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I dieci angeli di Ponte Sant’Angelo

La costruzione di Ponte Sant’Angelo fu voluta dall’imperatore Adriano. L’opera fu realizzata fra il 133 e il 134 per collegare la sponda sinistra del Tevere con il grandioso mausoleo, oggi noto con il nome di Castel Sant’Angelo.

L’importanza di Ponte Sant’Angelo

Divenne un ponte fondamentale nel corso degli anni a seguire in quanto era quello che percorrevano tutti i pellegrini che giungevano da ogni parte del mondo allora noto fino alla basilica costantiniana prima e alla nuova basilica di San Pietro poi.

Certo è che Ponte Sant’Angelo non sarebbe così bello e suggestivo senza i dieci angeli che portano i simboli della Passione di Cristo.

Camminando sul ponte, attraverso l’osservazione di queste grandiose sculture, è come percorrere una sorta cammino che fa pensare a Dio e alla Redenzione. Un modo per invitare i pellegrini alla penitenza prima di arrivare alla basilica di San Pietro dove da lungi riposano le spoglie dell’apostolo Pietro.

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Chi realizzò queste opere?

Nel 1667 papa Clemente IX Rospigliosi chiese a Gian Lorenzo Bernini di scolpire dieci angeli per posizionare su Ponte Sant’Angelo. Il papa nel frattempo si era già procurato tutti i blocchi di marmo necessari per quell’importante lavoro.

Gli angeli del Bernini

Il Bernini decise che avrebbe fatto scolpire otto angeli da altri artisti di cui si fidava per la loro abilità nello scolpire e di realizzare di persona solo due di questi angeli della passione. Sapete come andò a finire? Gli angeli fatti dal Bernini erano talmente belli che parve un peccato metterli lassù in cima così l’angelo col cartiglio e quello con la corona di spine furono affidati a un cardinale e sostituite con due copie.

Ecco perché le due opere del Bernini oggi si trovano nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte.

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San Pietro e Paolo

All’inizio del ponte, dalla parte opposta di Castel Sant’Angelo, accolgono pellegrini e turisti le sculture di San Pietro e San Paolo. San Pietro con le Chiavi del Regno dei Cieli fu scolpita da Lorenzetto nel 1534 mentre San Paolo che viene raffigurato con la spada è opera di Paolo Romano e fu realizzata diversi anni prima, nel 1464.

Alla base delle opere sono incise due frasi in latino: “Hinch retributio superbis” e “Hinch humilibus venia”. Cioè di qui la retribuzione dei superbi e di qui il perdono degli umili.

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La prima coppia di angeli

Procedendo il cammino sul ponte si trova la prima coppia di angeli: quello scolpito da Morelli mostra i flagelli con cui fu frustato Gesù mentre l’angelo scolpito da Antonio Raggi presenta la colonna, secondo quanto narrato nel Vangelo di Matteo. Come vedete niente è casuale.

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La seconda coppia di angeli

Proseguendo il percorso si trova la seconda coppia di angeli. Quello che presenta la corona di spine è la copia da Bernini di Paolo Naldini mentre l’angelo che sostiene il velo della Veronica con impresso il sangue di Cristo fu scolpito da Cosimo Fancelli.

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La terza coppia di angeli

La terza coppia di angeli invece tiene in mano i chiodi della Crocifissione e la tunica che i soldati si spartirono giocandosela a dadi come narrato nel vangelo di Matteo. L’angelo con la tunica è opera di Naldini mentre l’altro è del Lucenti.

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La quarta coppia di angeli

La penultima coppia di angeli presenta la croce e la scritta Inri che ci fu apposta sopra. L’opera originale è del Bernini mentre quella che vedete sul ponte è copia di Cartari. L’altro angelo con la Croce invece fu realizzato da Ercole Ferrata.

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La quinta coppia di angeli

La quinta e ultima coppia di angeli mostra la spugna imbevuta nell’aceto che i soldati porsero a Gesù per farlo bere e la lancia con cui gli fu trafitto il costato. L’angelo con la spugna è di Giorgetti mentre quello con la lancia è di Domenico Guidi, scultore nato a Torano- Carrara.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti con i suoi racconti

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