleone il Grande.
E nell’arco di vent’anni, dall’ottobre 1795 in cui era un giovane capitano di artiglieria mandato a sedare tumulti a Parigi, fino al giugno 1815 e alla sconfitta finale di Waterloo, Napoleone ebbe modo di mostrare in quante forme questo senso del dovere poteva manifestarsi.
Dopo aver conquistato il potere con un colpo di stato, pose fine alla corruzione e all’incompetenza in cui si era arenata la Rivoluzione, e se da una parte reinventò l’arte della guerra in una serie di battaglie folgoranti, dall’altra ricreò dalle fondamenta l’apparato legislativo e amministrativo, modernizzò i sistemi di istruzione e promosse la fioritura dello “stile impero” nelle arti. Poi l’impossibilità di sconfiggere il suo nemico più ostinato, la Gran Bretagna, lo spinse verso campagne estenuanti e alla fine fatali in Spagna e Russia.
Queto volume è uscito solo qualche giorno fa e lo trovate QUA.
Il mio Napoleone. Indagini sull’uomo, la famiglia, l’Italia
Philippe Daverio ritrae il controverso personaggio di Napoleone non da storico né da biografo, ma da più punti di vista: la tradizione culturale dei leader al potere in Francia, l’ambiente famigliare e le radici mediterranee, l’atteggiamento e le doti del comunicatore, il pensiero sull’Europa.
Un libro a cui l’autore ha lavorato intensamente nell’anno precedente alla sua scomparsa e a cui teneva molto, da grande appassionato qual era dell’uomo e del personaggio storico, sul quale era tornato a più riprese con studi, scritti e interventi orali.
Come in ogni suo studio Philippe Daverio posa sulle storie della storia, dell’arte e della cultura il suo occhio curioso, libero da pregiudizi e da vincoli accademici, e ci restituisce un ritratto vivace, sfaccettato, inedito e a tratti irriverente del “suo” Napoleone, cercando di entrare nella mente dell’uomo, nei suoi rapporti con la famiglia d’origine e le radici italiane, nel suo pensiero sull’arte e la vita quotidiana.
Napoleone e la Guardia imperiale. La storia delle truppe che permisero al generale di costruire un impero
I grandi condottieri della storia, Alessandro come Cesare, Annibale come Carlo Magno, sono stati dei solitari. Hanno però avuto tutti un rapporto intenso con i loro soldati, reparti scelti che costituirono lo strumento della vittoria in battaglia e contribuirono a forgiare una leggenda capace di proiettarsi nel tempo.
Ad accompagnare Napoleone nel percorso di occupazione e di creazione dell’ultima grande figura di conquistatore prodotta dall’Occidente furono i “grognards”, i brontoloni, come lui stesso li battezzò affettuosamente, i soldati della Guardia imperiale.
Lo scrittore Sergio Valzania è andato alla ricerca della loro storia, dalla nascita in terra italiana come scorta personale del generale Bonaparte allo scioglimento avvenuto alcuni mesi dopo la battaglia di Waterloo, per opera di Luigi XVIII che diffidava di un esercito che dopo avergli giurato fedeltà lo aveva abbandonato per seguire Napoleone nella sua ultima impresa.
Napoleone. Il sogno infranto di un’Europa unita
La vita e le imprese di Napoleone Bonaparte da un punto di vista insolito: dando un grande spazio alla storia militare e facendoci sentire partecipi di avvenimenti terribili, Belloc racconta con entusiasmo ma rigore storico la storia di un tiranno che distrusse una repubblica per farsi imperatore, senza tutti quei pregiudizi contrari che contraddistinguono gli inglesi e l’entusiasmo che caratterizza i francesi.
Napoleone cercò, come generale e legislatore, di unificare l’Europa e restituirle la pace, pur a costo di tante battaglie: un progetto che, se fosse riuscito, avrebbe cambiato l’intera storia di un continente condannato ai moti nazionalisti dell’Ottocento e alle Guerre Mondiali del Novecento.
Ei fu. La morte di Napoleone
La notizia della morte di Napoleone giunse in Europa a luglio, suscitando vasta emozione e dando occasione a poesie, canzoni, opuscoli, stampe che celebravano la sua straordinaria vicenda.
Il clima oscurantista della Restaurazione aveva riguadagnato molte simpatie allo sconfitto imperatore, ma poi il «Memoriale» pubblicato da Las Cases nel 1823 sulla base di riflessioni e ricordi di Napoleone, presentandolo come il difensore dei principi liberali e nazionali, ne rafforzò il mito che trovò la sua apoteosi nella grandiosa cerimonia del ritorno delle ceneri a Parigi nel 1840.
Diario di una spia. Giuseppe Binda tra Canova e Napoleone
Chi è il conte Giuseppe Binda?
Un lucchese che nei primi anni dell’Ottocento si trova al centro di una rete di patrioti determinati ad appoggiare Gioacchino Murat per liberare l’Italia dal giogo di Napoleone.
Le pagine del diario e dei carteggi svelano come, dopo gli studi in legge e i servigi per Elisa Baciocchi, Binda si muove tra Lucca, Napoli e Roma, fingendosi amico di tutti e indossando, grazie al ruolo nella Corte d’Appello, i panni dell’insospettabile, tenendo così celata la sua vera natura di spia.
Appassionato bibliofilo, assiduo frequentatore dei salotti aristocratici, tra verità, menzogna e tattiche di dissimulazione, fa la conoscenza di personalità celebri in tutta Europa. Tra queste, la più nota è lo scultore Antonio Canova, del quale diventa sincero sodale.
Esiliato dal granduca di Toscana, diventa fuggiasco. Una storia avvincente collegata direttamente a quella di Napoleone.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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