13 ottobre 1822: Antonio Canova moriva 200 anni fa
La mattina del 13 ottobre 1822, Antonio Canova passò a miglior vita. In quel momento si trovava a casa dell’amico Floriano Francesconi, a poca distanza da Piazza San Marco a Venezia, assistito da suo fratello Giovanni Battista Sartori che poi eredità tutti i beni.
Aveva 65 anni e lasciò ai posteri un incredibile patrimonio artistico e innovazioni che tutt’oggi vengono adoperate dagli scultori.
Osannato come il più grande artista del suo tempo, fu lui che per primo iniziò a realizzare sculture in serie partendo da un modello in gesso. Dallo studio su carta al modello in creta arrivando poi al modello in gesso sul quale venivano posizionati nei punti rilevanti dei piccolo chiodi chiamati repere. Quelli erano i punti di riferimento da rilevare con le macchinette a punti e da riportare poi sul blocco di marmo sbozzato per realizzare opere identiche al modello in gesso.
La macchinetta a punti e il sistema delle repere furono sì inventati dal francese Gatteaux ma poi migliorati e perfezionati dal Canova.
Antonio Canova vide la luce in Possagno, diocesi di Treviso, nello Stato Veneto, sull’ entrare del novembre del 1757. Il padre fu Pietro, la madre Angela Zardo, nata in Crespano.
Antonio d’Este
Tanto geniale quanto illuminato, Canova realizzò straordinarie sculture che le corti d’Europa si contesero. Ma non solo. Ebbe infatti un ruolo chiave dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo, quando fu ordinato alla Francia nel Congresso di Vienna del 1815 di restituire tutte le opere sottratte senza negoziati diplomatici da Napoleone: le spoliazioni sistematiche erano contrarie ai principi di giustizia e alle regole della guerra moderna.
Papa Pio VII incaricò Canova di occuparsi del recupero delle opere saccheggiate a Roma e in tutti gli altri centri culturali dello Stato Pontificio. In veste di ambasciatore andò allora a Parigi per tentare di riportare a casa tutti quei capolavori.
La maggior concentrazione di opere dell’artista oggi si trova a Possagno, in provincia di Treviso, presso il Museo Gypsoteca Antonio Canova. Nelle sue sale troverete 231 gessi originali di Canova ovvero il 95% delle sue opere esistenti e poco distante potrete entrare nel Tempio Canoviano con la sua caratteristica cupola.
Dopo la morte di Canova, avvenuta esattamente 200 anni fa, i suoi gessi che si trovavano nello studio di Roma furono condotte fino a Possagno dove tutt’oggi vengono ammirate da visitatori provenienti da ogni angolo del mondo.
Ciò che mi rende più impaziente è vedere l’effetto che l’opera produrrà sulle anime del pubblico.
Antonio Canova
“La forma plastica non rappresenta la figura, ma la sublima, ne trasforma l’essenza, la cala e la isola nello spazio reale e, isolandola, la idealizza: forma-oggetto che risolve in sé ogni relazione spaziale, si racchiude in un involucro impenetrabile, si pone come presenza altamente problematica dell’ideale nel reale, dell’assoluto nel relativo”
Antonio Canova
Il libro
A duecento anni dalla morte di Canova, questo volume ripercorrere la vita, le vicende artistica, gli incontri, gli incarichi istituzionali dell’artista e ne descrive accuratamente l’indole, gli affetti e gli aspetti più privati.
Lo fa affidandosi ai documenti antichi, ai carteggi di Canova, alle biografie ottocentesche, alle testimonianze dell’epoca con l’intento di ricostruire la fisionomia dell’artista che ha fatto risorgere l’arte della scultura dopo 150 anni di assoluto declino. Arrricchito con oltre 250 immagini e di 200 pagine di testo, è un libro imperdibile per tutti coloro che amano Canova e ne vogliono sapere sempre di più a riguardo.
Il libro Antonio Canova. La vita e l’opera lo trovate QUA.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e suo social.
13 October 1822: Antonio Canova died 200 years ago
On the morning of October 13, 1822, Antonio Canova passed away. At that moment he was at the home of his friend Floriano Francesconi, not far from Piazza San Marco in Venice, assisted by his brother Giovanni Battista Sartori who later inherited all his possessions.
He was 65 years old and left to posterity an incredible artistic heritage and innovations that are still used by sculptors today.
Hailed as the greatest artist of his time, it was he who first began to make sculptures in series starting from a plaster model. From the study on paper to the clay model, arriving then at the plaster model on which small nails called landmarks were placed in the relevant points. Those were the points of reference to be detected with the dot machines and then to be reported on the rough marble block to create works identical to the plaster model.
The point machine and the reference system were indeed invented by the Frenchman Gatteaux but then improved and perfected by Canova.
Antonio Canova was born in Possagno, diocese of Treviso, in the Veneto state, when he entered in November 1757. His father was Pietro, his mother Angela Zardo, born in Crespano.
Antonio d’Este
As brilliant as he was enlightened, Canova created extraordinary sculptures that the courts of Europe fought over. But not only. It played a key role after Napoleon’s defeat at Waterloo, when France was ordered in the Congress of Vienna in 1815 to return all the works stolen without diplomatic negotiations by Napoleon: systematic looting was contrary to the principles of justice and the rules of war. modern.
Pope Pius VII commissioned Canova to take care of the recovery of the works looted in Rome and in all the other cultural centers of the Papal State. As an ambassador he then went to Paris to try to bring home all those masterpieces.
The greatest concentration of the artist’s works today is located in Possagno, in the province of Treviso, at the Antonio Canova Gypsoteca Museum. In its rooms you will find 231 original plaster casts by Canova or 95% of his existing works and not far away you can enter the Canovian Temple with its characteristic dome.
After Canova’s death, which occurred exactly 200 years ago, his plaster casts that were in his Rome studio were taken to Possagno where they are still admired today by visitors from all over the world.
“What makes me most impatient is to see the effect that the work will have on the souls of the public.”
Antonio Canova
“The plastic form does not represent the figure, but sublimates it, transforms its essence, lowers it and isolates it in real space and, isolating it, idealizes it: form-object that resolves every spatial relationship in itself, encloses itself in an envelope impenetrable, it arises as a highly problematic presence of the ideal in the real, of the absolute in the relative “ Antonio Canova
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