25 aprile 1782: nasce a Carrara lo scultore Carlo Finelli
Era il 25 aprile del 1782 quando nella città di Carrara venne alla luce Carlo Finelli. Un frugoletto indifeso e infreddolito che da lì a qualche anno avrebbe cominciato a imparare l’arte della scultura col babbo. Carlo era figlio d’arte e da generazioni la sua era una famiglia di abili scultori.
Fra i suoi avi c’era anche il celebre scultore barocco Giuliano Finelli che ha lasciato ai posteri opere di una raffinatezza unica. Crebbe artisticamente nella scuola di Gian Lorenzo Bernini e fu un maestro del traforo tanto da saper trasformare il marmo di Carrara in leggerissimo pizzo quasi impalpabile come nel Busto di Barberini Duglioli del 1627.

A soli quindici anni Carlo Finelli vinse un importante premio per giovani talenti e partì alla volta di Firenze prima e per Milano poi. Qualche anno dopo, nel 1807, si trasferì a Roma andando ad abitare col su fratello Piero, scultore pure lui che in quel momento faceva parte degli artisti della cerchia del Canova.

Nel 1810 fu chiamato a decorare la Sala dello Zodiaco del Palazzo del Quirinale in vista dell’arrivo a Roma di Napoleone, cosa che poi non accadde. Per la sala realizzò il grande stucco con il Trionfo di Giulio Cesare. Successivamente, su accorato consiglio del Canova, si mise al lavoro per realizzare i busti in marmo del Ghiberti, dell’Ariosto e del Masaccio.
In quel periodo iniziarono ad arrivargli numerose commissioni soprattutto da persone facoltose russe e inglesi. Fra le opere più mirabili del Finelli vale la pena menzionare le Ore Danzanti palesemente ispirate alle Tre Grazie del Canova e Venere che nasce da una conchiglia.
Carlo Finelli era un eterno insoddisfatto e chiedeva alle sue doti di scultore sempre di più. Con l’avvicinarsi della fine dei suoi pensò di distruggere tutti i suoi modelli lasciando scritto nel suo testamento di farne macerie. Finelli passò a miglior vita proprio nel suo studio romano il 6 settembre del 1853.

Il libro
Se volete approfondire la vostra conoscenza sul Finelli vi consiglio la monografia completa edita da Silvana Editoriale. Finelli ebbe un ruolo importante sulla scena artistica romana ma anche su quella internazionale nella prima metà dell’Ottocento.
Nel libro ritroverete tutta la sua biografia e il suo percorso formativo corredato dall’intera catalogazione di tutte le sue opere arrivate fino ai giorni vostri. Lo trovate QUA.
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April 25, 1782: the sculptor Carlo Finelli was born in Carrara
It was April 25, 1782 when Carlo Finelli was born in the city of Carrara. A helpless and cold frugoletto who in a few years would have begun to learn the art of sculpture with his father. Carlo was a son of art and for generations he was a family of skilled sculptors.
Among his ancestors there was also the famous Baroque sculptor Giuliano Finelli who left works of unique refinement to posterity. He grew up artistically in the school of Gian Lorenzo Bernini and was a master of the fretwork so much that he was able to transform Carrara marble into very light, almost impalpable lace, as in the bust of Barberini Duglioli of 1627.
At the age of only fifteen, Carlo Finelli won an important prize for young talents and left for Florence first and then for Milan. A few years later, in 1807, he moved to Rome going to live with his brother Piero, also a sculptor who at that time was one of the artists of Canova’s circle.
In 1810 he was called to decorate the Sala dello Zodiaco of the Quirinal Palace in view of Napoleon’s arrival in Rome, which then did not happen. For the hall he created the large stucco with the Triumph of Julius Caesar. Subsequently, on the heartfelt advice of Canova, he set to work to create the marble busts of Ghiberti, Ariosto and Masaccio.
In that period numerous commissions began to arrive, mainly from wealthy Russian and English people. Among Finelli’s most admirable works it is worth mentioning the Dancing Hours clearly inspired by Canova’s Three Graces and Venus born from a shell.
Carlo Finelli was an eternal dissatisfied and asked his talents as a sculptor more and more. As the end of his gods approached, he thought of destroying all his models, leaving written in his will to make rubble. Finelli passed away in his Roman studio on 6 September 1853.

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