La ridicolizzazione del patrimonio artistico
Siamo giunti alla ridicolizzazione del patrimonio pubblico, qualcosa che appartiene a tutti e che ha reso l’Italia un punto di riferimento imprescindibile per il mondo dell’arte, della bellezza e della cultura.
Il cattivo gusto impera nella nuova campagna promozionale realizzata da Ministero del Turismo.
Così conciata, truccata, con i lineamenti del viso stravolti e vestita, la Venere del Botticelli dovrebbe fare la campagna promozionale del turismo in Italia in ambito internazionale. Ma sul serio? Questa è la nuova trovata del Ministero Italiano del Turismo su cui sono stati investiti 9milioni di euro.
La sublime opera del Botticelli ridotta a un banale feticcio di cui non se ne sentiva proprio la mancanza. Dal comunicato stampa fatto dal Ministero del Turismo si evince che “Il totale dell’investimento previsto da Enit per la campagna primavera/estate e autunno/inverno è di nove milioni di euro e si svilupperà su tutti i principali mercati internazionali, sia consolidati che ad alto potenziale, con una intensità ponderata sulla base dei flussi turistici esistenti e i flussi attesi…”
La Venere con i connotati stravolti che mangia la pizza, con la bicicletta davanti al Colosseo o che si scatta selfie in piazza San Marco a Venezia, lo slogan mezzo in italiano e mezzo in inglese “Open to meraviglia” davvero sono cose che servono per promuovere il patrimonio culturale italiano?
Dicono la campagna sia rivolta soprattutto ai giovani, abituati a utilizzare i social e i linguaggi innovativi. Quindi i giovani son tutti babbei? Penso proprio di no.
I ragazzi hanno la capacità di discernimento nonostante il bombardamento mediatico a cui sono costantemente sottoposti e sono sicuro ancora sappiano riconoscere il bello dal ridicolo, la cultura dalle bischerate promozionali e il sublime dal mediocre.
“La campagna serve per vendere la nostra Nazione e le nostre eccellenze, in un modo inedito, mai fatto in Italia prima d’ora: un video che sarà su tutte le ferrovie, le televisioni e gli aeroporti, con la consapevolezza che la pubblicità è l’anima del commercio e noi dobbiamo saper vendere l’Italia. La Venere del Botticelli, allora, simbolo della rinascita e della primavera che fiorisce dopo il rigido inverno pandemico, è la testimonial d’eccezione che ci prende per mano e ci accompagnerà lungo questo percorso.” ha commentato Daniela Santanchè.
Dobbiamo vendere l’Italia? Da quando valorizzare ha assunto il significato di monetizzare mi pare si stia perdendo di vista il valore di qualcosa che tutto il mondo apprezza e ci invidia. Far cassa è l’unico imperativo possibile?
Prendo in prestito le parole di Antonio Natali scritte nel suo mirabile libro “Il museo. Pagine da una stagione agli Uffizi”: “Le opere solo testi lirici che la perniciosa strategia dell’industria turistica e un interpretazione coscientemente stravolta della “valorizzazione” hanno sfigurato, trasformandoli in feticci abusati; buoni soltanto come comprimari di autoscatti a raffica.”
A proposito, ma dalla direzione degli Uffizi al momento tutto tace?
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i sui racconti. A proposito, se vi interessa approfondire il mirabile pensiero di Antonio Natali, lo trovate nel libro che vi propongo a seguire e che trovate QUA.
The ridicule of the artistic heritage
We have come to ridicule public heritage, something that belongs to all of us and that has made Italy an essential point of reference for the world of art, beauty and culture.
Bad taste reigns in the new promotional campaign created by the Ministry of Tourism.
Thus tanned, made up, with distorted facial features and dressed, Botticelli’s Venus should make the promotional campaign of tourism in Italy in the international arena. Seriously? This is the new invention of the Italian Ministry of Tourism in which 9 million euros have been invested.
Botticelli’s sublime work reduced to a banal fetish that was not really missed. The press release issued by the Ministry of Tourism shows that “The total investment envisaged by Enit for the spring/summer and autumn/winter campaign is nine million euros and will be developed on all the main international markets, both consolidated and high potential, with an intensity weighted on the basis of existing tourist flows and expected flows…”
The Venus with distorted connotations eating pizza, with a bicycle in front of the Colosseum or taking selfies in Piazza San Marco in Venice, the slogan half in Italian and half in English “Open to wonder” really serve to promote cultural heritage Italian?
They say the campaign is targeted above all at young people, accustomed to using social media and innovative languages. So are all young people fools? I really think not and they have the ability to recognize the beautiful from the ridiculous, the culture from the promotional teases and the sublime from the mediocre.
“The campaign serves to sell our nation and our excellence, in an unprecedented way, never done in Italy before: a video that will be on all railways, televisions and airports, with the awareness that advertising is the soul of commerce and we must know how to sell Italy. Botticelli’s Venus, then, a symbol of rebirth and spring that blooms after the harsh pandemic winter, is the exceptional testimonial who takes us by the hand and will accompany us along this journey. commented Daniela Santanchè.
Should we sell Italy? Ever since valuing has taken on the meaning of monetizing, it seems to me that we are losing sight of the value of something that the whole world appreciates and envies us.
I borrow the words of Antonio Natali written in his wonderful book “The museum. Pages from a season at the Uffizi”: “The works are only lyrical texts that the pernicious strategy of the tourist industry and a consciously distorted interpretation of “enhancement” have disfigured, transforming them into abused fetishes; good only as supporting actors in self-timer bursts.”
By the way, but at the moment everything is silent from the direction of the Uffizi?
Your always Michelangelo Buonarroti and his stories.

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La Scultura del giorno: La Sibilla Libica di William Wetmore Story
🇮🇹La scultura del giorno che vi propongo oggi è la Sibilla Libica scolpita dall’artista statunitense William Wetmore Story. Si tratta di un’opera poco nota esposta… 🇬🇧The sculpture of the day that I propose to you today is the Libyan Sibyl sculpted by the American artist William Wetmore Story. It is a little-known work exhibited…
non c’è fine allo sfregio delle opere d’arte, si può anche demolirle attraverso la pubblicità che è diventata sempre più demenziale. Di certo per promuovere certe iniziative e campagne culturali ci vogliono altri messaggi rispetto alla superficialità maccheronica attribuibile a un alimento. ma si sa che siamo soliti fare di ogni erba un fascio, perchè per buona parte la cultura non va oltre vikipedia e si intasano i musei con il semplice gusto di creare fastidio a chi vorrebbe davvero studiarsi da vicino la Bellezza. E con le menti di segatura che sono ai vertici non ci si aspetta che scempiaggini e decisioni malsane, col rischio che poco alla volta ci troviamo venduta anche l’anima.
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E’ impensabile che una campagna così becera sia promossa dal Ministero del turismo. Ma che figura ci facciamo? E’ un’oscenità e un inno al qualunquismo
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Non importa se VOI non volete: siete vecchi, bavisi e tiranni… (ricordate?) 😀 😀 😀
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sono dei geni del male questi. Nemmeno il dominio hanno comprato e così in tre secondi è stato comprato da altri che sono un po’ più avvezzi ad adoperare la rete. Vergognoso
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Premesso che devo correggere il “bavisi” in “bavosi” (errore di battitura),
voglio specificare che, con questo versetto di una beffeggiante canzoncina goliardica, mi rivolgevo proprio al Sito ed ai precedenti commentatori.
Peccato, questo articolo: leggevo con piacere tutti i precedenti post che si occupavano SOLO di Arte…
Adieu
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Se per lei non è arte… non si preoccupi, faccia buon viaggio
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“Arte” scrivere commenti negativi sull’operato del Ministero del Turismo?
Scrivere che è “un’oscenità”, “un inno al qualunquismo”, che sono “geni del male” perché usano il viso della Venere per fini pubblicitari?
Ma sì è reso conto che voi usate nientemeno che il Nome di Michelangelo Buonarroti per pubblicare i vostri articoli?!
Da che pulpito…
Grazie per il saluto.
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il diritto di critica esiste ancora o già è stato bandito? Non è una questione politica ma di dignità. Se ha seguito questa pagina sa bene che non l’ho mai mandata a dire a nessuno, destra o sinistra che sia. Ma non se ne era andato da qua a proposito? Nessuno la obbliga a rimanere se non le piacciono le mie critiche. Se le piace la campagna pubblicitaria mi dispiace per lei ma non può pensare che tutti la pensino come lei, le pare?
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Nella sua risposta, è scritto, in calce, l’invito “Rispondi” ed io le rispondo.
Forse non si è resa conto che ha definito “arte” il suo articolo e, al mio appunto, si appella al “diritto di critica” da me mai negato.
Per arrampicarsi sugli specchi, le consiglierei le ventose usate da Diabolik.
Comunque, lei continui ad usurpare il Nome del Buonarroti: nessuno le negherà il “diritto” di farlo, così come -per coerenza- non dovrebbe eccepire sul “diritto” del Ministero del Turismo di utilizzare il bel viso della Venere, per di più apostrofando quest’operazione -e indirettamente il Ministro- con parole, a dir poco, infamanti.
Confermo, con dispiacere, non leggerò più i suoi articoli, quelli sì sull’Arte…
Buona permanenza.
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il ministero non ha usato il volto della Venere ma lo ha trasfigurato, forse non lo ha notato. Una campagna talmente geniale affidata a seri professionisti che nemmeno hanno comprato il dominio, un’operazione che richiede pochi secondi e costa meno di un euro così lo hanno fatto altri per loro promuovendo la propria attività commerciale. Contesta il mio nome signor Array? Array, su serio? Uso il mio nome e cognome da sempre, non è difficile trovarlo, è scritto ovunque. Se segue la pagina da tempo sa perché narro in questo modo. Siamo su due linee opposte. Quello culturale è un patrimonio che appartiene a tutti e denaturarlo in quel modo è un offesa a tutti. L’infamia è quella di usare un capolavoro privandolo di ogni suo valore ma capisco che sia difficile da comprendere per chi non ha a cuore ciò che a tutti appartiene. E’ una pagliacciata, non una campagna pubblicitaria
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La spettacolarizzazione del patrimonio artistico è un appropriazione indebita dello stesso a scopo di profitto. La cultura nordamericana dello spettacolo non ha i prodromi per comprendere; ignora la storia e ignorandola non la rispetta. Grazie ai nuovi strumenti audiovisivi e alla manipolazione elettronica dell’immagine, nulla è più al riparo da questa divulgazione, laddove è la mercificazione l’obbiettivo primario migliaia di anni di storia si dissolvono…l’assunto e il messaggio intrinseco dell’Arte si vanificano. Mala tempora currunt.
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Tempi difficili ma non abbandoniamo la diffusione della cultura e del bello nelle mani di chi fa tabula rasa pur di “vendere l’Italia” citando le parole pronunciate dalla ministra al miglior offerente. Non tutto può essere ridotto a un mero prodotto commerciale
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