A San Miniato per incontrare papa Clemente VII
Era il lontano 1533 quando il pontefice Celemente VII, al secoo Giulio de’ Medici, partì da Roma alla volta di Nizza. Non voleva mancare al matriminio della su’ nipote Caterina de’ Medici con Enrico, il figliolo del re di Francia Francesco I. Beh, in realtà la sua partecipazione alle nozze avea anche un fine politico non di secondaria importanza. Roma da poco era stata saccheggiata dai Lanzichenecchi e l’esercito spagnolo c’aveva messo del suo.
Clemente VII nel suo viaggio decise di far tappa San Miniato e di sostare presso la fortezza. Il Tedesco, così era chiamata la fortezza, era ritenuto un luogo assai sicuro anche per accogliere un così illustre ospite e tutta la sua nutrita corte. Provate a immaginare solo per un attimo lo scompiglio che portò nella cittadina toscana l’arrivo del papa. Non si parlava d’altro e appena fece il suo trionfale ingresso si riversarono tutti in strada per vederlo.
Ci volli andare anch’io a parlare con Clemente VIII. QUel papa lì lo conoscevo già da bimbetto, quando ancora il trono di San Pietro era assai lontano dai suoi pensieri. Salii in groppa al mi cavallo e da Firenze mi diressi a San Miniato. Di che parlammo? Molto probabimente degli affreschi che già il suo predecessore mi aveva commissionato: il Giudizio Universale. In quel frangente il soggetto ancora avrebbe dovuto essere una Resurrezione in realtà.
“Nel mille cinquecento trentatré.
Ricordo come oggi a di 22 di settembre andai a San Miniato al Tedesco a parlare a Papa Clemente che andava a Nizza e in tal di mi lasciò frate Sebastiano del Piombo il suo cavallo”
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi racconti