La Paolina trasfigurata nei secoli
Il 4 luglio del 2009, con la solenne celebrazione dei Vespri, Papa Benedetto XVI riaprì ufficialmente le porte della Cappella Paolina restaurata. Il restauro è durato sette anni e ha coinvolto non solo i miei due affreschi ma anche quelli realizzati da Sabbatini e Zuccari nonché gli stucchi e il resto della Cappella Parva, ovvero la cappella privata del Papa nella quale viene esposto il Santissimo Sacramento.
Quando realizzai prima la Conversione di Saulo e poi la Crocifissione di San Pietro, ero già in là con gli anni. Ne avevo una settantina e nemmeno stavo tanto bene di salute. Settant’anni ai miei tempi non erano i settanta dei vostri e gli acciacchi del tempo che passava li sentivo uno a uno, mi pesavano sul groppone e spesso dovevo smettere di lavorare quando stavo troppo male per far qualsiasi cosa. Mentre lavoravo a questi affreschi poi vedevo morire uno dopo l’altro i miei amici: la longevità, oltre a qualche acciacco, porta con sé anche quest tipo di dolore da sopportare.
Prima del restauro la Cappella Paolina aveva assunto quasi un aspetto surreale: era stata snaturata con una serie di interventi che ancora mica riesco a capire. Il primo registro, costituito da finti marmi dipinti, era stato completamente ricoperto con dei pannelli e la volta del presbiterio nel corso dei secoli era stata completamente ridipinta. Ovviamente anche i miei affreschi erano stati ritoccati diverse volte da più mani. Per darvi un’idea di cosa sto parlando vi mostro le immagini della Paolina: prima e dopo il restauro.
Prima e dopo
Sia le indagini preliminari che il restauro vero e proprio è stato finanziato mediante una raccolta privata di fondi che sfiora i quattro milioni di dollari che è stata promossa dai Patron of the Arts in the Vatican Museum, ovvero mecenati cattolici molti dei quali americani che si sono messi in gioco per trovare i soldi necessari per portare a compimento questo importante progetto.
La Cappella Paolina ancora oggi non è accessibile al pubblico e dovrete accontentarvi di qualche foto ma questo ultimo restauro le ha restituito il massimo della godibilità e della leggibilità oggi possibile.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti