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Quella ragazza bolognese

Nel 1507 mi trovavo a Bologna ed ero alle prese con la grande fusione della scultura del Giulio II che mi fece sudare sette camicie se non di più.

Una fusione così grande in bronzo non è un gioco da ragazzi e richiede enormi quantità di materiale, tanta maestria e pure un po’ di fortuna.

La lontananza da casa nel periodo in cui di solito anche ai miei tempi le famiglie stavano assieme, mi attorcigliava le budella. Così, durante la vigilia di Natale del 1507, presi carta e penna e scrissi al mi fratello Buonarroti che si trovava a Firenze.

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Il foglio che avevo sottomano però già l’avevo usato per scrivere dei versi dedicati a una bella ragazza di Bologna. Senza pesarci due volte, avevo messo giù qualche verso ispirato che potesse esaltarne la sua bellezza.

Notate infatti la grafia frettolosa, meno curata rispetto ad altri miei scritti. Leggendo quei versi pare di ritrovarsi dinnanzi a un dipinto del Botticelli che avevo avuto modo di apprezzare alla corte del Magnifico pochi anni prima.

Fanno la sua comparsa una ghirlanda di fiori che cinge il capo biondo alla giovane, la reticella aurea che mai si stanca di accarezzare le gote e il collo e la veste leggera tenuta in vita da un nastro con la punta dorata.

Quanto si gode, lieta e ben contesta
di fior sopra ’ crin d’or d’una, grillanda,
che l’altro inanzi l’uno all’altro manda,
come ch’il primo sia a baciar la testa!
     Contenta è tutto il giorno quella vesta
che serra ’l petto e poi par che si spanda,
e quel c’oro filato si domanda
le guanci’ e ’l collo di toccar non resta.
     Ma più lieto quel nastro par che goda,
dorato in punta, con sì fatte tempre
che preme e tocca il petto ch’egli allaccia.
     E la schietta cintura che s’annoda
mi par dir seco: qui vo’ stringer sempre.
Or che farebbon dunche le mie braccia?

Con il passare degli anni seguitai a scrivere versi ma furono meno idilliaci di questo e meno idealizzati, divenendo sempre più aspri e concreti.

Il foglio in questione appartiene alle collezioni di Casa Buonarroti. Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

The girl from Bologna

It was 1507 and I was in Bologna. I was grappling with the great fusion of the sculpture of Julius II that made me sweat seven shirts if not more.

Such a large casting in bronze is not child’s play and requires enormous quantities of material, a lot of craftsmanship and even a little luck. The distance from home in the period in which even in my day families were usually together twisted my guts so during Christmas Eve of 1507, I took pen and paper and wrote to my brother Buonarroti who was in Florence.

However, I had already used the paper I had at hand to write verses dedicated to a beautiful girl from Bologna. Without weighing it twice, I had put down some verses that could enhance her beauty.

In fact, note the hasty handwriting, less accurate than in my other writings. Reading those verses it seems to find oneself in front of a painting by Botticelli that I had had the opportunity to appreciate at the court of the Magnificent a few years earlier.

In fact, the garland of flowers that surrounds the young girl’s blond head makes its appearance, the gold net that never tires of caressing the cheeks and neck and the light dress held at the waist by a ribbon with a golden tip.

Quanto si gode, lieta e ben contesta
di fior sopra ’ crin d’or d’una, grillanda,
che l’altro inanzi l’uno all’altro manda,
come ch’il primo sia a baciar la testa!
     Contenta è tutto il giorno quella vesta
che serra ’l petto e poi par che si spanda,
e quel c’oro filato si domanda
le guanci’ e ’l collo di toccar non resta.
     Ma più lieto quel nastro par che goda,
dorato in punta, con sì fatte tempre
che preme e tocca il petto ch’egli allaccia.
     E la schietta cintura che s’annoda
mi par dir seco: qui vo’ stringer sempre.
Or che farebbon dunche le mie braccia?

Over the years I continued to write verses but they were less idyllic than this and less idealised, becoming increasingly harsh and concrete.

The sheet in question belongs to the Casa Buonarroti collections. For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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