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Serra ‘l petto e poi par che si spanda,

Buon inizio di giornata a tutti voi e buona domenica. Stamani è ghiacciata anche l’acqua nella ciotola del gatto del Foscolo: un ritorno di fiamma dell’inverno che ha strinato tutte le piantine di Galileo.

Vi scrivo qualche verso mio ripescato dalla memoria e poi proseguo con le mie tribolazioni, mortali e non.

Quanto si gode, lieta e ben contesta
di fior sopra ‘ crin d’or d’una, grillanda,
che l’altro inanzi l’uno all’altro manda,
come ch’il primo sia a baciar la testa!
    Contenta è tutto il giorno quella vesta
che serra ‘l petto e poi par che si spanda,
e quel c’oro filato si domanda
le guanci’ e ‘l collo di toccar non resta.
    Ma più lieto quel nastro par che goda,
dorato in punta, con sì fatte tempre
che preme e tocca il petto ch’egli allaccia.
    E la schietta cintura che s’annoda
mi par dir seco: qui vo’ stringer sempre.
    Or che farebbon dunche le mie braccia?

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti

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