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Se ben par dolce, pessimo e amaro

Stasera voglio salutarvi con questi versi che sento penetrarmi sotto pelle fino a farmi vibrare l’anima.

Non sempre a tutti è sì pregiato e caro
quel che ‘l senso contenta,
c’un sol non sia che ‘l senta,
se ben par dolce, pessimo e amaro.
    Il buon gusto è sì raro
c’al vulgo errante cede
in vista, allor che dentro di sé gode.
    Così, perdendo, imparo
quel che di fuor non vede
chi l’alma ha trista, e ‘ suo sospir non ode.
    El mondo è cieco e di suo gradi o lode
più giova a chi più scarso esser ne vuole,
come sferza che ‘nsegna e parte duole.

Si lo so, quel cosone dietro al leone è del Bandinelli. Nemmeno lui m’è mai garbato tanto ma la foto mi piace. E poi a conti fatti sempre meglio il Bandinelli che Jan Fabre con le sue robe in Piazza della Signoria e dentro Palazzo Vecchio, no? Tutte le volte che vedo quel tartarugone luccicante mi sento mancare il terreno sotto ai piedi. Se poi penso a quante povere bestie ha ammazzato per realizzare quelle che lui chiama opere d’arte mi si chiude lo stomaco a pugno.

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