Il mosaico a partire dal Rinascimento in poi
Nel Rinascimento i mosaici erano tenuti in grande considerazione. La durevolezza dei materiali impiegati rendevano le opere a mosaico immuni o quasi allo scorrere del tempo. Il Vasari lo considera una “pittura eterna” mettendo in luce la durata nel corso del tempo, l’inalterabilità dei colori e la resistenza alle intemperie.
Nel progetto originale del Brunelleschi, l’interno della grandiosa cupola di Santa Maria del Fiore avrebbe dovuto essere decorato con un grande mosaico ma Cosimo I de’ Medici preferì al mosaico un affresco, affidando il lavoro proprio al Vasari.
E’ proprio in quel periodo storico che tanti celebri artisti realizzano cartoni da far tradurre poi in mosaico come i fratelli Ghirlandaio, Tiziano, il Mantegna, Tintoretto e Veronese.
Un mirabile esempio di mosaico rinascimentale è quello che si può ammirare a Roma, nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. La Cappella di Sant’Elena è decorata con il rifacimento di un antico mosaico paleocristiano che raffigura le storie della Santa, realizzato su cartone di Baldassarre Peruzzi.
Nel Seicento accade più spesso che opere già dipinte vengano fatte realizzare in mosaico per renderle ancora più preziose e resistenti allo scorrere del tempo. E’ proprio ciò che accadde alle pale d’altare fino ad allora esposte nella Basilica di San Pietro.
Terminata la decorazione a mosaico di tutte le cupole della basilica, fu avviata la riproduzione delle pale d’altare: i dipinti a olio vennero sostituiti con enormi mosaici. Si pensò fosse il modo più duraturo per tramandare ai posteri quei capolavori difendendoli anche dal tasso elevato di umidità presente nella basilica.
E’ proprio la sorte che toccò alla Sepoltura e gloria di Santa Petronilla del Guercino, un dipinto a olio ultimato nel 1623 e commissionato all’artista da papa Gregorio XV per l’altare di Santa Petronilla. Su quell’altare la grande tela alta più di sette metri e larga oltre quattro, rimase fino al 1730, quando poi fu sostituita dalla copia in mosaico. Oggi l’opera è conservata presso i Musei Capitolini a Roma.
«Ammirai in modo particolare la Santa Petronilla del Guercino, la quale stava già in S. Pietro, dove venne sostituita all’originale una copia in mosaico. Si vede il cadavere della santa sotto alla tomba, richiamato a novella vita, ed a giovinezza eterna in cielo; si potrà dire quello che si Vorrà di questa doppia azione, il quadro non cesserà per questo dall’essere stupendo.»
Dal Viaggio in Italia di Goethe
Il libro
Su questo argomento ho un libro particolarmente interessante da proporvi, scritto da Zander: San Pietro in Vaticano. I mosaici e lo spazio sacro. E’ un volume importante, che aiuta a capire i tanti significati proposti all’interno degli innumerevoli spazi musivi che si trovano all’interno della basilica.
I mosaici delle cappelle formano il più esteso apparato musivo al mondo e attraverso le pagine di questo volume si riesce a farne una lettura iconografica essenziale per comprendere al meglio lo spazio e le immagini.
Il libro San Pietro in Vaticano. I mosaici e lo spazio sacro lo trovate QUA.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
The mosaic from the Renaissance onwards
In the Renaissance, mosaics were held in high regard. The durability of the materials used made the mosaic works almost immune to the passage of time. Vasari considers it an “eternal painting” highlighting the duration over time, the inalterability of the colors and the resistance to bad weather.
In Brunelleschi’s original project, the interior of the grandiose dome of Santa Maria del Fiore should have been decorated with a large mosaic but Cosimo I de ‘Medici preferred a fresco to the mosaic, entrusting the work to Vasari himself.
It was precisely in that historical period that many famous artists made cartoons to be translated into mosaics such as the Ghirlandaio brothers, Tiziano, Mantegna, Tintoretto and Veronese.
An admirable example of Renaissance mosaic is the one that can be admired in Rome, in the Basilica of Santa Croce in Gerusalemme. The Chapel of Sant’Elena is decorated with the reconstruction of an ancient early Christian mosaic depicting the stories of the Saint, made from a cartoon by Baldassarre Peruzzi.
In the seventeenth century it happens more often that already painted works are made in mosaic to make them even more precious and resistant to the passage of time. This is precisely what happened to the altarpieces until then exhibited in St. Peter’s Basilica.
Once the mosaic decoration of all the domes of the basilica was finished, the reproduction of the altarpieces was started: the oil paintings were replaced with huge mosaics. It was thought to be the most lasting way to pass on those masterpieces to posterity, also defending them from the high humidity present in the basilica.
It is precisely the fate that befell the Burial and Glory of Santa Petronilla del Guercino, an oil painting completed in 1623 and commissioned from the artist by Pope Gregory XV for the altar of Santa Petronilla. On that altar the large canvas, more than seven meters high and more than four meters wide, remained until 1730, when it was later replaced by the mosaic copy. Today the work is kept in the Capitoline Museums in Rome.
“I particularly admired the Santa Petronilla del Guercino, which was already in St. Peter’s, where a mosaic copy was substituted for the original. We see the corpse of the saint under the tomb, recalled to new life, and to eternal youth in heaven; you can say what you want about this double action, the picture will not cease to be wonderful for this. “
From Goethe’s Journey to Italy
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