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Prossima censura del David di San Pietroburgo? Mi vien da ridere

Ci risiamo: il mio David causa turbamento. Che causi turbamenti son contento ma vorrei non fossero dovuti alle sue parti intime. Il David con tutti i suoi significati, la sua bellezza, la sua perfezione anatomica e mille altri dettagli ancora pare desti scandalo per avere il coso all’aria. Robe da matti insomma.

E’ stata eretta da poche ore una copia del mio eroe biblico in una delle strade principali di San Pietroburgo in occasione della mostra in corso “Michelangelo – La creazione del mondo”. Puntuali come un orologio svizzero hanno voluto dir la sua alcuni abitanti del luogo. Com’è possibile piazzare quell’omone tutto nudo proprio al centro di San Pietroburgo?

Io mi sarei più preoccupato delle temperature di quel posto lì…sopravviverà fino a primavera l’opera o si sgretolerà come se fosse gesso con la colonnina di mercurio che in inverno scende anche ai -20°C? Bah a quanto pare c’è gente strana anche in Russia. Mi auspico verrà esposta all’aperto solo per un periodo limitato altrimenti avrà vita molto breve.

Fatto sta che è stata avanzata una proposta per mettere un bel paio di braghe all’opera interpellando anche il difensore civico dei diritti dei bambini. Ma siamo sicuri che siano i bambini a rimanere turbati da quella visione? Non credo proprio: sono sempre i grandi a far casini e a pensare chissà quali assurdità.

Gli organizzatori dell’evento michelangiolesco hanno deciso di mettere ai voti la popolazione: fra il 16 e il 23 agosto i cittadini di San Pietroburgo potranno votare se coprire o meno la copia del David e scegliere quali capi fargli indossare. Pare un paradosso eppure la nudità del David continua a inquietare e, a parer mio inquieta chi non è tanto apposto con la testa.

Anche quello originale fu comunque accuratamente coperto con una grande foglia di fico di marmo quando ancora era in Piazza della Signoria. Roba di corsi e ricorsi storici insomma. Passano i secoli ma l’uomo rimane uguale a se stesso, c’è poco da fare.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e le nuove foglie di fico

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8 Comments »

    • beh l’ignoranza qui poco c’entra. Chi l’ha detto che una persona ignorante non possa apprezzare un’opera o che sia molestata dalle nudità del David? Non è ignoranza. Parlerei piuttosto bigotti che si sentono disturbati dalla vista del coso del David. La scusa è quella che potrebbe turbare i bambini. i bambini? Ma quando mai un bambino si sente a disagio di fronte alla nudità?

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      • ma voi pensate davvero che la motivazione sia il turbamento per la nudità………io credo che il motivo sia solo la voglia di criticare e demolire sempre e comunque qualsiasi cosa…a prescindere………Questa caratteristica umana, in questi ultimi decenni, ormai è diventata quasi obbligatoria per mostrare di avere idee, opinioni, potere……..il tutto senza nemmeno sapere cosa si dice…l’importante è fare bastian contrario………..

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  1. Pantaloncini da boxeur? Kilt? Gonnellino di banane?
    La scelta potrebbe essere ardua, ma le vergogne bisogna in ogni caso coprirle.
    Il David di Michelangelo deve smetterla di inorgoglire il genere maschile che guardando il suo membro, “gode” nel pensare che anche nella realtà vige la regola per cui la perfezione fisica spesso non corrisponde alla virilità quindi può fieramente decantare la sua imperfezione.
    Il David imbarazza, induce a pensieri perversi, travia l’innocenza infantile, corrompe la moralità e induce in tentazione. Questo, secondo una signora russa, la quale pensa che le nudità del gigante rinascimentale “rovinano le anime dei bambini” è il motivo per cui bisogna mettergli le mutande.
    Secondo lo stesso modo di pensare, allora, bisognerebbe mettere il burka alla Gioconda perché il suo enigmatico e intrigante sorriso sopra il decolté insultano la morale, bisognerebbe far indossare la sottana alla Venere del Botticelli o un bel costumino griffato Gucci, Dolce e Gabbana o Prada ai bronzi di Riace.
    Cosa ne sa questa donna della storia del nudo nell’arte classica greca e romana come esaltazione e glorificazione della vita, della bellezza e della perfezione. Cosa ne sa di Mirone e di Policleto, dell’espressione artistica che durante secoli bui supera il filtro censorio della Chiesa la quale accetta, per raccontare la genesi, la corporeità dei nostri progenitori IGNUDI cacciati dal paradiso terrestre. Cosa ne sa di Giotto che nella cappella degli Scrovegni, rappresenta le anime dannate in tutta la loro nudità simbolo della perdita di ogni speranza di salvezza.
    Forse la sudetta signora non conosce neanche l’arte del suo paese, quella delle icone bizantine, delle avanguardie russe legate ai primi movimenti rivoluzionari e del legame tra artisti scrittori e poeti; un’arte insomma che come la nostra insegna ed educa al bello e al senso della moralità mentale e fisica.
    Al posto di mettere le mutande al David, mettiamo il bavaglio a certa gente.

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    • Non è questione di ignoranza, l’ho già affermato e ci tengo a ripeterlo. Essere ignoranti non vuol dire essere stupidi o bigotti. L’ignoranza ha poco a che fare con questa nuova censura. Chi si sente scandalizzato da un corpo nudo o, come in questo caso, da una scultura ha qualcosa che non va. La malizia sta tutta negli occhi di chi guarda e forse chi vede qualcosa di osceno in qualcosa di bello dovrebbe fare i conti un po’ con se stesso

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  2. Più che giusta la riflessione di Giuseppe, son d’accordo sul fatto che la malizia sta negli occhi di chi osserva; gran brutta cosa avere turbe di quel tipo che andrebbero analizzate, poichè l’uomo nasce nudo da sempre e dove sta l’osceno? certi si credono paladini del comune senso del pudore e tirano in ballo la sensibilità dei bambini,allora dovrebbe esser vietato ai minori l’ingresso ai musei e gallerie d’arte ? Suvvia, c’è un’abisso tra un’opera d’arte e un film porno,e forse di questi ultimi si cibano nelle loro buie sagrestie certe persone dalla mente confusa e contorta a cui l’arte non preme affatto.

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  3. EL ARTE NUNCA ES MOTIVO DE OFENSA.EL ARTE NO TIENE MALDAD,ES ARTE Y COMO TAL HAY QUE VERLO Y ADMIRAR LA BELLEZA DEL CUERPO.

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